Luca
Ho perlustrato tutta la villa ma di Asia nessuna traccia. Chiara e Fabio non l'hanno vista e io non so più dove sbattere la testa.
Sono incazzato nero, non so più dove andare, la sto cercando ovunque e mi sento uno schifo ad averla lasciata con quell'idiota di Sergio.
Mentre sono in giardino mi rendo conto di non aver guardato nel magazzino sul retro, vado subito lì e la vedo. Sospiro sollevato, è lì in un angolo appollaiata su sè stessa. Sembra pallida e sudata, le dò un occhiata veloce e la porto via caricandola sulle spalle. Non si accorge di nulla, è svenuta e in questo stato non posso né portarla in ospedale né tantomeno a casa sua.
Qualche minuto dopo e siamo in garage, l'unico posto sicuro per lei in questo momento. La appoggio sul mio letto, le sfilo le scarpe e vado a prendergli un panno bagnato da poggiare sulla testa. Non si muove di un millimetro, vorrei provare a svegliarla almeno per cercare di farle vomitare quello che le hanno fatto bere ma non ci riesco, sembra talmente serena, tranquilla che sarebbe un peccato. E poi è stranamente divertente vederla così senza parole che non voglio perdermi la scena. Per la prima volta riesco a guardarla senza che mi urli contro ed è tremendamente bella.Mi metto sul divano mentre lei continua a dormire, ogni tanto mi alzo e vado a guardarla, le cambio il panno bagnato e controllo che respiri. Non chiudo occhio, penso e ripenso al perché l'ho portata qui.
È a casa mia nel mio letto e io le sto praticamente facendo da infermiere. Che significa? Perché mi sto comportando così?
Ogni ragazza che è finita qui è sempre finita a letto con me e ora che mi succede , ho infranto le regole? Non riesco a pensare in maniera lucida e il fatto che sia qui mi rende le cose ancora più difficili, più la guardo e più mi sento incatenato a lei. Non riesco a non guardarla, a fare finta che non mi attragga perché non è così, solo il pensiero che qualcuno l'abbia toccata a quella maledetta festa mi fa gelare il sangue, sarei pronto a spaccargli la faccia se ce lo avessi qui.Asia
Mi sento come se avessi dormito per giorni. La testa mi scoppia, sento un sapore amaro in bocca e ho i brividi di freddo. Non sono mai stata peggio.
Cerco di alzarmi ancora un pò addormentata ma mi rendo conto di non trovarmi a casa mia. Perché sono al garage di Zanna? Non capisco..
Guardo in ogni angolo ma mi rendo conto di essere da sola finché qualcuno sbatte la porta da dietro le mie spalle.<<Ti sei svegliata finalmente.>> dice togliendosi il giubbotto per venire verso di me porgendomi un pacchetto.
<<Che cosa ci faccio qui?>> gli chiedo di getto.
<<Di questo parleremo dopo, adesso prendi queste aspirine.>>
<<No, prima spiegami.>>
<<Ti sentirai meglio, prendile.>> insiste.
Faccio come dice e poi mi siedo aspettando che parli.
<<Ho dormito qui?>> gli domando.
<<Si.>>
<<Non ricordo praticamente nulla di ieri sera.
Come ho fatto ad arrivare qui?>>
<<Non ricordi proprio niente?>> dice mentre si accende una sigaretta.
<<La festa. Siamo andati a quella festa e io sono rimasta con Sergio.>>
<<E poi cos'altro?>>
<<Poi il vuoto, non ricordo più nulla.>>
<<Vuoi che ti rinfreschi le idee?>> <<Ti hanno fatta bere , non so chi sia stato né se ti abbiano dato altro, quando ti ho trovata eri già svenuta sul pavimento ghiacciato di Bettany.>>
NON PUÒ ESSERE.
<<Non è possibile, non ci posso credere.>>
<<È così.>>
<<Sergio dov'era? Perché non è rimasto con me?>>
<<Non lo so, non ero lì quando è successo.>>
<<Sono stata un idiota, una completa idiota. >> dico alzandomi facendo su e giù per tutta la stanza.
E i miei genitori? Cosa mi invento con loro?
<<Non dovevo venire con voi, non dovevo farlo.>>
<<Ormai è andata.>> dice noncurante.
<<Riesci a dire solo questo?>> urlo arrabbiata.
<<Cosa vuoi sentirti dire? Lo hai detto tu stessa che non saresti dovuta venire. Quei genere di festa non sono adatte a te , sono pericolose.>>
<<Ancora con questa storia? Non sei stanco di ripetere sempre le stesse cose?>>
<<No. Mi diverte farti arrabbiare.>>
Faccio per prendere le mie cose, il cellulare sarà ancora nella borsa ma non riesco a vedere le scarpe.
Non ho voglia di restare qui dentro, non ci sto a farmi attaccare da lui continuamente.
Sto male, non so quello che mi è successo né come dovrò affrontare mamma e papà. Non ho il conforto di nessuno e per finire a salvarmi la "pelle" è stata la persona che più non sopporto da quando ho messo piede in questa città.
<<Dove stai andando?>> dice alzandosi anche lui.
<<Fatti miei.>>
<<Se permetti mi devi una spiegazione visto che ti ho fatto passare la notte qui.>>
Adesso pretende pure, che ipocrita.
<<Infatti, tolgo il disturbo.>>
<<Non ti lascio andare via in queste condizioni, ti chiamo un taxi e ti accompagno.>> dice prendendo il telefono.
Glielo tolgo di mano e lo lancio sul letto.
<<No.>>
<<Ho detto ti accompagno in taxi.>> ripete severo.
Che si crede, pensa che debba obbedirgli?
<<Ti ho risposto di no, non voglio che mi accompagni.>>
<<Smettila di comportarti così.>>
Avanza verso di me.
<<Così come?>> lo sfido.
<<Come me.>> dice guardandomi dritto negli occhi.
<<Faccio come mi pare.>>
Sbuffa e rimane lì a fissarmi mentre cerco in giro le mie scarpe.
<<Perché sei voluta venire con noi?>> mi chiede dopo un pò.
<<A te che importa?>>
<<Non lo so però voglio saperlo.>>
<<Volevo solo...volevo dimostrarti che anch'io posso essere come voi, come te. Anch'io riesco a essere una normale ragazza che pensa solo a divertirsi.>>
Ride.
Lo uccido, basta lo uccido.
<<Sappiamo entrambi che non sei solo una normale ragazza, giusto?>>
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IL MIO PEGGIOR GUAIO
RomanceDue ragazzi: Asia e Luca. Lei è intelligente, permalosa ed estremamente insicura di sé. Lui è tremendamente sexy e affascinante (e sa di esserlo), riservato, misterioso. Due caratteri incompatibili che finiscono per scontrarsi, due vite apparenteme...