"Noi siamo così, tu mi dai della pesante e io ti dico che sei un figlio di puttana! Poi la sera mi metto a letto, ti do le spalle fingendomi ancora arrabbiata e con la mia mano cerco la tua. E tu capisci che è arrivato il momento di stringermi forte, sussurrarmi all'orecchio "Sei proprio una stronza" e fare l'amore con me per tutta la notte. Perché tra tanti amori perfetti che ho creduto di avere nella mia vita, sono dovuta arrivare a 30 anni per capire che l'unico amore che voglio non è perfetto per niente: e tu lo sai che preferisco litigare con te piuttosto che fare l'amore con qualsiasi altro!"
Loro sono cosi, sono l'esatta rappresentazione di un amore che trova la sua benzina nelle liti, hanno provato a stare lontani, a rifugiarsi in storie tranquille caratterizzate da cene fuori, aperitivi con gli amici e il sesso veloce la sera. E per un po' di tempo ci sono anche riusciti a illudersi che questa diversa via fosse quella giusta per loro, ma bastava niente per ricercarsi e trovarsi come ogni volta: il profumo dell'altro al supermercato, un messaggio di auguri, un'occasione di lavoro erano sempre la scusa giusta per chiamarsi e vedersi. Si promettevano un caffè veloce, senza implicazioni, solo come vecchi amici e ogni volta finivano a perdersi occhi negli occhi e i vestiti scivolavano aggrovigliati a terra nella camera da letto di uno o dell'altra. Con il fiato corto per il momento che si stava per consumare, si dicevano che sarebbe stata l'ultima volta e si sorridevano complici sapendo quanto fosse una bugia. Si amavano veloci e insaziabili rubando al tempo dei minuti preziosi, memorizzando le espressioni e i gemiti come se fosse davvero l'ultima volta. Esausti rimanevano abbracciati e silenziosi, persi a darsi una tacita giustificazione per avere ceduto ancora una volta. Era sempre la stessa storia, lui si appoggiava alla testata del letto e si accendeva una sigaretta, lei si avvolgeva nel lenzuolo e correva in bagno dove faceva una doccia veloce, poi tornava da lui con una tovaglia sui capelli e gli diceva che doveva andare via, salvo poi pregarlo con lo sguardo di riportarla su quel letto per perdersi ancora una volta in quella magia che sapevano creare. Poi si separavano a malincuore, ripetendosi ogni volta che il loro rapporto era cosi, che non potevano andare oltre. Ed erano anche piuttosto bravi a cercare le scuse più banali: la carriera in ascesa di lui, la carriera affermata di lei, i paparazzi in agguato, i caratteri difficili che li portavano a litigare ogni volta che mettevano piede fuori dal letto. E la stessa irruente passione che mettevano in quelle ore d'amore rubate alla quotidianità la trasmettevano nelle loro memorabili litigate. Lui le dava della pesante e della viziata, lei gli rispondeva a tono che era un puttaniere, che di lui non ci si poteva mai fidare, si lanciavano uno sguardo carico di odio e subito le loro labbra si incurvavano in un sorrisetto malizioso che dava al via ad una sfida silenziosa in cui ognuno sembrava ripetere all'altro "Stavolta cedi tu", salvo poi cedere tutti e due.
Tutto è cambiato quando l'estate era finita già da qualche settimana, era stata una stagione pesante per entrambi, si erano volutamente provocati, insultati, rigorosamente a distanza perché c'era un fuoco tra di loro che andava tenuto sotto controllo. Era stata l'estate dei lunghi messaggi audio, delle ripicche, delle richieste di spiegazioni quando entrambi uscivano con la fiamma del momento, si urlavano al telefono che si odiavano e qualche volta ci credevano davvero. Poi era arrivato settembre e il peso di quei mesi si faceva sentire tutto sulle spalle, era stata lei a chiamare lui con una scusa stupida, facendosi raggiungere a casa, come se quei mesi non fossero mai esistiti. Si erano amati con naturalezza e a differenza delle altre volte, lui non voleva saperne di lasciare il letto di casa sua. La guardava asciugarsi i capelli, sistemare nei cassetti dei vestiti che aveva stirato ore prima e al suo occhio attento non sfuggì che stava facendo di tutto per evitare il suo sguardo, sperando andasse via. E allo stesso tempo in lui, per la prima volta, non era nata l'esigenza di abbandonare quella casa. C'era stata qualcosa che lo aveva fatto stare piacevolmente bene a tal punto che qualunque cosa fosse voleva riprovarla prima di subito. Forse era dovuto alla consapevolezza che si erano amati in modo diverso quella volta. Quando lui era arrivato da lei non erano finiti dritti dritti in camera, ma si erano preparati un caffè, avevano scherzato sulle tazze buffe che delle fan avevano regalato a Emma e avevano strimpellato delle note sulla chitarra promettendosi un duetto in futuro e chiedendosi tacitamente scusa per il male che si era autoinflitti in quei lunghi mesi. E solo dopo si erano lasciati sopraffare dalla passione, come una coppia che condivide momenti diversi oltre che la camera da letto, come se quella volta fare l'amore non fosse un regalo rubato al tempo ma l'esatta conseguenza dei loro gesti, la risposta più normale ad una giornata passata insieme come una vera coppia di innamorati. Forse era stato questo a stranirlo o forse gli occhi di lei fissi nei suoi quando sul più bello le era sfuggito un "Ti amo" che avrebbe voluto nascondere.
<<Se po capì che c'hai?!>> le chiese accendendosi l'ennesima sigaretta.
<<Niente Matti, sto riordinando i vestiti che prima non ho avuto tempo.. puoi andare se hai altro da fare>>.
<<Dai viè qua>> le aveva sussurrato stendendo la mano verso di lei per poi batterla ripetutamente sul lenzuolo accanto al suo corpo.
E quando lei si era seduta sul letto, accanto al suo bacino, era bastato guardarsi negli occhi per capire che forse valeva la pena riprovarci ancora una volta, chiudere quelle storie che si illudevano fossero la strada giusta e darsi una possibilità. A distanza di un anno la loro scommessa potevano considerarla vinta, per questo si erano regalati tre giorni lontani da casa, per festeggiare quel momento in cui avevano scelto che sarebbe stato meglio litigare e scannarsi tra loro piuttosto che fare l'amore con qualsiasi altro.
Ed erano partiti alla volta di Ponza: lui, lei e purtroppo... tutti i loro amici.Ehi. FERMI LI! Prima di andare è d'obbligo darvi gli ingredienti esatti di questa storia!! Siete pronti??
Immaginate un grande frullatore: riempitelo con Mattia, presuntuoso ed egocentrico. Aggiungete Emma, testarda e con la voglia di portare allo stremo della sopportazione il suo uomo per essere certa di aver fatto la scelta giusta a fidarsi di lui. Troppo poco eh?! Aggiungete Amici di lui e Amici di lei, gente con caratteri opposti che si trova a condividere la stessa vacanza. Frullate quanto basta per rendere il tutto omogeneo. Versate in una ciotola e setacciate la magia dell'isola di Ponza, la voglia di passare qualche ora da soli per vedere il tramonto da una barca e accendete il forno a 200 gradi. Quando arriva a temperatura, state bene attenti a non farvi vedere e aggiungete l'ingrediente segreto: una bella spolverata di tempesta improvvisa!NDA.
Arriieeeeccomi!! Perché io sono come il lupo, perdo il pelo ma mai il vizio. Altrimenti detto: "ci sbatto le corna due o tre volte fino a quando non me le rifanno nuove".
Vi avviso che questo è un esperimento. Ho sempre scritto basandomi su sensazioni reali, questa storia è un"
alternative universe", diciamo che è ciò che accadrebbe se io fossi un "deux ex machina".
Se siete curiosi e vi va di leggere... Fatemi sapere! 😘😘
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Tempesta
Conto<<Sono il capitano della nave- lo sfotte lei ripetendo quanto detto da lui prima che li sorprendesse una tempesta- deve essere per questo che mi trovo su un'isola disabitata senza cellulare, vestiti e soprattutto cibo!! >> <<guard...