Prologue

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"It's inevitable everything that's good comes to an end."

Harry era disteso comodamente sul suo letto, il condizionatore acceso a causa dell'implacabile caldo di agosto. Stava leggendo It, forse per la trentesima volta in vita sua. Adorava quel libro, era in assoluto il suo preferito.

Ad un certo punto, proprio quando stava per arrivare alla sua scena preferita, il campanello suonò. Sbuffò infastidito. Chi osava disturbarlo mentre leggeva? Solitamente avrebbe gridato a sua madre o a sua sorella di andare ad aprire, ma purtroppo nessuna delle due era in casa. Si alzò dalla sua comoda posizione spazientito, dirigendosi verso la porta d'ingresso deciso a maledire chiunque si fosse presentato davanti alla sua porta alle nove di sera.

Aprì violentemente il portone già in procinto di dirne quattro al disturbatore, ma fu costretto a bloccarsi perché davanti a lui c'era Louis, il suo ragazzo. Il suo bellissimo ragazzo.

"Lou!" esclamò Harry, abbracciando subito il ragazzo e successivamente baciandolo a stampo. Non lo aspettava, ma era parecchio felice di vederlo. Tutto il fastidio di poco prima era svanito.
Le braccia di Louis lo avvolsero lentamente, quasi cautamente, ma poi quando furono attorno a lui lo strinsero come non avevano mai fatto prima.

Harry si staccò da lui, sorridendo. "Vieni." disse, prendendolo per mano e guidandolo al piano superiore, in camera sua. In tutto questo Louis non aveva ancora spiaccicato una parola, nemmeno un saluto. Harry se n'era reso conto, ma aveva deciso di sorvolare.

Una volta arrivati nella camera del riccio, questo si sedette sul proprio letto, portando Louis di fianco a sè.

"Allora, che ci fai qui?" gli chiese, osservandolo attentamente. Louis non lo stava guardando negli occhi come faceva di solito, beandosi di quei due smeraldi verdi. Invece, teneva lo sguardo puntato per terra.

Harry odiava non poter vedere quei meravigliosi oceani che aveva al posto delle iridi, quindi gli alzò dolcemente il mento con una mano.

"Lou, che c'è?" chiese serio. Louis lo guardò finalmente negli occhi, e fu da quello sguardo che Harry capì veramente che qualcosa non andava. Fece cadere la mano.

"Harry, io-" Oh beh, questo era un altro segnale. Da quanto non lo chiamava Harry? Se non si contano quelle volte in cui faceva finta di arrabbiarsi con lui, perché andiamo, come poteva arrabbiarsi con Harry, meglio noto come l'essere più gentile, premuroso, dolce, generoso, tenero, fragile.. E si insomma, il concetto è chiaro. "-Devo partire." concluse tutto d'un fiato il ragazzo dagli occhi blu.

Harry sentì un peso gravargli nello stomaco, e il cuore prese a battere frenetico.
Cercò di riprendersi, in fondo lo sapeva che al termine di quell'anno scolastico Louis sarebbe dovuto ritornare a Doncaster, in Inghilterra. Era già tanto che fosse rimasto per l'estate, quando Harry glielo aveva chiesto disperatamente.

"O-Okay, sì, hai ragione," deglutì, "Ce la caveremo. Ci vedremo durante le festività e robe così, e magari potremmo passare le estati insieme." disse speranzoso. Gli sembrava un buon piano, ovviamente Louis gli sarebbe mancato da morire, ma meglio di niente, no?

Louis però non sembrava dello stesso avviso, perché scosse la testa. L'espressione speranzosa di Harry crollò.

"No, Harry. Non posso portare avanti una relazione a distanza." disse Louis con tono fermo, che non accetta repliche.

Harry sentì come se qualcuno gli stesse infilzando il petto svariate volte. "N-Non puoi o.. non vuoi?" chiese, temendo la risposta. Che cosa stava succedendo? Si amavano, dio se si amavano, Harry ne era sicuro. Avevano passato dei momenti bellissimi insieme, era tutto perfetto.
Perché Louis stava troncando i rapporti solo per una piccolissima complicazione, un piccolissimo ostacolo?

"Harry cerca di capire, sono pessimo in una relazione quando vivo nella stessa città dell'altra persona, pensa in una relazione a distanza. Non sono in grado di portarla avanti." disse Louis, provando a far ragionare Harry, allungando una mano per prendere una delle sue. Harry la scostò.

"Quindi non mi ami abbastanza per almeno provarci?" chiese, con un tono che variava dal furioso al ferito.

Dio se ti amo abbastanza, pensò Louis. Ma non poteva dirlo, sapeva che se lo avrebbe fatto Harry non l'avrebbe lasciato per nulla al mondo. Lo amava, lo amava follemente, ma non poteva permettersi di portare avanti la loro relazione. A Doncaster aveva una fidanzata, di cui Harry non sapeva niente e che non amava assolutamente, ma che andava bene ai suoi genitori omofobi conservatori del cazzo. Non poteva mandare a puttane il suo futuro assicurato. Per quanto gli facesse male, non poteva.
Così rimase in silenzio, lasciando intendere ad Harry ciò che non era vero, ma che Louis non aveva il coraggio di negare.

Harry cominciò a sentire gli occhi riempirsi di lacrime al silenzio del ragazzo di fronte a lui. Stupida sensibilità del cazzo.
"Va bene," disse, cercando di nascondere la sua voce rotta, "Va bene."

Louis alzò lo sguardo, incredulo. "V-Va bene?" ripeté.

No, non va bene un cazzo, stupido coglione di merda. Io ti amo e tu hai appena ammesso di non farlo, pensò il riccio.

"Hai detto che non mi ami, quindi che altro c'è da discutere? Mi pare ovvio che la finiremo qui." rispose Harry, mantenendosi calmo.

Calò il silenzio tra i due.

Let Me Love You GoodbyeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora