1

17 5 0
                                    

Vado con passo svelto verso la macchina. Sono in ritardo per la lezione di economia aziendale. Sento squillare la suoneria odiosa del mio telefono, prima o poi dovrò cambiarla; vedo che è mia madre, rispondo almeno cesserà questa canzone orribile.

«che vuoi mamma?» dico per poi sbuffare. Sicuramente vorrà ricordarmi della cena di questa sera.

«ciao Angy, come stai?»

«bene mamma, si mi ricordo che questa sera siamo a cena da te» dico salendo mi macchina e mettendo in modo.

«okay, ma ci sarà un ospite speciale»

«mamma non mi dire che è la zia Marilena, altrimenti non vengo»

«no no, sarà qualcuno di veramente speciale»

«mamma devo guidare ci vediamo sta sera»

«okay a dopo»

Due ore dopo

È appena finita la lezione del professor Alberti l'insegnate più noioso di questa sessione. Mi precipito a casa per prepararmi, spero che Mattia sia già pronto almeno il bagno sarà tutto per me.

«amore sono a casa» dico aprendo la porta, ma niente, nessuna risposta. Chissà dove sarà.
Poso la borsa sul tavolo della cucina e corro a prepararmi. Appena esco dal bagno vado in camera e sento Mattia rientrare, il solito ritardatario, ha ancora addosso la divisa da cuoco, non arriveremo mai in tempo a casa di mia madre.

«amore perché sei così in ritardo?» dico entrando in camera.

«ho avuto un imprevisto a lavoro, cinque minuti e sono pronto»

«va bene»

arriviamo giusto in tempo a casa dei miei genitori e sono già tutti lì che aspettano solo noi.
Le mie sorelle sono felici di vedermi, ma il più entusiasta è mio fratello Daniele che è appena tornato dalla Germania dopo 6 mesi fuori.

«Daniele!» dico andandogli incontro e abbracciandolo.

«Angy!» dice contraccambiando il mio abbraccio «mi sei mancata di più rispetto alle altre» dice a bassa voce.

«hei Daniele ti ho sentito» dice Giorgia smettendo di parlare con Francesca.

Mi stacco da Daniele e vado a salutare gli altri. Qualche istante dopo arriva mio padre che salutandomi mi dice che l'ospite speciale è in cucina ad aiutare la mamma con l'aperitivo.
Sono proprio curiosa di sapere chi è, mi precipito in cucina sperando non sia la zia Marilena.
Apro la porta e vedo un ragazzo, alto 1,90 circa, moro. È di spalle.

Vedo mia madre girarsi e dire «ciao tesoro, ti ricordi di lui?» vedo il ragazzo girarsi e sfoggiare il suo bellissimo sorriso e guardarmi con i suoi occhi blu. Certo che mi ricordo di Andreas, come potrei dimenticarlo, ma mi ha fatto troppo male quando è partito perciò preferisco far finta di non riconoscerlo, giusto per farlo soffrire come lui ha fatto soffrire me.

«no mamma chi è lui?» dico strizzando gli occhi. In quel momento vedo il suo splendido sorriso svanire e la speranza nei suoi occhi spegnersi.

«come non ti ricordi! È Andreas il nostro vicino a cui tu eri molto affezionata»

«no mi dispiace ma non mi ricordo» dico scuotendo la testa. Rimaniamo in silenzio per qualche secondo a fissarci, il mio sguardo va da mia madre ad Andreas e da Andreas a mia madre.

«va bene ragazzi andiamo in salotto» dice mia madre cercando di nascondere l'imbarazzo.

Entrati in sala mia madre porta Andreas da Mattia così che possano salutarsi.

Giulia intento mi si avvicina e mi chiede «ma ti ricordi di lui?»

«mh veramente no» dico scuotendo la testa.

«ma come no? Eravate inseparabili da piccoli»

«se fosse qualcuno di importante mi ricorderei di lui, non credi?» Giulia sta per dire qualcosa quando nostra madre ci annuncia che la cena è pronta.

Io mi trovo tra Andreas e Mattia di fronte ho Giulia che mi guarda con aria sospetta come se stessi nascondendo una segreto. Di fianco a lei ci sono Francesca Daniele e Giorgia che parlano e ai due capo tavola mia madre e mio padre.

«allora Andreas che lavoro fai?»chiede Mattia.

«sono un tecnico informatico, tu invece Angelica?»

«io frequento il terzo anno di università economia e management» rimango spiazzata da quella domanda visto che stava parlando con Mattia, ma non gli do importanza e proseguiamo con la cena.

«grazie per la cena Lucia» dice Andreas andando verso la porta « posso parlarti?» dice guardandomi con quegli occhi che mi hanno sempre fatto un certo effetto. Annuisco ed esco fuori con lui.

«so che ti ricordi di me» dice scocciato «ti conosco fin troppo bene» aggiunge.

« Andrea o come ti chiami, non so di cosa tu stia parlando ma non mi ricordo di te»

Lui scuote la testa e mi prende la mano «quando la finirai con questo giochetto dimmelo, ciao tigre ci rivedremo presto» dice guardandomi deluso.

Anche io lo conosco bene e so che ci è rimasto male, ma voglio che capisca quanto mi ha fatta soffrire.
Mi ha chiamata tigre, si ricorda ancora della giornata allo zoo di 11 anni fa, quando mi soprannominò tigre per il mio carattere forte e io invece iniziai a chiamarlo orso per la sua struttura.

Andreas sale in macchina e si allontana come ha già fatto tempo fa.

8631 Km Ci Separano Dalla FelicitàDove le storie prendono vita. Scoprilo ora