Unusual meetings.🕵 [2]

486 11 3
                                    

2.15 p.m.

<Il treno è fermo in stazione già da 10 minuti, banchina n°2.> mi avvisa un dipendente di Trenitalia.
Sorrido. <Grazie. Buona giornata.> rispondo.

Dovrò affrontare uno spassoso viaggio della durata di 1 ora e 30.
"Potresti farti le unghie" suggerisce il mio genio.
Guardo le mie mani. Effettivamente una pennellata non guasterebbe.

Salgo. Cerco la mia posizione, è uno di quei sedili con il tavolino di fronte, per 4 persone. Grazie a Dio esclamo sottovoce. Gli altri 3 seggi sono ancora vuoti.
Poggio borsa e trolley su uno di quelli e mi siedo vicino al finestrino, poi osservo la stazione.

C'è chi va e chi viene. Turisti e lavoratori. Gente d'ufficio in giacca e cravatta.
Scorgo una coppia abbracciata a piangere. Sorrido.
La mia attenzione viene catturata da tre individui. Sposto velocemente lo sguardo su di loro. Corrono affannosamente in direzione alla banchina in cui mi trovo.
Salgono su una carrozza. Pochi secondi dopo una voce metallica avvisa la chiusura delle porte e la partenza del treno.

Dal mio trolley estraggo un beauty contenete un kit unghie Jean Paul Giannini e uno smalto nero.

Noto quei 3 ragazzi, che prima sgambettavano per non perdere il treno, salire la carrozza pacatamente cercando la loro postazione.
Il primo di loro si arresta. Gli altri due, che nel frattempo si guardavano attorno spensierati, gli sbattono contro. Cadono poi come dei sacchi di patate.

Cerco di trattenere le risate e di nascondere la bocca con la mano ma uno di loro percepisce il mio riso.

X: <Divertita abbastanza?>
IO: <Siete così buffi!> rido ancora.

Il primo rialzandosi dice <Questi sono i nostri seggi.>
Sbianco. Torno seria. Tolgo i miei bagagli dai loro sedili.

Il ragazzo che fin ora non aveva parlato aggiunge: <Quel posto dovrebbe essere il mio.> indicandomi.

Mi alzo velocemente. Sbatto il capo contro la lampada sovrastante il mio sedile. Ora ridono loro ed anche io.
<Non mi hai nemmeno dato il tempo di aggiungere che puoi tranquillamente restare seduta lì.> dice sorridente.
<Grazie mille, la capocciata ormai l'ho data.> Ridiamo un altra volta.

<Comunque mi chiamo Davide, piacere.> allunga la mano e io gliela stringo.
<Piacere, Elisa.> dico.
Non mi chiamo Elisa e non ho una crisi d'identità. Semplicemente sono alquanto strani loro, per cui meno informazioni rivelo di me, meglio è.

Si presentano anche gli altri due ragazzi. <Giorgio, piacere.> <Io invece mi chiamo Maurizio.>
<Piacere mio.> dico ad entrambi.

Molti particolari in loro non mi convincono e mi inducono a non fidarmi. Ognuno di loro veste con un pantalone della tuta Adidas, maglia a maniche lunghe, guanti alle mani, occhiali da sole, berretto Adidas e indossano una parrucca. La parrucca è per lo più coperta dal berretto ma dai ciuffi che ne escono è molto evidente la sua sinteticità.
In secondo luogo, ma non per importanza, la maglia a maniche lunghe e i guanti. Nonostante sia da poco iniziato Maggio il caldo e l'afa sono già percepibili, tanto che chiunque qui è in maniche corte.

Inizio a sistemarmi le unghie, incurante della loro presenza.

G: <Per un soffio non abbiamo perso il treno.> ridacchia.
D: <Maledetti controllori.>
IO: <Avete avuto problemi all'ingresso?> sono proprio curiosa, voglio sapere il perché.
D: <Ci hanno fermato per dei semplici controlli d'identità.> minimizza <Eravamo già in ritardo e quindi ci hanno ancor di più rallentati.>
IO: <Conciati così... sfido chiunque a lasciarvi passare senza controllarvi.>

G: <Sei sola?> cambia discorso.
IO: <Qui in viaggio? Si.>
G: <Come mai?>
IO: <Affari miei.> dico fredda mentre mi limo le unghie. Evito il contatto visivo con loro, non ho idea di come abbia reagito Giorgio alla mia risposta.
G: <Non scaldarti però.>
OK! Alzo lo sguardo, non riesco a trattenermi. È carico di odio. Non tollero chiunque mi dica di stare calma.

Sposto gli occhi su Davide, dorme già. Lo scruto attentamente. Noto un neo sulla sua guancia. Mi è familiare. Non do peso alla cosa e torno a limare le unghie.

Giorgio e Maurizio parlano a bassa voce tra di loro. Cerco le cuffiette nella borsa. Ascolterò 'Fenice', album di Izi.

Accendo lo schermo del telefono e sbadatamente apro la galleria. Una foto di Sfera è in primo piano nella cartella a lui dedicata. L'apro. Quel neo sulla guancia!

- - -
È ancora tranquilla la situazione.
Apparte questa strana coincidenza. Entrambi hanno un neo! Nello stesso punto!

Stay tuned guys.😘

Omni4 cum tempore ● $fera €bbasta Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora