Capitolo 3

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Questa mattina la sveglia ha suonato correttamente e sono riuscito ad arrivare puntuale. Sherlock ed io non abbiamo gli stessi corsi, ma nel pomeriggio si. Ieri sera, a cena, ho scoperto che Mary è del mio stesso anno, ma siamo nella stessa classe solo domani, Mercoledì. Anderson, Sally e Irene invece frequentano il terzo anno. Con loro non ho più parlato di Sherlock, forse hanno capito che mi da fastidio.

È già ora di pranzo. Appena entro in mensa è la stessa cosa di ieri: solo tanta confusione. Mary solleva un braccio per indicarmi il loro tavolo. Non mi siedo neanche, voglio solo salutarli:
- Ciao, scusatemi se non mi siedo con voi, ma un amico mi ha invitato al suo tavolo-
- D'accordo John, ma domani ti vogliamo con noi-  dice scherzosamente Mary. Annuisco. Volto le spalle al loro tavolo e cammino dritto di fronte a me.
- Ehi Sherlock! C'è posto anche per me?- Appena mi vede fa un sorriso a trentadue denti.
- Ma certo John, siediti.-
Faccio come dice e mi siedo anche io per terra affianco a lui.
- Allora vuoi dirmi cosa facevi chiuso in camera ieri sera?-
- Te l'ho detto, John. Facevo i compiti-
- Davvero? Molly mi ha detto il contrario. Prima di tutto mi ha detto che la professoressa ti ha allontanato dalla classe perché è scoppiato un battibecco tra te e lei. E indovina cosa ha detto Molly riguardo al motivo del litigio. Che non avevi i compiti assegnati-
Faccio una pausa e poi riprendo:
- Dunque caro Sherlock, cosa stavi facendo?-
Mi guarda sbalordito rimanendo a fissarmi per qualche secondo.
- Tu hai parlato con Molly? Molly Hooper? Non è possibile, lei parla solo con me-
- A quanto pare no, comunque non cambiare discorso-
- Va bene, stavo investigando- fa una specie di sorriso come per dire "contento ora?".
- Tu stavi investigando, chiuso in camera tua?-
- Usavo il palazzo mentale per pensare-
- Ora è tutto più chiaro...- faccio una faccia ironica. Ma lui rimane zitto quindi inizio a fare gli occhi dolci da cagnolino, sono troppo curioso.
- Basta John, quella faccia è imbarazzante-
- Continuerò fino a che non mi svelerai i tuoi segreti-
- Okay, hai vinto tu-
Pienamente soddisfatto di ciò che Sherlock ha appena detto smetto di fare gli occhi dolci.
- Questa scuola, come ben sai, possiede un giornalino. Ne esce uno nuovo ogni due settimane. A capo della redazione c'è un certo Gavin Lestrade, mentre Sally e Anderson sono i suoi fidati reporter. Il problema è che la stanza del giornalino è stata savotata. All'inizio Gavin e la sua squadra pensavano di risolvere il caso da soli ma senza successo. Allora sono intervenuto io come consulente investigativo- sembra essere un vero detective, ne parla con una certa serietà da far paura.
- Consulente investigativo? Esiste?-
- Certo, l'ho inventato io-
Continuiamo a mangiare mentre Sherlock mi spiega nel dettaglio la situazione. Noto che Anderson e Sally mi guardano con disapprovazione, non posso farci niente quindi decido di non badarci. Forse dopo questo mio gesto di sedermi con Sherlock, non mi accoglieranno più al loro tavolo, ma ormai non mi interessa più di tanto.

Dopo le lezioni del pomeriggio, Sherlock ha deciso di tornare alla stanza savotata del giornalino per vedere se riesce ad avanzare qualche altra ipotesi. Io ho deciso di andare con lui, sembra una cosa divertente.
Appena arriviamo davanti alla porta dello studio, Sherlock bussa. Ci apre un ragazzo con una camicia azzurra, una cravatta e i capelli castani, probabilmente ha qualche anno più di noi.
- John, lui è Geoff Lestrade e.. -
- Ma prima avevi detto che si chiamava Gavin- lo interrompo.
- Gavin? Geoff? Io mi chiamo Greg!- urla il ragazzo.
- Gavin, Geoff, Greg, che differenza c'è?!- ribadisce Sherlock. Greg fa una faccia rassegnata, come se non fosse la prima volta.
- Piacere John, io sono Greg, non ascoltare Sherlock- mi dice, poi si gira verso Sherlock:
- Sherlock, dovresti curare il tuo senso di osservazione. Prendi esempio dal tuo splendido fratello- detto questo gli fa l'occhiolino. Sherlock sembra non prenderla bene e lo fulmina con lo sguardo. A dir la verità non sapevo nulla del fratello di Sherlock, nemmeno della sua esistenza. Entriamo nello studio, Sherlock tira fuori dalla una tasca una piccola lente di ingrandimento e inizia ad osservare alcuni particolari sulla scrivania. Per non fare la figura dello stupido mi metto ad osservare le pareti. Sono tutte ricoperte da articoli e poster. Devo dire che tutto questo disordine è abbastanza strano. Anche Sherlock sembra essersene accorgo, infatti dopo qualche secondo mi chiede:
-John, cosa vedi?-
- Emh, una stanza molto disordinata- la mia affermazione sembra più una domanda.
- Si ma disordinata come?-
- Non saprei-
- Dimmi le prima cosa che ti viene in mente guardando questo disordine-
- Beh, devo dire che è un disordine abbastanza ordinato-
- Cosa vorrebbe dire un disordine ordinato?- ci interrompe Greg.
- John sei un genio. Il disordine è perfettamente ordinato, voglio dire che sembra tutto organizzato-
- Ma da chi?- ancora una volta Greg ci interrompe.
- È questo il punto e noi dobbiamo scoprirlo-
- Noi chi?- dice ancora una volta Greg.
- John ed io, ovviamente-
- Ah, capisco...- dice Greg malizioso.
Ma cosa ha capito?!
- Noi non siamo... cioè non stiamo emh...- 
Sia Greg che Sherlock mi guardano in modo strano, come se fossi io quello che ha capito male.
- Lasciamo stare- cerco di rimediare.

Dopo la visita della stanza del giornalino, Sherlock non ha fatto altro che parlare di questo strano fatto. Sherlock dice di essere arrivato ad una conclusione ma gli servono le prove, per questo dobbiamo trovarci con un certo Mycroft in biblioteca, dopo il coprifuoco. L'idea non mi piace molto, secondo il regolamento se ti trovano in giro dopo il coprifuoco sei direttamente sospeso. Vorrei non cercare di mettermi guai ma non posso abbandonare Sherlock, quindi ho deciso che questa sera andrò con lui.

- John sei un elefante! Vuoi farci scoprire?-
- Sto facendo meno rumore possibile, comunque sei tu l'elefante-
Dopo qualche battibecco arriviamo in biblioteca. Provo ad aprire la porta ma è chiusa. Sherlock alza gli occhi al cielo:
- È ovvio che è chiusa- detto ciò tira fuori dalla tasca interna del suo cappotto due ferretti e inizia a forzare la serratura che dopo poco cede. Quando entriamo tutta la stanza è avvolta nella penombra.
Una figura alta e slanciata ci aspetta  appoggiata ad un ombrello. Avvicinandoci  capisco che viene dall'esterno della scuola visto che è fradicio.
- Ciao Mycroft-  dice Sherlock con un tono di sfida.
- Ciao fratellino- risponde il ragazzo sorridendo.
Sono più che sorpreso, non si assomigliano per niente: Sherlock è una persona disordinata, basta guardare i suoi capelli, mentre il fratello sembra un tipo pignolo da come è vestito elegante. No, non posso credere che sono fratelli.

Spazio Autrice:
Ciao ragazzi, in questi giorni devo studiare per un'esame quindi non sono sicura che riuscirò a pubblicare il quarto capitolo. Intanto vi lascio il terzo e spero vi sia piaciuto... Auguratemi buona fortuna😉
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V.S.

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 19, 2017 ⏰

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