VII

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12 Luglio 2004
«Jiminie, Taehyungie.. Non allontanatevi troppo, va bene?» avvertì la madre di Jimin, passando la crema protettiva sul corpicino minuto del figlio per poi passare al piccolo corpo dell'amico di suo figlio. Taehyung era un paio di centimetri più alto di Jimin ed era molto magro. Quasi gli si intravedevano le costole. Al contrario di Jimin. Quest'ultimo era molto piccolo e aveva delle belle guanciotte. Le tipiche guanciotte carnose che viene voglia di strizzare. Entrambi i bimbi erano sempre sorridenti e giocherelloni. Il loro dolce viso esprimeva tutta quella spensieratezza tipica dei bambini.
«Vieni con me, Tae» urlò il piccolo Jimin con entusiasmo. Prese la manina del suo amico e lo trascinò in riva al mare. E ogni volta che l'acqua  toccava i piedini dei due amici, entrambi urlavano e gioivano.
Piano piano entravano in acqua e si spruzzavano acqua, ridendo.
«È bellissimo. Amo il mare!» gioì Taehyung continuando a giocare con l'acqua. E stettero in mare per un altro paio di minuti, osservando i pesciolini attraverso l'acqua cristallina. E amando ogni cosa di quel posto e ogni secondo di quel momento.

25 Dicembre 2006
Difronte casa Park, Jimin stava giocando con la neve che copriva completamente il giardino. A Jimin piaceva quella visione, tutto bianco. E amava giocare con la neve, così soffice nonostante fosse troppo fredda. Desiderava la neve tutti gli anni, tutti i mesi, sempre. Era quello il suo desiderio a Babbo Natale. E nient'altro. Jimin era una bambino che non pretendeva tanto, bastava davvero poco per renderlo felice. Come la compagnia del suo migliore amico.
«Tae, abbiamo bisogno delle braccia.. Per il pupazzetto di neve!» fece notare Jimin al suo amico.
«È vero.. Dobbiamo trovare dei rametti» osservò il piccolo Taehyung.
Jimin si buttò sulla neve soffice, imbronciato, perché non aveva proprio idea di dove trovarli. Il piccolo Jimin non aveva pensato di prenderli nell'alberello del suo giardino ma Taehyung lo fece e si avvicinò all'alberello. Spezzò due piccoli rametti attento a non ferirsi e tornò da Jimin mostrandoglieli vittorioso.
Dopo aver messo i rametti al pupazzo di neve, Taehyung disse entusiasta: «Manca solo il nome!».
Jimin era disteso, mentre​ stava facendo l'angelo quando si alzò all'improvviso.
«Taemin! Chiamiamolo Taemin!» urlò Jimin, battendo le mani. Taehyung lo guardò confuso chiedendogli il perché.
«Tae, per il tuo nome e Min per il mio» spiegò Jimin, contento.
Taehyung sorrise e lo abbracciò, dicendo poi: «Sei proprio un genio, Jiminie!»
Il piccolo Jimin batté le mani, sentendosi felice soprattutto per il complimento che gli fece il suo migliore amico. Amava quando le persone si complimentavano con lui, si sentiva apprezzato.

23 Marzo 2009
Che Taehyung fosse più forte di Jimin si sapeva già. Ma non fisicamente, più caratterialmente. Un esempio tipico sono tutte le volte che succedeva qualcosa a Jimin e quest'ultimo scoppiava a piangere, il piccolo Taehyung era sempre lì a confortarlo.
Soprattutto da quando i due bambini frequentavano l'elementari, Taehyung si sentiva sempre in dovere di  difendere il suo migliore amico, da tutto e da tutti. Ogni volta che vedeva Jimin versare delle lacrime, il suo cuoricino si spezzava. Odiava vederlo triste, odiava non poter vedere quel suo sorriso così splendido. Per un bambino della sua età ,"odio" era una parola davvero grande ma non poteva usare altri sinonimi per descrivere il sentimento che provava nei confronti di chi o cosa rendeva triste il suo migliore amico.

«Jiminie, non piangere, per favore. Dimmi cosa è successo» sussurrò Taehyung, abbracciando forte il piccolo Jimin.
Jimin continuava a singhiozzare senza proferire parola.
Taehyung sospirò, rimanendo abbracciato al suo amico. In silenzio. Glielo avrebbe chiesto più tardi, quando si sarebbe calmato.
Dopo un paio di minuti, Jimin smise di singhiozzare e cercò di asciugarsi le lacrime. Inutilmente perché troppo stretto dal suo migliore amico.
«Tae... mi soffochi così...» sussurrò Jimin, accennando una piccola risata.
«Scusami– rise Taehyung, staccandosi, ma tenne le sue mani poggiate sulle spalle dell'amico– Per favore, dimmi chi ti ha fatto piangere» continuò, con un tono dolce.
«M-Mi ha s-spinto..» Jimin balbettò, abbassando poco dopo gli occhi.
«Chi? Chi ti ha spinto Jimin?» chiese immediatamente Taehyung, arrabbiato.
«M-ma non arrabbiarti, Tae... È-è stato M-Minhyuk...» dopo aver confessato, Jimin subito prese le mani dell'amico, per non farlo andare. Non voleva che litigasse a causa sua. Taehyung gli accarezzò la testolina e si allontanò, incamminandosi coraggiosamente verso Minhyuk, pronto a difendere il suo migliore amico. Nessuno poteva toccarlo. E tanto meno fargli del male. Taehyung avrebbe sempre difeso Jimin.
E Jimin avrebbe sempre avuto bisogno del suo migliore amico Taehyung.

My Favourite Teacher || Yoonmin Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora