Lauren Jauregui's P.O.V
New York, 9:42 P.M
Il vento gelato di quella sera mi fece venire la pelle d'oca. Con le mani mi strofinai le braccia, coperte da una spessa giacca nera per riscaldarmi. Era già abbastanza tardi e continuavo ad essere alla stazione di polizia. Scossi la testa e mi tolsi i guanti per prendere il mio pacchetto di sigarette. Avevo bisogno di qualcosa che mi facesse passare l'ansia.
Era inverno, New York era coperta da uno spesso e freddo strato di neve. A me piaceva particolarmente quel periodo così freddo dell'anno. Potevo vedere ancora alcuni bambini giocare a palle di neve in mezzo al giardino della casa del vicino. Peter, il piccolo, mi guardò negli occhi e mi salutò con le mani effusivamente.
-Ciao, Lauren! -Gridò il biondo.
Sorrisi e lo salutai con la mano. Il ragazzo tornò a preccuparsi per la guerra di palle di neve. Presi una sigaretta per mettermela tra le labbra, e anche il mio accendino con la bandiera degli EEUU. Vidi la scintilla quando premetti il bottone, fino a quando non divenne fuoco. Appena la sigaretta si accese, misi di nuovo l'accendino in tasca. Intrappolai il fumo con la bocca intensamente, sentendomi subito bene quando lo feci.
Fottuta dipendenza.
Feci uscire il fumo dai miei polmoni, che rapidamente si sparse nell'aria fredda della sera. Dovevo uscire di lì. Avevo avuto una giornata estremamente lunga al commissariato. In quello stesso momento, avevo una pila di fogli con tanti casi da risolvere. Furti, omicidi, aggressioni, ma per me era tutto poco e non era per niente soddisfacente. Ero un'agente di polizia a Mount Vernon, una piccola città a Westchester Country nello stato di New York. Adoravo il mio lavoro, ma in quelle ultime settimane, tutti quei casi non erano abbastanza per me. Mi piaceva una bella sfida, le situazioni che sembrano impossibili da risolvere e putroppo, non mi stava succedendo.
-Agente Jauregui?
-Si, Iglesias?
-Ho lasciato tutti i casi archiviati sulla tua scrivania. La donna di prima è ancora qui e vuole sporgere denuncia contro suo marito.
-Mi prendi per il culo, no? -Le chiesi guardandola direttamente negli occhi.
Veronica Iglesias scosse la testa, stringendosi nelle spalle.
-A quella donna piace che la picchino, la prossima volta che verrà a compilare una lamentela contro suo marito, mi occuperò personalmente di picchiarla al posto suo. -Borbottai, già irritata, facendo ridere Veronica.
-Io ti guardo le spalle, Lauren.
Le dedicai un sorriso e tornai a fumare, offrendogliela poi per farlo fare anche a lei. Si avvicinò e si appoggiò al muro dove c'ero io, che era freddo come il ghiaccio. Prese la sigaretta e se la mise tra le labbra. Veronica Iglesias, o semplicemente Vero, era la mia migliore amica. Lavorava con me così bene come una chiave in un lucchetto, era sempre stata la mia sorella più piccola sin da quando andavamo a scuola, dove ci siamo conosciute. Da allora siamo sempre state insieme per tutto.
-Cos'è successo? -Chiese guardandomi direttamente negli occhi con le sopracciglia alzate.
-Ho mandato i nostri curriculum oggi a New York, e sono un po' ansiosa di sapere se ci chiameranno.
-Tu e la tua sete di casi grandi... -Sussurrò con la sigaretta ancora in bocca.
-Sono contenta che tu lo sappia, perché non sopporto di stare qui nemmeno per un altro minuto.
-A me piace stare qui, Laur. -Disse guardando il nulla.
Sospirai, prendendo la sigaretta dalla sua mano per poi fare un tiro.
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CHECKMATE (Traduzione Italiana) Camren
FanfictionUn gioco pericoloso, pieno di trappole. Una disputa di potere, soldi e desiderio. Da un lato della scacchiera, l'Agente Lauren Jauregui, dall'altro, la moglie di un magnate, Karla Camila Cabello. In questo gioco, solo una persona cadrà. Chi avrà la...