9- L'esposizione

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Persona sconosciuta P.O.V

Schiacciai ancora l'acceleratore della macchina, che si mosse di qualche metro più avanti. Il traffico di New York era un caos come sempre. La fila di macchine davanti a me si portò via qualunque desiderio di attraversare la città per andare nel mio posto preferito. Girai la piccola manopola dello stereo collegato al cruscotto della macchina, sentendo la musica invadere l'interno del veicolo. Il rumore delle automobili e le lamentele dei conducenti cessarono gradualmente quando le altre macchine partirono. Poggiai la fronte sul volante quando notai la luce rossa accesa del semaforo. Il suono stridente dei clacson intorno a me mi fece accorgere che era diventato verde. Guidai fino al seguente incrocio, fermandomi in uno dei migliori bar della zona. Molto vicino a dove andavo di solito. Collins Enterprise. Parcheggiai la macchina al primo posto, una Toyota Rav 4, giusto a lato dell'entrata.

Mi guardai intorno e presi la ventiquattr'ore nera sul sedile del passeggero. Dopo aver chiuso la macchina, camminai lentamente verso l'entrata del bar. Alcune persone che attraversarono la soglia della porta mi sorrisero leggermente e dopo se ne andarono. Il posto era soffisticato e accogliente. Aveva delle decorazioni retrò, con dei mobili e degli oggetti che al giorno d'oggi non sembravano avere alcun valore, ma che lì stavano benissimo. Andai verso l'ultimo tavolo, e mi sedetti sulla sedia dove avrei potuto vedere tutte le persone lì presenti. Lasciai cadere la ventiquattr'ore al mio fianco, quando potei notare la presenza di una delle cameriere molto vicina.

-Posso portarle qualcosa?

Mi chiese una rossa con qualche ruga sul viso. Aveva un block notes e una piccola penna azzurra in mano. Io mi concentrai sul menù, prima di scegliere una delle prime opzioni.

-Un espresso doppio.

-Altro?

-Per il momento no, grazie.

La giovane finì di scrivere sul suo piccolo block notes e dopo se ne andò. Allora presi il mio portatile da dentro la ventiquattr'ore. Accesi il dispositivo che fu pronto all'uso dopo pochi secondi.

-Vediamo un po' come vanno le cose a Collins Enterprise.

Scrissi rapidamente la password del computer per avere libero accesso. Cliccai sul piccolo programma usato dalla compagnia di Christopher, aprendo una piccola finestra dove chiedeva la password per iniziare la sessione.

-Proviamo.

Prima di fare un qualsiasi tentativo di entrare nel sistema digitale di Collins, mi occupai di attivare il mascheratore di IP. Con l'informazione più recente ottenuta da me, stavano facendo qualche tipo di indagine. E avere il mio computer come referenza non era nei miei piani. Subito dopo quel programma nascose l'IP, dandomi così la tranquillità per continuare. Tornai alla finestra principale di Collins, scrivendo il nome utente e la password utilizzati da me nell'ultimo periodo dove feci una piccola visita al sistema. Il primo accesso venne rapidamente negato. Tentai ancora, e ancora una volta le lettere rosse dicevano "accesso negato".

-Maledizione. -Esclamai.

Il terzo tentativo avrebbe bloccato l'inizio della sessione, e all'istante un messaggio d'allerta sarebbe stato inviato dal sistema. Respirai profondamente quando la cameriera dai capelli rossi si avvicinò.

-Ecco qui il suo caffè. -Disse posando la tazza sul tavolo.

La ringraziai con un breve sorriso e dopo la giovane se ne andò. Presi la tazza e la portai alle mie labbra. Inalai l'aroma del fumo che proveniva dal liquido caldo prima di fare un piccolo sorso. Misi di nuovo la tazza sul tavolo di legno, per poi prestare attenzione al computer. Eliminai le lettere scritte prima, per tentare di nuovo. E ancora l'accesso venne negato. Sembrava che il sistema di Collins Enterprise fosse bloccato da qualche utente incostante.

CHECKMATE (Traduzione Italiana) CamrenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora