The story of another us ↭ hood

nineth letter

Caro Calum,
Il modo in cui si è conclusa la nostra relazione è stato uno dei peggiori, davvero.
Era ormai metà Marzo e si avvicinava il nostro anniversario. Volevo fare qualcosa di speciale per migliorare un po' il nostro rapporto diventato traballante.
Avevo chiesto a Michael di aiutarmi, in quanto tuo migliore amico.
Quella sera avevamo appuntamento alle 9.
Io peró sono andata sotto casa tua un'oretta prima. Volevo farti una serenata come tu avevi fatto a me. Michael doveva accompagnarmi con la chitarra mentre io cantavo. Sarebbe stato davvero romantico. Ci eravamo esercitati parecchio per far venire fuori qualcosa di decente. Lanciai qualche sassolino alla tua finestra ma niente, non ti affacciavi.
Preoccupata decidetti di bussare. Ancora niente. Allora presi il secondo paio di chiavi, di cui qualche anno prima mi avevi fatto la copia. Salii di fretta le scale, con il cuore a mille.
Non mi aspettavo di certo di trovarti a letto con un'altra ragazza quella sera.
Non ho visto neanche in faccia la ragazza, ero troppo concentrata a guardare te. Non ricordo di aver detto o fatto niente, sono semplicemente uscita dalla stanza, chiuso la porta e lanciato da qualche parte le chiavi. Michael mi guardava confuso.
Io ho preso la sua chitarra e l'ho buttata a terra, distruggendola. Mi dispiace ancora per lui, che ci è andato di mezzo pur non avendo fatto niente.
Non ricordo di aver mai pianto così tanto come la settimana dopo.
Non riuscivo più a fare niente.
Tu mi tempestavi di chiamate e messaggi ma dopo i primi giorni io avevo spento il cellulare e tolto la SIM. Non volevo sentire nessuno.
Non ti auguro mai di provare quello che ho provato io in quei giorni.
Mi sentivo vuota. Rimanevo ore in silenzio a guardare il soffitto sentendomi una nullità.
Ancora non ti ho del tutto perdonato ma almeno ora sto bene.
Però ho una domanda che mi balena per la testa.
Perchè? Perchè a me, Calum?

-Ginger