«Taehyung» Jimin iniziò.
Taehyung si avvicinò al grande tavolo che si trovava dentro l'aula magna e vi si appoggiò, incrociando le braccia. Gli faceva strano vedere il ragazzo minuto davanti a sé, dopo settimane in cui non si parlavano. Avrà esagerato? Non avrebbe dovuto comportarsi così con il suo amico di una vita? E vedere Jimin con quei occhi tristi, accerchiati dal colore nero mischiato al violetto, gli faceva male. Tanto.
Ma nonostante ciò, tutto quello che riuscì a dire fu: «Allora? Non abbiamo tanto tempo».
«Taehyung..» sussurrò di nuovo Jimin. Il ragazzo nominato annuì, incitando il più basso a continuare.
«Mi dispiace. Sinceramente, non so nemmeno il perché ma l'unica cosa che riesco a dire adesso è "Mi dispiace". All'inizio non avevo capito i tuoi sentimenti e sono stato e sto ancora male per questo. Sono il tuo migliore amico, avrei dovuto capire prima ma ho sempre creduto che l'affetto che mi donavi fosse soltanto un qualcosa di amichevole e niente di più»
Jimin disse, asciugandosi subito dopo una lacrima che gli rigò quel dolce viso, quasi da bambino. Sì avvicinò di più all'amico e gli poggiò una mano sulla spalla.
«E questo cosa significa? Che proverai a ricambiare i miei sentimenti?» chiese Taehyung, guardandolo fisso negli occhi. Sapeva già la risposta ma voleva che il suo amico fosse sincero con lui e con se stesso. Sapeva che Jimin non avrebbe rinunciato al professore e questo faceva male. Ma se ne sarebbe dovuto fare una ragione e accettarlo. E supportare l'amico.
«Io.. Beh.. Provo gi-» il ragazzo dai capelli castano scuro stava parlando quando sentì la porta dell'aula magna aprirsi.
«Cosa state facendo qui? Avete un compito assegnato, e non è quello di gironzolare per la scuola facendo quello che vi pare» una voce profonda li rimproverò.
La voce apparteneva proprio a Min Yoongi. Ed era innervosito. Jimin lo aveva visto poche volte così ma non gli piaceva, non voleva vedere quel lato del suo professore. Avrebbe voluto vederlo sempre sorridere e scherzare.
«C-ci s-scusi, prof. È colpa mia» si scusò Jimin, facendo un piccolo inchino.
«Non mi interessa, uscite subito da qui e raggiungete il vostro gruppo di bambini» rispose il professore, aspettando sull'uscio della porta, per poi guardare male i due studenti mentre gli passavano davanti. In particolare Taehyung, così sembrò a Jimin, e così anche all'amico.
«Perché guardava male solo me? Sei stato tu a portarmi qui» chiese Taehyung, irritato.
Il più basso fece spallucce e disse: «Non so, ma probabilmente è stata solo una tua impressione. Scusa, comunque». Ed eccolo di nuovo a scusarsi. Ma per riavere indietro il suo migliore amico si sarebbe scusato altre miliardi di volte, lo avrebbe pregato.
Taehyung sospirò e poi annuì. «Ho capito, basta scusarsi».
«Quindi mi perdoni?» chiese Jimin, facendo gli occhioni dolci e mostrando il labbruccio sapendo benissimo che l'amico non avrebbe resistito.
Taehyung gli prese il piccolo viso con la sua mano grande e la girò, non volendo vederla. E poi non appena sussurrò un "Va bene", Jimin fece un piccolo urlo di gioia e lo abbracciò forte, schiacciando la sua guancia a quella del suo migliore amico, mostrando così una situazione davvero buffa agli occhi dei bambini. Proprio uno di loro li indicò ed esclamò ridendo: «Guardate che brutti!».
Taehyung allontanò Jimin-cozza e quest'ultimo si mostrò offeso per le parole pronunciate dal bambino e dalle risate.
Incrociò le braccia al petto facendo la linguaccia e così fece anche il bambino.
"Due bambini, sia di statura sia d'età" pensò Taehyung, alzando gli occhi al cielo.Guardava Jimin giocare, scherzare e ridere con i bambini e il suo cuore si riempiva di gioia. Il ragazzino gli faceva un gran effetto. Non riusciva a guardare le sue labbra, i suoi occhi, la sua mascella ben definita e il suo corpo senza avere dei pensieri poco casti. Il suo corpo minuto ma muscoloso allo stesso tempo. Grazie ai pantaloncini che stava indossando, lunghi fino al ginocchio, poteva osservare bene i muscoli del polpaccio ben definiti mentre correva o si piegava per prendere in braccio i bambini. Adorava ogni particolare di quel ragazzo. Era sicuro che fosse apprezzato da tanti. Ragazzo intelligente, bello, gentile e bravo in tutto. Chi avrebbe potuto odiarlo? Solo chi lo invidiava.
In quel momento lo vide voltarsi verso di lui e ricevette un sorriso, un bellissimo sorriso. E innocente.
Non sapeva se ricambiare o no, alla fine optò per accennare un piccolo sorriso.
Voleva stringerlo fra le sue braccia e cullarlo. Gli trasmetteva dolcezza.
Ma aveva paura, non aveva mai provato niente del genere verso qualcuno. Non aveva mai provato quell'attrazione fatale verso una persona più piccola.Spazio Autrice
Salve a tutti~ Dopo tutto questo tempo, eccomi qui con un nuovo capitolo. Scusate per gli eventuali errori.
Mi dispiace tanto non aver potuto continuare a pubblicare capitoli regolarmente, ma sto attraversando il periodo del cosiddetto "blocco dello scrittore" e non l'ho ancora superato del tutto lol.
E inoltre, ho provato a godermi un po' l'estate perché a settembre inizio il quinto anno di superiori e quindi, seppur brutto da dire, per adesso scrivere una Fanfiction è l'ultimo dei miei pensieri, scusate.Vorrei comunque ringraziare tutti i lettori, quelli vecchi e quelli nuovi lol spero che continuerete a seguirmi perché mi fa davvero piacere sapere che vi piace quello che scrivo.
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My Favourite Teacher || Yoonmin
Fanfiction❝Dove Park Jimin, ragazzo di 17 anni, è innamorato del suo professore di filosofia, Min Yoongi❞