Capitolo 4

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Non sapeva dire quando se ne fosse andato. Seduti sul divano, avevano bevuto un caffè, mentre Giulia parlava del suo desiderio di lasciarsi tutto alle spalle per iniziare una vita nuova; parlava della paura che questo desiderio destava in lei, dei dubbi, della confusione. Ivan la ascoltava senza giudicarla e questo le piaceva.
Terminato il caffè era andata in bagno a rinfrescarsi. Poco dopo aveva sentito la porta d'ingresso e la voce di Giorgio che la chiamava. Affacciatasi alla porta del bagno, aveva visto che Ivan non c'era più.
Capitava sempre così.

Uscì dal bagno. Giorgio la aspettava in cucina.
- Stasera si cena fuori. Mettiti l'abito più bello che hai, ti porto in un posto speciale!
Lei non era dell'umore adatto per uscire. Cercò di convincerlo a trascorrere la serata in casa, avrebbe desiderato parlargli, ma presto desistette.
Si odiava per questa debolezza che la spingeva ogni volta a una vacua accondiscendenza nei confronti degli altri.

Giorgio sembrava su di giri, cosa che non era da lui, e questa insolita allegria finì per contagiarla. Si domandava quale ne fosse la causa, ma si trattenne dal domandarglielo, certa che glielo avrebbe presto detto.

La portò in un ristorante poco fuori città, nel quale non era mai stata. Un cameriere in livrea e guanti bianchi li accolse con un inchino e li accompagnò a un tavolo libero. Il pavimento, di un bianco perlaceo, rifletteva moltiplicandola la luce degli enormi lampadari di cristallo che pendevano in modo inquietante dal soffitto, sorretti da fili sottili. Sul tavolo era stesa una tovaglia rossa bordata d'oro; gli stessi colori decoravano le imbottiture di sedie e divani, e i muri.

Giulia si sedette in silenzio, guardandosi attorno, intimidita dalla pomposità dell'ambiente, dall'odore di incenso e rose, dalla luce. Giorgio sfogliava il menù, totalmente a suo agio.
Il cameriere li raggiunse con una bottiglia di vino rosso che versò con parsimonia nei bicchieri e prese l'ordinazione di Giorgio, il quale, senza consultarla, ordinò anche per lei.

– Allora, adesso mi vuoi dire cos'è successo? - Giulia non resisteva più, - Come minimo devi aver vinto alla lotteria perché, non so se te ne sei accorto. Ma questo è un locale per ricconi e penso che ti toccherà fare un'ipoteca per pagare il conto.
– Sei troppo curiosa! - rise lui, - ma ti perdono.
Dopo una breve pausa, alzò il calice: - dobbiamo brindare.
Questa cosa era in ballo da qualche settimana, ma solo oggi ne ho avuto conferma ufficiale. Non ti ho detto niente prima perché temevo che potesse andare tutto in fumo, ma ti assicuro che non è stato facile mantenere il segreto.
Si vedeva che cercava di contenersi, mi mantenere un comportamento consono al luogo, ma aveva un sorriso che gli andava oramai da un orecchio all'altro. Giulia alzò il suo calice. Giorgio fece tintinnare i due bicchieri e bevve un sorso di vino.
– Sappi che in questo momento stai brindando con il nuovo vice direttore della Madison&C!
Giulia tacque, fissandolo. Era sorpresa, ma immediatamente si riscosse. Giorgio era davvero felice e si aspettava una reazione diversa da quella che lei stava avendo. Non voleva fare la guastafeste, quindi raccolse tutta l'empatia che si trovò dentro: - Non me l'aspettavo, davvero!
Nascose in fretta il turbamento dietro il più ampio sorriso che riuscì a costruire e si congratulò, allegra più che potè.
Ma, si chiedeva nel frattempo, perché quel sorriso non lo sentiva dentro si sé? Cosa la turbava?

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