CAPITOLO TRE.

22 4 0
                                    

"Che ci faceva quella ragazza nella mia stanza."
Si sedette sul mio letto come se niente fosse, come se tutto ciò fosse normalissimo.
-Che c'è?- disse quasi ridendo. -Non dici niente?-
-Tu...-balbettai. -Che ci fai in camera mia? Chi sei?- dissi con il cuore che mi batteva a mille, sembrava quasi che volesse uscire dal mio petto. Iniziai ad ansimare e a piangere. Questo succedeva ogni volta che ero in panico e allo stesso tempo avevo paura. Mi toccai il petto mentre indietreggiai.
-Hey..- mi disse. - Non volevo spaventarti così.- disse mentre piano piano si stava avvicinando a me.
-Non avvicinarti.- dissi con una mano al petto e una mano davanti a me in modo tale da sembrare una minaccia.
-Non avvicinarti, davvero.-
La testa iniziava a girarmi, mi sembrava quasi di svenire. Non riuscivo più a vedere bene cosa c'era davanti a me, il buio iniziava ad insediarsi....

Aprii gli occhi e davanti mi ritrovai di nuovo quella ragazza. Scattai subito.
"Non stavo sognando allora."
Ero senza parole.
-Senti non voglio farti del male. Voglio solo parlare con te. Niente di più.- mi disse.
-MA CHI SEI?- risposi ormai esasperata. - CHE VUOI DA ME?-
La ragazza fece un passo indietro, quasi spaventata dalla mia voce ma non ce la facevo più a sopportare quella situazione, stavo impazzendo.
-Allora, io mi chiamo Jennifer. Piacere.- disse sorridendomi e porgendomi la mano.
-Io sono Violet.- risposi. Mi alzai dal letto e cercai di rimanere un po' lontana. Questa situazione mi spaventava.
-Ora che so il tuo nome, vuoi raccontarmi che ci fai in camera mia? Come mai ti ho vista in quel sogno? Cosa sta succedendo?- domandai tutto di un botto.
-Questa è camera mia in realtà. Sai prima non era arredata così male questa stanza, hai rovinato proprio tutto mettendo questi posters di cartoni animati.-
-Anime.- dissi correggendola.
-Comunque sia, era molto meglio prima.- ridacchiò come se si fosse ricordata di una cosa. -Mia sorella..-continuò. -Veniva sempre in camera mia portando tutte le sue bambole preferite e voleva ogni volta che giocassi con lei. Era proprio una bambina graziosa, così tenera, così innocente...- sembrava che da un momento ad un altro si mettesse a piangere.
Non ci stavo capendo nulla. "Che significava che questa era camera sua? Sua sorella poi..."
Mi guardò e il suo sguardo faceva spavento.
"Siamo sicuri che questa ragazza fosse una persona?"
-Mia sorella così graziosa e così tenera è dovuta morire. Morire..- disse ridendo.
Il suo sguardo piano piano iniziava a sembrarmi sempre più cupo, sempre più spaventoso.
"La situazione non si sta mettendo nel modo giusto. Devo mandarla via o sarebbe successo qualcosa di davvero spiacevole."
-Ehm senti io...io beh...non mi sembra il momento giusto adesso. Sai io, io non mi sento affatto bene. Possiamo riparlarne in un altro momento se vuoi.- cercai di fare un sorriso forzato.
All'improvviso i suoi occhi cambiarono colore e da nocciola diventarono bianchi.
Urlai.
Jennifer o chiunque fosse stava vendendo verso di me. Aprii la porta e corsi in cucina, presi il telefono e subito chiamai mia madre.
Guardai intorno per cercare di vedere se fosse nelle vicinanze ma non c'era traccia di quella ragazza.
-Mamma!- dissi con un tono abbastanza allarmante. -Torna a casa ti prego.-
-Sono quasi arrivata tesoro, non preoccuparti. È successo qualcosa?-
-Nono, ho solo bisogno che torni a casa per favore.-
Staccai la telefonata e speravo che quella cosa non fosse ancora in casa con me.
-Ciao!- disse, mi girai e la vidi dietro di me.
"Oh mamma è ancora qui."
Il panico si stava di nuovo insediando dentro di me e tra poco mi sarei messa a piangere davvero.
"Perché tutte queste assurdità stanno capitando a me? Cos'è quella cosa? Una specie di fantasma o qualcosa del genere?" pensai.
Mentre stavo pensando, la creatura si avvicinò a me lentamente.
-Io sono buona lo sai.- disse sorridendomi.
Io annuii. -Lo so. Lo so.- risposi cercando di restare tranquilla.
Nella mia mente nel frattempo speravo che arrivasse mia madre ma era sparita, andata chissà dove.
Il campanello bussò e sembrava quasi una liberazione. Era arrivata finalmente. Feci qualche passo in avanti per aprire la porta ma la tizia mi bloccò.
-E invece no.- disse ancora con quel suo sorriso. -Nessuno entrerà in questa casa a parte noi due. Te sarai la mia nuova sorellina.-
Aveva un tono alquanto inquietante. Sarei svenuta di nuovo. La tizia si avvicinò a me ed io urlai di nuovo, urlai così forte che caddi a terra. La porta si aprii di scatto e vidi mio padre che corse subito da me.
-Violet, come stai? Violet mi senti?- disse preoccupatissimo. -VIOLET.- disse alzando la voce.
Aprii gli occhi. -Sto bene.- risposi con un filo di voce. -Sto bene.- ripetei.
Ero stanca e avevo bisogno di dormire, ma non sarei riuscita a dormire sapendo che quella creatura potesse tornare da un momento ad un altro. Mio padre mi prese in braccio e mi portò in camera mia. Mi adagiò lentamente sul letto.
-Cos'è successo?- domandò.
Io scossi la testa, non volevo parlarne adesso. Non avevo neanche le forze.
-Riposati.- disse con gentilezza. Stava per andarsene ma io lo bloccai, non volevo rimanere di nuovo da sola.
-Resta con me.- sussurrai. -Non lasciarmi da solo per favore.-
Mio padre annuì.
-Vado a farmi un attimo la doccia. Va bene?-
Annuii anche se una parte di me non voleva che mi lasciasse da sola ma mi sembrava ovvio che volesse farsi una doccia dato che era appena tornato da lavoro. Sperai con tutta me stessa che facesse presto.
Prima di uscire dalla stanza mio padre mi sorrise e disse -Torno subito.- e rimase la porta aperta.
"Almeno."
Presi il telefono per controllare se ci fossero dei messaggi.
Mille messaggi inutili sul gruppo della classe. Entrai su WhatsApp e vidi che tra i tanti messaggi della classe c'erano alcuni di Ally ma soprattutto...
Il mio cuore iniziò a battere più velocemente.
"Com'è possibile che abbia contattato proprio me." pensai e allo stesso tempo sorrisi.
Entrai prima nella chat di Ally che era preoccupata infatti mi chiedeva come stessi e io le risposi che stavo meglio. Decisi di non raccontarle quello che era successo dopo che se ne era andata.
Entrai nella chat di Paul. Ero già arrossita.
'Il prof vuole che tu faccia questi esercizi.'
E c'erano varie foto di esercizi. Sbuffai.
'Te come stai? Ultimamente vieni poco a scuola e ho saputo che sei andata in ospedale.'
'Diciamo che va tutto bene.' risposi.
Subito mi arrivò la sua risposta.
'Quando torni a scuola?'
Fui abbastanza sorpresa da quella domanda. Ho sempre pensato che per Paul non esistessi e invece.
All'improvviso fui felicissima e quasi dimenticai cos'era successo in questi giorni.
'Non so.' risposi.
Posai il telefono consapevole che la conversazione era finita là.
Sentii mia madre entrare in casa e mi alzai subito dal letto per andare da lei.
Per quanto la odiassi, le volevo comunque bene.
L'abbracciai e per una volta fui felice che lei fosse qui con me.

Yūrei.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora