Capitolo 1 - From Los Angeles to London

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“Ne ho abbastanza, Rebecca. Ho parlato con tuo padre e, per evitare che si ripetano i danni che hai combinato l’anno scorso, passerai l’estate con lui. A Londra.” Mi avvertì mia madre. Aprii gli occhi molto lentamente e li richiusi subito per la troppa luce che entrava dalla finestra. Perché doveva esserci il sole? E perché mia madre urlava così tanto?

“Rebecca?” Mia madre richiamò la mia attenzione. Svogliatamente mi girai verso di lei e aprii gli occhi del tutto. La mia testa sembrava volesse scoppiare da un momento all’altro.

“Cosa?” Mi sforzai di chiedere. Non capivo cosa ci facesse nella mia stanza. Non doveva essere a Miami con Philip, il suo nuovo, ennesimo, compagno? Improvvisamente registrai quello che stava succedendo: mia madre era tornata prima dalla Florida, il che voleva dire che aveva scoperto della festa che avevo organizzato la sera prima.

“Ho detto che ne ho abbastanza, Rebecca. Passerai l’estate con tuo padre a Londra.” Ripeté mia madre.

“Ma mamma, non vedo papà da cinque anni.” Protestai. “Abbiamo parlato al telefono una decina di volte in tutto questo tempo!” Aggiunsi, alzandomi a sedere. La stanza cominciò pericolosamente a girare intorno a me. Chiusi gli occhi e inspirai profondamente.

“Non mi interessa. Sono stufa del tuo comportamento. Hai almeno la minima idea di quanti danni hai causato alla casa grazie alla tua festa?” Mi chiese, ricominciando ad alzare la voce.

“Capirai, tanto paga Philip.” Mormorai. Sapevo di avere superato davvero il limite quella volta. La festa era stata un successone: tutti i miei compagni di classe – e tantissimi altri sconosciuti – si erano presentati a casa mia armati di alcool e voglia di dimenticare i quattro anni di scuola appena finiti. Avremmo cominciato tutti il college in autunno e non vedevamo l’ora di passare un’intera estate a festeggiare. Io stessa non ricordavo la metà di quello che era accaduto la sera prima. Ricordavo vagamente di essermi arrampicata sul tavolo in giardino e aver ballato con altre ragazze. Ricordavo anche di aver permesso a qualche ragazzo di bere shot di tequila dal mio corpo.

“Prepara la valigia, sei sul volo delle sette.” Annunciò mia madre con tono glaciale, prima di uscire dalla mia stanza e chiudere la porta. La sentii urlare qualcosa in corridoio in lontananza. Probabilmente aveva trovato uno dei miei amici svenuto da qualche parte. Succedeva sempre alle mie feste: il giorno dopo dovevo passare in rassegna tutta la casa per cacciare i ragazzi e le ragazze che si erano addormentati – o erano svenuti – nella vasca da bagno, negli armadi o in altri posti strani. Sorrisi, pensando a quando avevo trovato Rachel, la mia migliore amica, addormentata nella vasca idromassaggio, ovviamente vuota, in giardino.

“Nina!” Urlai dopo qualche secondo. La cameriera entrò immediatamente in camera mia.

“Sì, signorina Clark?” Rispose.

“Preparami la doccia. E, quando hai finito, la valigia. Devo passare tre mesi a Londra.” Ordinai e mi alzai dal letto, operazione non facile, visto che la testa non voleva saperne di smetterla di girare. Mi avviai verso il bagno e mi infilai sotto la doccia.

Non vedevo mio padre da cinque anni, esattamente da quando aveva divorziato da mia madre e si era trasferito a Londra, dove aveva velocemente trovato una nuova famiglia. Non avevo mai capito perché i miei genitori avessero divorziato. Probabilmente erano entrambi stufi dei continui tradimenti e avevano capito che non erano fatti l’uno per l’altra. O forse, come mia madre adorava ripetermi, mio padre era scappato perché non mi sopportava più. Sapevo dalle poche telefonate che c’erano state tra di noi in quegli anni che mio padre aveva trovato un’altra donna e si era risposato. Non mi aveva nemmeno invitata al matrimonio. Forse mia madre aveva ragione. Forse non mi sopportava davvero e non voleva più vedermi. Sapevo anche che Anne, la nuova moglie di mio padre, aveva già una figlia più o meno della mia età e, insieme, avevano avuto un bambino poco dopo essersi sposati. Non avrei nemmeno saputo cosa dire a mio padre, dopo cinque anni. L’ultima volta che mi aveva vista avevo tredici anni, ero completamente cambiata. Mi avrebbe riconosciuta all’aeroporto? Perché aveva accettato di farmi passare l’estate insieme a lui?

Another World || [One Direction]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora