CAPITOLO 3 (parte seconda) in pericolo.

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*hi personcine carine....sono tornato...se qualcuno se lo fosse chiesto...no, non sono morto..."here i am!!!" So..... please follow meeee.
Ero incerto se continuare o fermarmi qui, mala vena artistica mi è esplosa dal braccio...e mi è venuta voglia...(di scrivere...pervertiti!).*

Firenze, era la mia, la nostra città Natale, eravamo nati e cresciuti li, conoscevamo tutti i borghi, le vie e le bellezze di quella città, il sabato, dopo le solite litigate con mio padre, uscivo, e osservavo quella marea di gente, venivano da tutto il mondo, migliaia di turisti, americani, inglesi, tedeschi..., E di italiani ormai era difficile trovarne. Ora, quella città, che per me, era stata la mia vera casa, dove mi sentivo al sicuro, dove conoscevo ogni angolo, la vedevo in modo diverso, per strada non c'era nessuno, ormai era notte, e ovviamente era inverno, ed avevamo poco piú che una maglietta è un paio di jeans, ma avremmo tenuto duro, non ci saremmo mica arresi al freddo per alcune ore, infondo avevo un sonno tremendo e non riuscivo neanche a camminare, l'asfalto era scivoloso, lucido. L'unico rumore che si udiva era quello Delle foglie, che si scontravano l'una con l'altra a causa del forte vento, anch'esso gelido come un ghiacciolo. Quella cittá era diversa, ora era vuota, buia, triste, mai l'avevo vista cosí, e anche Luca, ero certo la pensasse allo stesso modo.
Sentivo un'aria di disagio nel suo sguardo, ero spaesato ed io, che ero piú piccolo, ne avevo meno.

IO: Hey...tranquillo, dobbiamo solo trovare un posto per dormire.

Gli sorrisi per rassicurarlo, ma in realtá anche per rassicurare me stesso, parlando a lui, era come se parlassi a me stesso.

LUCA: Andrea, siamo in giro per le strade di Firenze di notte da soli, senza una meta da raggiungere, è pericoloso...io ho abbastanza paura, qui bisogna fare attenzione.

Stetti zitto annuii, e mi fermai un attimo a pensare, c'erano due vie, entrambe buie.

IO: e ora dove si va?

LUCA: non lo so...proviamo da questa parte.

Mi indicò la via di destra, anche se io avrei preso quella di sinistra, girammo nella vietta buia.
nel mentre degli ululati si udivano da lontano, e rimbombavano per le strette vie, fino ad arrivare il quella dove ci trovavamo noi, questo, ci fece scattare in avanti nel buio profondo, è in un attimo ci perdemmo nel nulla.

"Cosa...ci fate qui?..."

Rabbrividemmo, qualcuno, che non ero io e nè Luca, aveva pronunciato quelle parole, ed era tutto completamente buio. All'improvviso una piccola luce si accese, come una fiammella, anzi, un accendino, e guardando la fiamma, mi accorsi di due piccoli occhi rugosi, ed una bocca sottile ghignante.
Indietreggiammo, ma Luca s'inciampò su un legnetto, uno di quei rametti che cadono dagli alberi, dopo mesi di gelo. Non cadde, ma ci mancò poco.
I piccoli occhi si scorsero sempre meglio, fino a quando vidi anche gli zigomi ed il mento, la luce si espandeva sempre di piú, inluminando tutta la vietta, facendoci scoprire che in realtà era un vicolo cieco, e cieco ci stava pennello, dato che non si vedeva nulla a causa del buio insormontabile. Al suolo vi erano Scorze di arancia e briciole di pane, ma quasi degradate, con la muffa, e di certo, non piú commestibili.
Il signore, era alquanto basso, con un aria da pazzoide, era coperto da un cappotto, probabilmente usato o rubato ed un cappello verde scuro di pelle plastificata, gli stava malissimo.
I suoi denti erano sporchi, cariati e il suo ghigno pareva malizioso.

"Allora!? Cosa ci fate qui?!

La sua voce mi rimbombava in testa, ero stroppo stanco e ci eravamo cacciati in guai grossi. Io l'avevo detto, volevo andare a destra, ma come sempre Luca era il "leader" e comandava lui.
Luca ebbe un attimo di esitazione, e poi risposi

" scusi, mi dispiace, ci siamo persi...non volevamo disturbarla..."

"Bhe, ora siete qui, e fidatevi, ne uscirete non molto presto."

Sogghignò, e con uno sguardo perverso fissò prima uno e poi l'altro.
Ci eravamo cacciati in un grosso guaio.


AndreaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora