"Unexplainable the love that only we could understand."
Louis alzò lo sguardo su Harry, fissando gli occhi nei suoi e prendendogli una mano fra le sue. "Harry, credimi, è la cosa più giusta da fare. Per me e soprattutto per te."
Harry non riusciva a capire come potesse dirgli una cosa del genere. "Non puoi sapere quello che è meglio per me." Tolse la sua mano dalla stretta di Louis.
"Lo so invece, ma devi credermi. Fidati di me."
Un ricordo riaffiorò nella mente di Harry, e probabilmente anche nella mente di Louis, al sentire l'intonazione di quella frase e l'intensità dello sguardo del ragazzo.
"Quel ragazzo non è giusto per te."
"Papà, sì che lo è invece. E' tutto quello che ho sempre cercato." Harry sbuffò, abbassando lo sguardo sulle mani che stavano giocherellando sul tavolo della cucina. Erano a cena, l'unico momento in cui fossero tutti e tre insieme, lui, suo padre e sua madre; che al momento se ne stava zitta con lo sguardo fisso sul piatto vuoto. Che novità.
"Io ti dico di no invece; so bene cos'è l'amore e quello che provi per lui non lo è. Perché non provi ad uscire con Taylor? E' un buon partito per te."
Harry stava cominciando ad infuriarsi. Lui parlava di amore come se fosse laureato in materia, ma come poteva fargli credere questo se lui sapeva benissimo che il matrimonio con sua madre era stato riparatorio? "Non è amore? Come puoi dirlo? Che ne sai tu dell'amore?"
"Non mi parlare così ragazzo!"
"Ti parlo come voglio, dato che tu non hai rispetto per quello che provo! Io amo Louis, lo amo. Di quell'amore vero che tu non potrai mai capire. Che voi non potrete mai capire. Mi sveglio e penso a lui, mi addormento e penso a lui. Quando lui non c'è mi chiedo cosa sta facendo, se pensa a me. Quando sono con lui è come se tutto si annullasse e rimanessimo soltanto noi due, e il suo tocco mi fa venire i brividi ancora adesso, e c'è quasi una sorta di elettricità ad ogni contatto. Ma cosa te le dico a fare queste cose; non le capirai mai comunque."
Suo padre era rimasto in silenzio per un attimo, stupito da quel discorso. Harry non era un ragazzo di tante parole, quindi non avrebbe mai creduto che si dilungasse a parlare con lui dei suoi sentimenti per un ragazzo. Un ragazzo poi, che idiozia. Non capiva perché dovesse correre dietro ad un ragazzo quando poteva avere tutte le ragazze che voleva ai suoi piedi. Venire venerato, adorato, servito. Era quello il vero amore, la dedizione.
"Stai dicendo cose senza senso, ma ti senti? Sembri una ragazzina uscita da un film da quattro soldi."
Harry si lasciò cadere sullo schienale della sedia, e si passò le mani sul viso, sentendo le lacrime sulle guance. Non si era accorto di aver iniziato a piangere. Con suo padre era inutile. E sua madre non avrebbe mai detto nulla. Era tutto inutile.
Si alzò senza dire una parola, e si trascinò al piano superiore, fino in camera sua. Si buttò letteralmente sul letto e iniziò a gridare fra i cuscini. Gridava, gridava, gridava. Suo padre non gli avrebbe mai fatto vivere la sua storia con Louis.
Prese il cellulare e avviò la chiamata con il suo ragazzo, perché era l'unica persona che avrebbe potuto farlo stare meglio in quel momento. Due squilli e Louis aveva già risposto.
"Amore! Come mai mi chiami così presto oggi?" Louis aveva un tono di voce allegro, il che fece solo sentire in colpa Harry. Ovviamente doveva rovinargli l'umore; doveva sempre rovinare tutto.
"Niente, avevo voglia di sentirti adesso." Ma chi voleva prendere in giro. Louis si sarebbe accorto subito della sua voce rotta e non se la sarebbe certo bevuta.
"Dimmi cosa c'è." Il suo tono di voce si fece serio, e sapeva che ora aveva tutta la sua attenzione.
"Mio padre."
"Che ha fatto?"
"Mi ha detto che il nostro non è amore e che dovrei uscire con Taylor." Calde lacrime ricominciarono a cadergli sulle guance.
"Vengo lì."
"Louis, non ti faranno mai entrare. Anche se trovassi mia madre ad aprirti, non andrebbe mai contro mio padre, lo sai."
"Ehm sveglia? Hai una finestra e io sono un arrampicatore provetto," disse con tono scherzoso.
Harry ridacchiò leggermente. "Vediamo che sai fare."
Un quarto d'ora dopo sentì qualcosa sbattere ripetutamente alla finestra. Si girò e vide che erano... sassolini?
Si alzò e aprì la finestra. Abbassò lo sguardo e vide Louis sotto di lui.
"Sciogli la tua lunga treccia, Rapunzel," disse in tono teatrale.
Harry scosse la testa divertito. "Mi hai chiamato perché volevi che vedessi la tua gloriosa impresa o perché non hai idea di come arrampicarti?"
"Ehm diciamo la seconda opzione," disse Louis grattandosi il retro del collo.
Harry alzò gli occhi al cielo. "Stai fermo lì, vengo io giù."
Chiuse la finestra e prese il cellulare dal comodino. Non gli importava se i suoi gli avessero chiesto dove andava, lui non avrebbe risposto. Alla fine era già maggiorenne, quindi non doveva dare spiegazioni a nessuno. Scese le scale e superò il salotto, dove i suoi stavano guardando la televisione. Nessuno dei due si accorse di lui; meglio così. Aprì il portone principale e si diresse in giardino, sotto la sua finestra. Louis era lì ad aspettarlo, e vedendolo arrivare gli rivolse un sorriso rassicurante.
"Non è esattamente come me l'ero immaginato, ma va bene lo stesso."
Lo avvolse fra le sue braccia e lo strinse forte a sè. Harry si perse in quel contatto, respirando il profumo familiare di Louis. La solita scossa d'elettricità li percorse.
Si staccarono, ed Harry cominciò a spiegare senza il bisogno che Louis glielo chiedesse.
"Non mi lascerà uscire con te."
"Troveremo un modo."
"Louis, è impossibile. Lo verrà a sapere."
Louis gli prese il viso fra le mani e lo guardò negli occhi. "Ci vedremo di nascosto, in posti in cui non andremmo mai da soli. E quando saremo certi che i tuoi non ci saranno in casa verrò da te."
Harry scosse la testa. "Non posso chiederti di portare avanti una relazione segreta."
"Potrei fare di tutto per te Harry."
Si sporse in avanti e lo baciò. Un bacio dolce e delicato, che gli trasmise tutta la sicurezza di cui aveva bisogno.
"Funzionerà. Fidati di me."
Ed Harry si era fidato.
Ma questa volta non l'avrebbe fatto.
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Let Me Love You Goodbye
FanfictionHarry Styles è uno studente della Northern High School. All'inizio del quarto anno conosce Louis Tomlinson, un ragazzo proveniente da Doncaster, un piccolo paese in Inghilterra, venuto a studiare in America per un anno. I due ragazzi creano sin da s...