Napoli: 12 gennaio 2260

29 1 0
                                    

Non ricordo nulla di come iniziò la ricerca. Non ricordo gli studi fatti, quanto tempo ci sia voluto, il lavoro che c'è stato dietro. Non ha senso che me ne ricordi adesso, in questo mondo sfasciato. 

Mi ricordo del Dottor Thomp. Insigne studioso, grande visionario e brav'uomo. Non è stata colpa sua. Le sue intenzioni erano buone, chi non si farebbe tentare dal finanziare una ricerca che sia in grado di curare le cellule malate di ogni individuo e risolvere così definitivamente il problema della formazione dei tumori? Ammettiamolo, è una grande idea. Di fatti non ebbe problemi a trovare dei finanziatori. Quattro o cinque idioti pieni di soldi che per un capriccio si buttano sulla ricerca per chissà quale atto nobile. 

Stronzate. 

Sappiamo benissimo che quei bastardi egoisti e megalomani l'hanno fatto solo per vedere il loro nome presente nella più grande scoperta degli ultimi tempi. Poveri illusi. Non se sia giusto o sbagliato, ma in parte sono contento che stiamo mangiando carne in questo momento o che - il che è davvero divertente - siano stati uccisi.

Ad ogni modo. Non è stata colpa di Thomp. E come potrebbe? Per quanto tu possa sperimentare, catalogare, fare ipotesi, teorie e quant'altro ci sarà sempre qualcosa che non andrà per il verso giusto. Murphy lo diceva. Ne abbiamo la prova continuamente. Ergo non c'è da stupirsi che qualcosa sia andato storto.

Il problema è il quanto sia andato storto.

Ho iniziato a raccogliere dati, fare osservazioni, analizzare sostanze e ambienti. Ho catturato non so quanti di loro, li ho aperti, sviscerati, scuoiati. Probabilmente non è il metodo migliore me ne rendo conto, ma d'altronde come potremmo sapere ciò che sappiamo ora. Potrà dare fastidio a molti questa cosa, non me ne vergogno. I medici aprivano cadaveri per capire come fossimo fatti, è grazie a loro se la medicina è andata avanti e molte malattie possono essere curate con facilità. Ora sto solo applicando lo stesso principio. Quello che cerchiamo è un modo per bloccarlo e non c'è altro sistema per capire come procedere.

Mi ricordo bene la prima vittima della mutazione. Fece scalpore sui giornali, mi pare fosse aprile dell'anno scorso. Si chiamava Mark Gallow, aveva 42 anni, uno dei primi delle sperimentazioni umane del dottor Thomp. Aveva aggredito la moglie a morsi e la polizia l'aveva classificato come omicidio e aveva rinchiuso l'uomo in cella di isolamento. Nulla di insolito se non nel modo in cui aveva azzannato la moglie. Non passò molto tempo prima che il signor Mark distrusse la parete della cella e mangiasse i suoi vicini.

Fu subito preso sotto osservazione dall'equipe del dottor Thomp. Non ci misero molto a collegarlo al gene Z. Bastò una semplice analisi del DNA. Filamenti distrutti e ricollegati in maniera elicoidale ma con tutti i nucleotidi completamente scombinati. 

Ricombinazione genetica. Ecco che cosa stava causando.

Solitamente ciò avviene durante il concepimento, quando si deve creare una nuova vita. Non quando l'essere è già vivo. 

Il processo scuote l'intero organismo e muta drasticamente il tutto. Una metamorfosi che gradualmente scombinava ogni singola cellula.

Fu allora che nacque il primo infetto. 

Li chiamiamo così perché effettivamente il gene si comporta come una specie di virus. All'inizio solo chi lo aveva installato nel Nano Generatore Cerebrale (CNG) presentava gli stessi sintomi: aggressività incontrollata, epidermolisi, denti e unghie allungati, scomparsa graduale degli occhi, perdita dei capelli, odore fetido.

In seguito scoprimmo che il gene poteva diffondersi anche attraverso il contatto delle mucose sulla carne. Per inciso un morso. Quando altri 12 soggetti presentarono gli stessi sintomi iniziammo veramente a preoccuparci. Ero in contatto con il dottor Thomp ed ero al corrente dell'andamento della ricerca. 

Ovviamente si scatenò il panico e ci fu una corsa per rimuovere l'aggiornamento CS Cancer Stop. Thomp fu condannato all'ergastolo dopo che il numero degli infetti salì a 834. Nei mesi successivi iniziammo a rintanarci in città barricate perché gli infetti stavano diventando troppi e le città di contenimento non furono in grado di fermarli.

Il clima in cui viviamo è un clima di sopravvivenza. Sappiamo che possiamo morire da un momento all'altro, ma non ci diamo per vinti. Lavoriamo senza sosta per trovare un modo per risolvere questo casino. Io ci sto lavorando, qui, nella riserva di Napoli. Stiamo cercando di fornire quanta più assistenza alla riserva di Ercolano. Mi piacerebbe che potesse diventare un centro medico di ricerca. Ne avremmo davvero bisogno. Le squadre che mandiamo fuori costantemente alla ricerca di materiali, cibo e medicine non tornano mai al completo. 

L'aria sta cambiando. Alcuni accusano problemi respiratori e difficoltà a muoversi. Dalle analisi che ho fatto risulta che l'ossigeno nell'atmosfera stia gradualmente diminuendo. La deforestazione operata negli ultimi tempi non è un buon segno, ma ho il chiaro sospetto che questo sia causato dagli infetti: l'odore che emanano è disgustoso. Sembra un misto di sangue rappreso e carne in decomposizione. Quei gas sono emanati solitamente da creature morte e batteri e animali provvedono a farli sparire. Ma non quando accade su esseri viventi. Ho il presentimento che questo stia causando un cambiamento nell'atmosfera e la vegetazione non è in grado di bilanciare questa cosa.

Ieri si è intrufolato qui dentro uno scoiattolo. Non è raro vedere ancora animali, ma questo aveva qualcosa di diverso. Gli occhi erano privi di pupilla, blu e sporgenti. Le zampe posteriori erano forti e poderose con artigli molto grandi mentre quelle anteriori erano due monconi. Ma la cosa più raccapricciante era la bocca. Sembrava fosse stata strappata e al posto di essa vi erano tentacoli viscidi che penzolavano.

Temo che il gene stia intaccando anche gli animali. Dovrò fare ulteriori analisi, ma la priorità resta la riserva di Ercolano per il momento.

Terrò traccia dei miei studi. Magari a qualcuno potranno far comodo in futuro. Se mai potrà esserci un futuro.

Database ricerche. Victor BurielliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora