VIII

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Il fine settimana era ormai finito. Jimin aveva passato la domenica nella sua stanza, da solo, facendo i compiti e giocando ai videogiochi. Gli mancava il suo migliore amico, nonostante fossero passati solo tre giorni ma non era solito stare più di 16 ore lontano da lui. Stavano sempre insieme. Sentiva una stretta allo stomaco, non voleva più litigare con lui. E Jimin si promise a se stesso di non far star più male Taehyung. Non gli avrebbe più parlato del suo professore, sapendo che lo feriva. Ma, comunque, non avrebbe potuto cambiare i suoi sentimenti per il suo adorato professore di filosofia.

La domenica sera Jimin inviò un messaggio a Jungkook, chiedendo se lui è Taehyung fossero rimasti al progetto che si sarebbe svolto lunedì. Jimin lo salutò dandogli la buonanotte quando Jungkook rispose in modo affermativo.

Il lunedì mattina Jimin non aveva proprio voglia di alzarsi. Non si era svegliato per niente di buon umore.
«Tesoro, sbrigati, farai tardi a scuola» disse la madre, entrando nella camera del figlio.
«Mamma, posso stare a casa? Non ho voglia di andare a scuola» sussurrò il ragazzo, girandosi dalla parte opposta del letto dando così le spalle alla madre.
«Non se ne parla proprio, sei voluto andare a scuola con la febbre. E adesso ti ordino io di andarci» rispose la madre avvicinandosi alla finestra e aprendo le tende che illuminarono tutta la stanza.
«E adesso alzati» concluse lei.
Non appena sua madre uscì dalla stanza, Jimin sbuffò. Si alzò di controvoglia e iniziò a prepararsi, per poi uscire di casa e incamminarsi verso la scuola, tra le strade gelide di dicembre.

Jimin si trovava seduto nella sua sedia, aveva la testa poggiata sulla sua mano sinistra e con la destra impugnava una penna blu.  Stava facendo tanti scarabocchi nell'ultima pagina del suo quaderno di storia. Per Jimin si prospettava una giornata veramente noiosa. Non aveva voglia di seguire le lezioni. Per di più, quel giorno avrebbe visto il professore Min Yoongi soltanto al progetto. Iniziò a pensare a come sarebbe stato il progetto. Interessante, sperava.

Ormai le lezioni erano terminate e Jimin si era recato nell'atrio della scuola, dove si trovavano altri alunni.  Una volta arrivato cercò con lo sguardo due persone in particolare. Taehyung e Min Yoongi.
Alla fine vide Taehyung poggiato in una parete, attendendo l'arrivo del professore. Stava decidendo di avvicinarsi al suo amico quando il professore arrivò. E Jimin perse un battito e si fermò subito. Era così bello. Indossava una camicia bianca, con le maniche ripiegate fino ai gomiti, dentro a un paio di pantaloni neri. Ai piedi indossava delle scarpe da ginnastica bianche. Jimin fece un sorrisetto per quelle. Infondo, il professore era molto giovane. Jimin ascoltava attentamente la spiegazione del suo amato professore.
Chi partecipava al progetto doveva passare un'intera giornata con dei bambini piccoli. Facendo diversi giochi insieme per intrattenerli. I bambini sarebbero stati divisi in diversi gruppi con associato uno o due tutor. Ovvero noi alunni. Questo progetto dava la possibilità di ricevere diversi crediti scolastici e in più avere esperienza con i bambini.
Jimin adorava i bambini ma nonostante ciò dubitava che sarebbe stata una passeggiata. Badare a tanti bambini, e non uno, non era facile. Soprattutto quando non si ha molta esperienza.
Min Yoongi prese diversi fogli e iniziò a dire i nomi del bambini per dividerli in gruppi, dicendo alla fine il nome del tutor con cui sarebbero dovuti andare.
Jimin aprì leggermente la bocca non appena capì che il professore aveva chiamato il nome di Jimin insieme a quello di Taehyung. Avrebbero fatto da tutor allo stesso gruppo.
Jimin era felice. Avrebbe potuto passare più tempo con il suo amico e fare pace. O almeno sperava.

Jimin si avvicinò a Taehyung.
«Tae, possiamo parlare?» Jimin chiese in sussurrò. Il ragazzo alto si girò verso Jimin e rispose. «Proprio adesso?» chiese, acido.
Jimin sbuffò. «Per te non è mai il momento giusto. Sto cercando di fare pace, Taehyung» Jimin ribbatté, afferrando l'amico per un braccio.
«Ma cerchi di parlare sempre nei momenti meno opportuni».
Jimin si passò una mano fra i cappelli, tirandoseli leggermente dal nervoso che gli stava causando quella situazione.
Poi guardò Taehyung, con sguardo implorante. «Per favore..» sussurrò il biondo.
Taehyung, non sapendo resistere allo sguardo da cucciolo dell'amico, sospirò e lo afferrò per un braccio, cercando l'aula magna.
«È da questa parte, se cerchi l'aula magna» sussurrò ancora una volta Jimin, indicando, con la sua piccola mano, la direzione opposta di dove si stava dirigendo Taehyung.
«Lo sapevo. Stavo solo controllando che non ci fosse qualcuno» rispose l'altro, stizzito. Tornando, poi, indietro. Questa volta nella giusta direzione.
«Certo, se lo dici tu» ridacchiò il più basso.

My Favourite Teacher || Yoonmin Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora