CHAPTER 2

2 0 0
                                    


"Sel svegliati ti sta chiamando tuo padre"
"Ancora dieci minuti per favore"
"Sel tuo padre ti sta chiamando, potrebbe preoccuparsi, rispondigli"
"Lui non ha sentimenti, non sa cosa voglia dire essere preoccupati quindi lasciami dormire"
Rinuncio a svegliarla e decido di rispondere io al suo posto per spiegare a Caleb che sua figlia sta bene, ed è semplicemente pigra.
La giornata si prospetta delle migliori, è ancora estate praticamente quindi decidiamo di passare la giornata in spiaggia.
Scegliamo la spiaggia più vicina a casa e ci sistemiamo comodamente sdraiate al sole.
Sono molto chiara di carnagione e per evitare di scottarmi mi riempio di crema protettiva.
Sel sceglie di non mettersela nonostante la mia insistenza.
Dopo poco tempo passato al sole decido di entrare in acqua, il caldo è insopportabile e non resisto più. Sel invece è una lucertola e sembra non accorgersi nemmeno della mia assenza.
In acqua mi si avvicina una bimba che mi chiede di giocare a palla con lei, sto per risponderle quando si avvicina una ragazza
"Ashley" dico tra me e me.
La ragazza che la sera prima ci aveva servito al ristorante, viene verso di noi chiamando la bambina e non posso far altro che chiedermi se sia sua figlia.
"Ali, smettila di dare fastidio ai grandi, cerca qualche bambino con cui giocare."
Poi mi guarda e capisco dal suo sguardo che mi ha riconosciuta.
"Hey, tu sei la ragazza di ieri sera! Piacere sono Ashley, e lei è la mia insopportabile sorellina Alicia"
Era ovvio che fosse la sorella, Ashley avrà circa la mia età è troppo giovane per avere una figlia.
"Ciao, io sono Anya! Non mi stava dando fastidio, gioco volentieri"
La bambina sorride soddisfatta e iniziamo a giocare a palla.
Ho fatto da babysitter ai gemelli dei miei vicini per quattro anni nei weekend e tutti i giorni l'estate, adoro i bambini.
Mentre giochiamo a palla con Alicia, chiacchieriamo e Ashley mi spiega che lavora in quel ristorante da ormai due anni. I proprietari sono suoi zii e le hanno offerto il lavoro per aiutarla a pagarsi le spese dell'appartamento in cui vivrà durante il college.
Siamo così prese a parlare che non ci accorgiamo nemmeno che Sel si è avvicinata a noi fino a quando non tossisce delicatamente per far notare la sua presenza  e quasi in contemporanea io e Ashley ci giriamo verso di lei.
"Ciao! Io sono Giselle ma chiamami Sel" si presenta allegramente la mia amica.
"Piacere, sono Ashley!"
"Vai al college?"
"Si, studio architettura alla UC Berkeley. Voi?"
"Anche noi andremo alla UC Berkely, io ho scelto giurisprudenza, sogno di diventare avvocato da quando ero piccola" dice fin troppo entusiasta la mia migliore amica.
"Io invece ho scelto Letteratura, vorrei diventare scrittrice o lavorare per una grande casa editrice, adoro leggere e scrivere."
"Bene quindi ci incontreremo in giro per il campus" dice allegra Ashley
Chiacchieriamo ancora un po' e Ashley ci invita a una festa a casa sua che si terrà quello stesso sabato. Sel mi guarda implorante, sa benissimo cosa penso delle feste. Alla fine mi concentro su come può aiutarci a conoscere persone nuove e decido che devo imparare a lasciarmi andare un po'. Sel non mi permetterà  mai di passare i prossimi cinque anni chiusa in casa a leggere, mi ha già promesso che mi trascinerà a tutte le feste possibili quindi tanto vale che inizio ad abituarmici.
Annuisco leggermente e la mia amica che nota quell'impercettibile movimento stenta a trattenere l'entusiasmo. Ci scambiamo i numeri di telefono prima di dividerci, così Ashley può inviarci i dettagli per la festa.
"An sono così felice, siamo arrivate da solo un giorno e abbiamo fatto amicizia e siamo state invitate a una festa. Non vedo l'ora di conoscere altra gente, qui sembrano tutti così aperti e amichevoli" esclama Sel mentre facciamo un po' di spesa, siamo arrivate da due giorni e il nostro frigo ci sta ancora implorando piangendo, di essere riempito.
Per la prima volta sono contenta di aver scelto un college così lontana da casa, mi aiuterà ad uscire dal mio guscio e a godermi questi anni.
Arriviamo a casa e a turno ci facciamo la doccia.
Facciamo in tempo a rilassarci un po' sul divano e senza che ce ne rendiamo conto si fanno le 21.
Avevamo pensato di cucinare qualcosa noi, ma ormai è tardi e Sel propone di ordinare qualcosa.
Una volta mangiato ci ritiriamo a letto, domani ci aspetta una giornata faticosa. Si, perchè prima di partire abbiamo promesso ai nostri genitori che avremmo trovato un lavoretto part time che ci permettesse di non pesare completamente su di loro.
Così abbiamo deciso di passare la nostra terza giornata in città, alla ricerca di un qualsiasi lavoro che ci permetta di studiare e mantenerci per le piccole spese.
Nel silenzio della mia stanza penso al fatto che in fondo non è poi così difficile fare amicizia, basta trovare un punto in comune con cui iniziare la conversazione e tutto il resto vien da sè.

The Shadows of BerkeleyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora