"Why're you wearing that to walk out of my life?"
"Louis, perché mi fai questo?" Harry non riusciva a credere che non lo amasse, anzi, sapeva che stava mentendo. Perché nonostante continuasse a dire che se ne doveva andare era ancora lì, abbracciato a lui, su quel letto che era testimone del loro amore.
"Harry non renderlo più difficile, io devo andare." Louis si staccò da lui, sentendo come se un pezzo di se stesso si fosse staccato. Harry era ormai diventato come parte di sè, era difficile da spiegare.
Harry aprì gli occhi, fino a quel momento chiusi per non lasciar cadere le lacrime, e guardò il ragazzo che amava. Stava per dire qualcosa, per supplicarlo ancora una volta di restare, ma gli occhi gli caddero sul suo collo. Portava ancora la collana. La sua collana.
"La porti ancora," disse con gli occhi fissi sull'oggetto.
Louis non ebbe bisogno di altro per capire a cosa si stesse riferendo. Deglutì a vuoto, perché era ovvio che quella collana non se la sarebbe mai tolta dal collo, ma doveva fare uno sforzo, lo doveva a se stesso. Inoltre, ora che ci pensava, sarebbe stato molto più facile tornare a casa senza niente che gli ricordasse Harry.
Quindi, "La rivuoi? E' tua."
Harry lo guardò negli occhi, e qualcosa, forse la sfumatura dell'azzurro fattasi più scura e meno brillante, gli disse che non era quello che voleva davvero il ragazzo.
"No, non la rivoglio. C'è un motivo se ce l'hai tu, e voglio che resti a te. E poi non voglio guardarla ogni giorno e ricordarmi di te, e di quando te l'ho data."
Harry si svegliò a causa di un maledetto raggio di sole che fece capolino dalla tenda della finestra di camera sua. Prese il cellulare dal comodino, e vide che erano solo le sette di mattina. Harry maledisse il sole, perché erano appena iniziate le vacanze estive e non era possibile che lui si dovesse svegliare così presto. Con un cipiglio sul viso, cercò di girarsi sull'altro fianco, ma un corpo dietro al suo e un braccio allacciato intorno alla vita glielo impedisse.
E beh, come poteva maledire lui?
Louis lo teneva stretto come se ne andasse della sua vita. Per questo si accorse dei suoi leggeri movimenti, e si svegliò. "Buongiorno amore."
Harry non potè fare a meno di arrossire come una qualsiasi adolescente cliché nelle storie liceali; ancora non si era abituato ai nomignoli che Louis prontamente gli affibiava. Riuscì a girarsi per guardare il ragazzo negli occhi. "Buongiorno Lou."
Louis sorrise, i capelli arruffati e gli occhi ancora assonnati, e gli posò una mano sulla guancia, accarezzandogliela con il pollice. Si fece serio e gli disse: "Grazie."
Harry non capì a cosa si riferisse, e probabilmente lo dimostrò dalla sua espressione, quindi Louis rispose alla tacita domanda. "Grazie per ieri sera; non mi ero mai sentito così."
Avevano fatto l'amore per la prima volta. Entrambi non erano più vergini, ma fu una sensazione del tutto nuova. Harry si sentì completamente amato e protetto, ed era come se il suo corpo si fondesse a quello di Louis. Poteva essere una frase fatta, ma ora capiva cosa volesse dire. Avevano una sintonia perfetta, sapevano entrambi come dar piacere all'altro, ad ogni tocco la reazione era immediata.
Per Louis era diverso; o almeno non del tutto. Era la sua prima volta con un maschio. Ma questo ovviamente non avrebbe potuto dirlo ad Harry, perché poi ne sarebbero derivate delle domande e lui non se la sentiva di rispondere. Comunque Harry non sembrava essersi accorto della sua ansia e agitazione. E capiva perché.
Una volta che i loro corpi si fusero, tutta la tensione si sciolse e lui si perse nel momento, si perse in Harry. Fu come se fossero racchiusi in una bolla, tutto intorno a loro si fece sfocato, e lui aveva occhi solo per Harry. Vederlo sotto di lui, con gli occhi chiusi e la fronte imperlata di sudore, le guance rosse e la bocca spalancata, con quei suoni che ne uscivano. Era sopraffatto. Non riusciva a togliergli gli occhi di dosso.
Era stato bellissimo.
"Non devi ringraziarmi Lou. Non ho fatto nulla più di te." Harry ridacchiò. Chi ringraziava per quello?
Louis ridacchiò a sua volta e abbassò lo sguardo. Harry lo guardò con attenzione. Si era innamorato di quelle ciglia lunghe che sfioravano gli zigomi marcati, quella perenne barbetta, i capelli color caramello. Ma più di tutto, ovviamente, si era innamorato di quegli occhi, che ora lo guardavano con aria divertita, nascondendo l'agitazione nel sentirsi sotto esame.
Dire che erano azzurri sarebbe stato sminuirne la bellezza. Non erano solo azzurri. Se li si guardava da vicino si potevano vedere delle pagliuzze verdi qua e là, e quando il cielo era nuvoloso diventavano grigi; al contrario, quando splendeva il sole si riempivano di una lucentezza tale che era difficile guardarli senza perdercisi dentro.
"Smettila di guardarmi così, Haz." Louis si coprì il volto con le mani. Aveva tanto l'apparenza di un ragazzo duro e forte, ma in realtà era sensibile e bastava poco per imbarazzarlo.
Harry si rese conto che avrebbe dato anche l'anima per quel ragazzo.
Si girò supino, guardando il soffitto e sorridendo, percependo lo sguardo di Louis su di sè. Si passò una mano sul collo, sentendo la familiare consistenza della catenina. Cercò il ciondolo, spostatosi a causa di tutto il movimento, e se lo riportò al petto. Percorse le forme dell'aeroplanino di carta con le dita.
Gli venne in mente un'idea.
Si mise a sedere e si tolse la collana. Guardò il ciondolo nella sua mano e sorrise. Sì, era giusto così.
Si ricordò di quando sua nonna glielo aveva donato. Era un regalo di suo nonno. Lei gli aveva detto che sperava che un giorno trovasse una persona che sarebbe stata in grado di farlo volare solo con un sorriso. Era quello il significato dell'aeroplanino. Da quel momento non si era più tolto la collana. Ma aveva trovato quella persona, e sapeva che sua nonna lo stava guardando con il suo solito sorriso sornione.
Allungò la mano verso di Louis.
"Voglio che la tenga tu," disse con fermezza.
Louis rimase interdetto, non si aspettava certo una cosa simile. Non aveva mai visto Harry senza quella collana, e sapeva che era importante. Credeva che gliel'avesse data sua nonna, perché un giorno, guardando gli album di famiglia, Harry aveva stretto il ciondolo guardando una foto di sua nonna. Louis si era commosso sentendo Harry parlare con tanto amore di quella donna. Lui non aveva conosciuto nessuno dei suoi nonni, e non sapeva cosa si provasse.
"Harry ma-"
"Non obiettare, Louis. Sono fermamente convinto che la debba avere tu. Un giorno ti spiegherò il motivo," lo interruppe Harry, con un sorriso enigmatico.
"Non mi hai più spiegato perché hai pensato dovessi averla io," disse Louis abbassando lo sguardo e passando il pollice sul ciondolo.
Harry era indeciso. Non sapeva se dirgli il motivo in quel momento fosse la scelta giusta. Ma alla fine, se Louis se ne fosse andato, non avrebbe avuto più l'occasione di dirglielo. Poteva considerarla persino come una piccola vendetta. Almeno, ogni volta che Louis avrebbe visto la collana, si sarebbe ricordato di quelle parole.
"Mia nonna me la diede dicendomi che sperava che un giorno trovassi una persona che mi facesse volare solo con un sorriso."
Non servivano altre spiegazioni.
Louis si coprì il viso con le mani. Aveva mandato tutto a puttane.
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Let Me Love You Goodbye
FanfictionHarry Styles è uno studente della Northern High School. All'inizio del quarto anno conosce Louis Tomlinson, un ragazzo proveniente da Doncaster, un piccolo paese in Inghilterra, venuto a studiare in America per un anno. I due ragazzi creano sin da s...