Capitolo 5: Eternamente nostri.

637 48 40
                                    

Sono le 3 di notte e non riesco a prendere sonno, mi mancano i suoi baci, le sue carezze, le sue parole dolci... ma mi ha fatto troppo arrabbiare. Era come se si vergognasse di me...

* TUMP * * TUMP *  Qualcosa picchia alla finestra, forse è solo grandine, ma mi alzo a vedere comunque. 

Era Jonathan, che lanciava dei sassolini per farmi uscire fuori. Era bagnato fradicio e per terra c'era un telo bianco con su scritto '' SHERWIN PERDONAMI... TI AMO ''. Apro la finestra e grido     << Tu hai perso la testa!!! >>  << Me l'hai fatta perdere tu! >> Mi risponde. Chiudo la finestra e mi infilo un jeans e delle scarpe e senza farmi sentire da mamma e papà mi precipito da lui; prendo una rincorsa e * SBAM * gli  salto addosso e lo bacio, e lui mi stringe a se, il suo dolce profumo mi manda in extasy. << Jonathan torna a casa altrimenti ti ammalerai >> << Zitto fai parlare me >> Si inginocchia davanti a me e tira fuori un anellino d'argento, uno di quelli alla moda come si portano ora ma con incisa la data di oggi << O mio Dio Jonathan >> Mi salgono le lacrime            << Sherwin, mi hai fatto perdere la testa, la ragione, il motivo per cui vivo sei soltanto tu. Ti prego, vuoi essere eternamente mio? >> Scoppio a piangere e annuisco << Oddio certo che sì, sì assolutamente sì >> Jonathan mi infila l'anello al dito, si alza e ci baciamo. << Vai a casa, buonanotte >> Gli dico << Buonanotte mio amore >> mi rimanda.

Prendo il telo e lo metto nell'asciugatrice, la scritta è un po' sbiadita ma è rimasta, la metto nell'armadio. Prima di addormentarmi riguardo per la centesima volta il mio anello di fidanzamento con Jonathan e mi stringo la mano al petto.

***

Sono le 8:00 del mattino, prendo la cartella e scendo, ed eccolo lì, che mi aspetta: Jonathan.

<< Buongiorno mio amore >> Mi dice baciandomi << Buongiorno bae >>, Ci prendiamo per mano e ci incamminiamo verso la scuola. I passanti ci guardano male ma noi ce ne infischiamo e quando ci criticano ci giriamo per baciarci.

Arriviamo a scuola e tutti ci guardano sbalorditi << GUARDATE PEL DI CAROTA E JONATHAN SONO FROCI >> Ci grida uno del terzo anno e mezzo istituto scoppia a ridere << Oh ma stai zitto pallone gonfiato, preferisco essere '' frocio '' invece che essere un coglione come te >> Dice Jonathan; un sacco di persone ci fischiano in segno di approvazione. Le tre ragazzine che gli ronzavano solitamente attorno scoppiano a piangere, scusate ma JONATHAN E' SOLTANTO ED ESCLUSIVAMENTE MIO AH-HA!

Noto che anche lui ha il mio stesso anello, e mi giro per baciarlo, e tutti fischiano ancora di più, finalmente posso essere felice, finalmente ne ho anche io il diritto di sorridere.

Oggi abbiamo le prime tre ore insieme.  Alla prima ora abbiamo Matematica, ma la professoressa Benson è malata e non è potuta venire, per cui abbiamo supplenza e facciamo quel che ci pare, dunque ci sediamo allo stesso banco. Ci intrecciamo le mani e parliamo del più e del meno << Come credi che la prenderanno i nostri genitori?>> Mi chiede << Io non lo so, chi mi spaventa è mio padre >>  Rispondo. << Hai paura che possa farti del male?>>  Mi chiede ancora << Non lo so Jonathan, è omofobo ma sono il suo chicco , non so se mi spiego >> Annuisce << Qualunque cosa accada noi la supereremo assieme, costi quel che costi, tu sei mio, io sono tuo, ci amiamo e nulla potrà separarci. Forse da soli siamo meno di una cicca ma insieme siamo imbattibili >> Sorrido e gli do un bacio sulla guancia << Ti amo da impazzire >> Gli dico << Anche io, e davvero tanto >> mi risponde; << Oggi i miei genitori non sono a casa, vieni da me?>> Gli chiedo << Ci puoi giurare >> Mi risponde.

***

Sono le 4.05 del pomeriggio e Jonathan dovrebbe arrivare a momenti. Attendo con ansia alla finestra e mi guardo ripetutamente l'orologio << Oh andiamo Jonathan, ti prego arriva >>, E le mie richieste vengono ascoltate, ecco la macchina bianca del padre fermarsi sotto casa mia, Jonathan scende e lancia uno sguardo in alto sorridendomi, e io gli sorrido di conseguenza. Corro alla porta per aprirgli ed eccolo qui, pronto ad abbracciarmi, e ci stringiamo, tanto tanto. Gli prendo la mano e lo porto in camera, lo avvicino a me prendendogli il volto e guardandolo negli occhi, mi perdo nella sua infinita bellezza.

Jonathan mi prende e mi bacia stendendomi nel letto, anche stavolta sono sotto di lui, gli sfilo la maglia e gli tocco i muscoli duri come la pietra accarezzandogli il torace, una sensazione di piacere mi assale, una sensazione che ho sentito poche volte, tipo ieri quando ero a casa sua, e lo so che mi eccita da morire, ma non sono ancora pronto per quel tipo di cose.

 Lo metto giù, adesso sono io che voglio perdere il controllo; mi toglie la felpa e sì, sono una cazzo di tavola e non me me ne fotte niente. Gli bacio il collo, i pettorali, gli addominali assaporo la sua pelle, leccandola, mordendola, baciandola, perchè lui sa essere arte. << Eternamente mio, eternamente nostri >> Gli dico << Eternamente mio, eternamente nostri >> Ripete a sua volta, e torniamo a baciarci, a far incastrare le nostre labbra e a far annodare le nostre lingue come se stessero ballando il valzer. Ci riempiamo di succhiotti e siamo pieni di lividi, a petto nudo, sul mio letto, accasciati mano nella mano, con il gelo che ci riempie di brividi, ho freddo ma ho il cuore caldo << Io ho freddo, mettiamoci sotto le coperte >> gli dico, e così facciamo, ci leviamo le scarpe e rimaniamo abbracciati sotto il mio caldo piumone fino a quando non ci addormentiamo, perdendoci tra i nostri successi, facendo mischiare gli incubi e l'emozioni.

***

Dopo due orette di sonno mi sveglio e Jonathan mi sta ancora abbracciando, mi ricordo però che verso l'ora di cena i miei sarebbero tornati e se avessero trovato Jonathan nel letto accanto a me sarebbe stata la fine. << Jonathan, Jonathan svegliati >> Lo scuoto un po' << C- cosa c'è? >> << I miei stanno per arrivare, su alza il culo dal letto >> Gli dico in tono dolce e scherzoso << E va bene >> Si alza e si stiracchia, tutti i muscoli tirati e tutti i lividi dei miei morsi gli colorano il torace come se fosse un paesaggio d'autunno. Si infila le scarpe e la felpa, ci diamo un ultimo bacio, come quelle coppie d'amanti che si amano in silenzio ma sanno urlare forte, e poi se ne va. Il letto, le lenzuola, i cuscini, tutto sa ancora di lui, del suo profumo così buono. Il suo sapore impresso ancora sulla mia lingua e sulle mie labbra, mi accompagna in un altro profondo sonno,.

In a heartbeat: la storia d'amore di Sherwin & JonathanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora