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«I feel stuck in a costant loop
of disapointment and heartache»

«Tu? Cosa ci fai qui?» i suoi occhi azzurri mi scrutarono dalla testa ai piedi con quel pizzico di presunzione che l'aveva sempre caratterizzata

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«Tu? Cosa ci fai qui?» i suoi occhi azzurri mi scrutarono dalla testa ai piedi con quel pizzico di presunzione che l'aveva sempre caratterizzata.

«Volevo parlare con Ha-» non fui in grado di finire, a causa di un'altra voce a me fin troppo familiare.

«Tesoro, chi è?» urlò da chissà quale stanza della casa. Quando sentii la sua voce pronunciare quelle parole, il mio cuore sembrò appesantirsi improvvisamente. Mi sentii improvvisamente di troppo e stupida ad aver pensato che quella volta tra di noi potesse funzionare.

Si avvicinò alla figura di Barbara, che rimase in piedi davanti a me e le lasciò un bacio sul collo, per poi posare gli occhi su di me.

Non appena incrociò il mio sguardo, i suoi occhi si spalancarono e tutto ciò che desideravo fare in quel momento era scappare.

«Mila! C-cosa ci fai qui?» la mia visita l'aveva spiazzato e questo glielo si poteva leggere sul volto e dal modo impacciato e nervoso con il quale iniziò a muoversi.

«Io... Volevo parlarti, ma posso passare un altro giorno» mi feci coraggio e risposi, accennando un sorriso evidentemente finto. Le lacrime minacciavano di rigarmi il viso, ma feci di tutto per trattenermi e non rendermi ancora più ridicola.

«Ma no, entra» parlò poi Barbara, rivolgendomi un sorriso fin troppo furbo. Come sempre, aveva intenzione di mettermi in imbarazzo ed in ridicolo davanti al suo ormai fidanzato, ma non ero dell'umore per i suoi giochetti insulsi.

In quel preciso istante iniziai a pensare a come mi fosse venuto in mente di precipitarmi qui e chiedere ad Harry di iniziare da zero, partendo da noi due e, soprattutto, da Grace.

«No, grazie. Tra poco devo andare a prendere Grace da mia mamma e non posso perdere tempo» scossi la testa e sorrisi, ripensando a quanto fosse stato assurdo il mio piano.

Nessuno dei due accennò una parola, così gli rivolsi un cenno e mi diressi verso casa di mia madre, pronta a crollare in lacrime tra le sue braccia, fin quando una voce non mi fece voltare nuovamente.

«Aspetta, Mila» Harry mi raggiunse velocemente e mi afferrò la mano, che scostai subito dopo.

«Perché non me l'hai detto?» fu l'unica cosa che gli chiesi. Con lui mi ero aperta su tutto, nonostante non stessimo più insieme, persino sull'episodio della sera precedente accaduto a Parigi, mentre lui mi aveva tenuta all'oscuro di una cosa così importante.

«Volevo farlo, ma non sapevo come dirtelo» si grattò la nuca e mi guardò dritto negli occhi, in attesa di una mia risposta.

«Sono stanca» ammisi. Ed era così. Mi sentivo stanca, esausta.

«Io... Devo dirti un'altra cosa» il tono spaventato, ma allo stesso tempo cauto, che usò, mi fece temere il peggio e non ero pronta ad affrontare altro in quel momento. Stavano accadendo così tante cose in così poco tempo, che mi sentivo sopraffatta e senza forze.

«Le ho chiesto di sposarmi»

From the dining table.  #Wattys2018Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora