Capitolo 19

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Crollo sulle ginocchia, mentre il mondo prende a girare e la sua strana danza mi travolge con prepotenza.

Tutte le forze che mi rimanevano, tutta la voglia di combattere e di restare sveglia scivolano via dal mio corpo esile, abbandonandomi.

La mia facciata da guerriera, i muri che mi tengono in piedi e la mia sicurezza crollano a pezzi e l'unica cosa che voglio, in questo momento, è chiudere gli occhi e dimenticare tutto quello che è successo. Chiudere gli occhi e perdermi in un lungo sonno. Chiudere gli occhi e tornare indietro nel tempo.

Quanto avrei voluto che le cose fossero andate diversamente.

Ancora oggi continuo a sottovalutare Oskar, a pensare che sia stupido, ma sotto tutti quei muscoli e quell'innata cattiveria si cela della spiccata furbizia.

Lui è più forte di me. Mi batterà in ogni caso. Mi distruggerà in ogni caso. E con me tutto quello che amo.

Tanto vale arrendersi, no?

Lascio che il mio corpo cada in avanti. La fresca e umida erbetta mi accoglie tra le sue braccia, accarezzandomi il viso e incitandomi a lasciarmi andare.

Percepisco la presenza di Tyler accanto a me. Lo sento mentre chiama il mio nome, ma è solo un'eco.

È tutto così ovattato, così lontano.

Mi solleva e porta il mio viso vicino al suo petto, in un caldo e rassicurante abbraccio. Nei suoi gesti c'è gentilezza e amore e allo stesso tempo preoccupazione e titubanza.

Le sue braccia forti mi cullano, mentre con una mano tremante mi scosta un fastidiosa ciocca di capelli dalla faccia.

Continua a ripetermi che andrà tutto bene, che mi resterà sempre accanto, che mi proteggerà ad ogni costo e che lotterà al mio fianco per salvare quel poco che rimane della nostra famiglia.

Osservo i suoi occhi dorati. Sono velati dalle lacrime. Cerca di trattenerle, di ricacciarle indietro. Lo so bene. Non siamo poi così diversi.

Guardo quegli occhi così familiari, ipnotizzata dalla loro bellezza. Dopodiché chiudo i miei, accogliendo l'oscurità degli incubi e delle paure che si celano in me.

Sogno mio fratello, Jace.

Ci troviamo sulla sponda di un fiume.

L'acqua scorre imperterrita, scintillando sotto i raggi solari. Sento gli uccelli cinguettare e il vento smuovere le fronde degli alberi, in uno scenario così familiare da fare male.

Jace osserva pensieroso l'acqua che gli lambisce le caviglie, bagnandogli la pelle abbronzata.

Io lo fisso con attenzione mangiucchiando una mela, distesa al suo fianco.

È tutto così tranquillo, così bello.

Annoiata decido di schizzarlo. La sua reazione è istantanea.

-"Ehy!" urla sorpreso.

Io rido e porto un braccio al viso per evitare che l'acqua mi vada negli occhi quando ricambia il gesto.

Passiamo del tempo a giocare con l'acqua, proprio come dei bambini farebbero.

Poi, d'un tratto, Jace mi fa una domanda.

-"È vero che ti piace Zack?"

Io rimango a bocca aperta.

-"Come fai a saperlo?!" esclamo arrossendo.

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