Capitolo 1 Asia

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Asia

Avere sedici anni è un bel problema. I miei genitori sono un problema. Io e loro siamo due mondi distanti, avete presente Marte e il pianeta Terra? Ecco anche più lontani.
In una famiglia non si dovrebbero prendere le decisioni insieme? Discuterne? Bhe nella mia no!
Sento di non contare nulla e mi fa male perché vorrei che loro mi ascoltassero, vorrei essere trattata da adulta e invece vengo soltanto presa in giro, anche adesso.

Firenze mi piaceva tanto. Passeggiare lungo l'Arno, visitare gli Uffizi, guardare le coppie innamorate sul Ponte Vecchio. Erano tante le cose che mi piacevano di quella città. Mamma era bravissima a cucinare uno dei dolci tipici che tutti ci invidiano, lo "zuccotto". È un pan di spagna imbevuto di liquore e ripieno di ricotta e frutta candita e tra l'altro uno dei miei dolci preferiti.
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<<Asia.>>
Ecco mio padre che cerca di spiccicarmi una parola.
<<Lasciala Robert le passerà.>>
Questa invece è mia madre, crede di conoscermi di sapere tutto di me ma si sbaglia e adesso le farò vedere.
<<No che non mi passerà! Non presto almeno. Mi avete portata qui allo scuro di tutto vi rendete conto? Non una parola, un accenno, niente!
Non avete pensato a come io possa prendere tutto ciò?>>
Sono disperata e non mi importa di aver avuto questa sfuriata, mi costringono loro a comportarmi così.
<<Tesoro.>> sussurra mio padre.
<<È proprio per questo che non ti abbiamo detto niente, sapevamo che non avresti accettato ma non potevamo lasciarti a Firenze da sola e a Milano mi attende un lavoro che aspetto da mesi capisci in che situazione eravamo?>>
<<E voi capite che non sono più una bambina? Potete parlare con me, spiegarmi. Non c'è bisogno di trattarmi in questo modo e di nascondermi le cose.>>
Perché non mi hanno detto tutto fin da subito? Lo so io perché. Loro mi vedono ancora come una bambina, non si confidano mai con me.


Arrivati a Milano mamma e papà decidono di andare subito a vedere la nuova casa, abbiamo portato molte cose quindi ci vorrà un po' di tempo prima di sistemarci. Sono davvero delusa da loro, non capisco perché non mi hanno detto tutto questo, forse non l'avrei presa bene è vero ma almeno sarei meno arrabbiata di adesso.
Mio padre ferma la macchina davanti a un piccolo edificio, scendiamo tutti e tre ed io rimango immobile a guardarlo.
<<Puoi scegliere la camera che vuoi.>> dice.
<<Grazie.>>
Lo aiuto a prendere i bagagli e cominciamo ad entrare. C'è un ampio salotto con delle finestre, una poltrona e un tavolo, più avanti il bagno, e sul corridoio le camere da letto.  Ne apro una ma è sicuramente troppo grande, apro la seconda e penso vada bene. È piccola ma spaziosa, c'è una finestra, una libreria, un letto e un armadio, va più che bene.

<<Asia perché non vai a comprare la cena per stasera? Il frigo è vuoto e io non riesco a muovermi.>>
Bella mossa mamma, davvero.
<<Ma siamo appena arrivati non conosco la città, come faccio?>>
<<È un primo passo per farlo no? Milano è grande ma ti piacerà e poi puoi benissimo usare il tuo cellulare, lo fai sempre magari ora è anche più utile.>>
<<Certo mamma.>>
<<Prendi questa lista e se ci sono problemi chiama  subito.>>
<<Va bene vado.>>
<<Ciao tesoro.>>

Sono qui da qualche ora e già mi ritrovo sola a vagare per la città. Il mio quartiere sembra così lontano dal centro come farò a raggiungerlo?
Il mio telefono si è pure scaricato e non so come fare se dovesse succedermi qualcosa.
'Okay forse non è il caso di pensare al peggio adesso'.
Cammino per un po' e mi guardo intorno cercando di capire dove mi trovi. Forse era meglio prendere una metro o qualsiasi altro mezzo pubblico, oh dannazione!
Mi allontano di qualche passo e raggiungo una zona non proprio bellissima, sembra di essere in periferia, in uno di quei quartieri poco raccomandabili.
Chino il viso verso il telefono quando mi accorgo di un ragazzo e una ragazza che mi stanno fissando in modo strano.

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