Capitolo 4.

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Il rombo di un tuono risuonava in lontananza e via via si faceva sempre più vicino lasciando spazio ad un lampo che faceva da padrone nel cielo.
<<Amore è una tempesta>> sibila preoccupata Emma afferrando la mano del suo uomo. Si lascia abbracciare da lui, che la circonda con le sue braccia e fissa l'orizzonte preoccupato.
<<Ma no amò, ma te pare una tempesta a settembre? Sarà una burrasca passeggera>> le dice per tranquillizzarla, ma non ci crede neanche lui e la donna se ne accorge.
<<Matti>> sussurra spaventata
<<Dai viè qua>> la prende in giro lui stringendola al suo corpo mentre le sente fare qualche mugugno impaurito che riesce a farlo ridere un po' di più.
<<Ma puoi avè paura de quattro gocce di pioggia?>>
<<Quattro gocce? Ma se sta a veni giù un diluvio>>
<<Ma quale diluvio? Ma che stai a di>>
<<Eh no, c'hai ragione te guarda...>>
Poi un tuono crepita ancora e un fulmine divide il cielo in due ed Emma affonda meglio il volto nel suo petto.
<<E' un diluvio>> mormora lei contro il suo corpo e anche lui questa volta non ha nulla da ridire
<<Vieni scendiamo sottocoperta, passerà presto>> la trascina giù e si siede su un divanetto di fortuna ricavato vicino all'angolo cottura. La vede torturarsi le unghie preoccupata, indecisa se inveire contro di lui per averla trascinata in quel casino a causa di quella sua incoscienza tipica o se fiondarsi su di lui per pregarlo di dirle che andrà tutto bene.
<<Ma che c'hai paura?>> le chiede con un sorrisetto sghembo provando ad alleggerire quella tensione che il temporale sta provocando.
Lei annuisce e lui le afferra il polso facendola sedere sulle sue gambe. Gioca con i suoi capelli, attorcigliandosi una ciocca tra le dita e le accarezza la schiena rimanendo in silenzio anche lui, lasciando che per un po' sia il rumore della pioggia battente a fare da padrone.
<<Poi dici che non so romantico, guarda che poesia. T'ho pure portato al mare mentre piove>> dice di botto.
<<Cretino!>>lo rimprovera lei circondando il suo collo con un braccio, lo bacia e il suo sguardo diventa subito più malizioso <<Amore...>> lo chiama sensualmente lasciando lascivi baci sul suo collo.
<<Che voi? Che te strusci?>>
<<L'hai detto te che la situazione è romantica, mi stavo adattando >>
<<E quindi che voi?>> le chiede lui altrettanto maliziosamente con una mano già posata sulla sua coscia.
<<Voglio quello che vuoi te>>
<<Quindi voi Bar Rafaeli?>>
<<Fai poco lo stronzo che tanto lo so che vuoi me>>
<<Ma tu sei già mia>>
<<E te la puoi scordà, tanto se non t'ammazza sta tempesta t'ammazzo io e Bar Rafaeli te la vedi dal paradiso>>
<<lo vedi che sei gelosa?>>
<<Non sono gelosa, tanto lo so che vuoi me>> risponde mettendo sul volto un sorrisetto divertito
<<Tanto prima o poi io te rovino- replica a l'uomo prima di stenderla sul divanetto e finire su di lei- dillo che sei gelosa di me>>
<<Non è vero>>sussurra ancora la donna mentre tuoni ancora più forti rimbombano nell'aria.
<<Si che lo sei>> la prende in giro lui
<<Se lo sai perché me lo chiedi?>>
<<Perché me diverto quando me lo dici...dai dillo>> la invita lui posando baci sul suo mento
<<Sei te quello geloso>>
<<Lo sapemo che so geloso, dai dillo che lo sei anche tu>> frigna lui come un bambino capriccioso stringendole la coscia con la mano.
<< non lo dico perché non lo sono>>
<<quindi mi lasceresti tra dieci ragazze?>>
<<<ti lascerei, si >>
<<busgiaarda!>> la sfotte lui rituffandosi sulle sue labbra.
Quel loro piacevole battibecco era riuscito a distogliere la loro attenzione dalla tempesta che impazzava fuori, continuavano a guardarsi negli occhi, aspettando che l'altro prendesse l'iniziativa per ingannare il tempo. I tuoi e i lampi rendevano l'aria elettrica e le loro mani si stavano già adoperando per togliere i pochi vestiti che avevano addosso. Ma proprio in quel momento un'onda più forte delle altre battè contro la nave facendoli sbalzare giù dal divanetto.
Si guardano impauriti e storditi per un attimo e lui la trascina su lanciandole la felpa.
<<Amò coprimose >> suggerisce l'uomo prendendo le loro felpe che infilano veloci.
Saliti sul ponte della nave si accorgono che quella che pensavano fosse una burrasca passeggera è una tempesta in piena regola.
<< E adesso come torniamo a casa?>> chiede la donna preoccupata iniziando ad agitarsi per la paura
<<Amò te devi sta calma, ce penso io>>
<<Ma cosa pensi? Che ti metti a guidà una barca senza saper guidare manco una macchina>>
<<Ma che stai a dì adesso, ma te pare il caso?!>>
<<Mi pare il caso si visto che sono in questa situazione per colpa tua.>>
<<La colpa è mia quando le cose vanno male, due ore fa non me sembrava colpa mia>>
<<Sei tu che ci hai portato in mare aperto senza saper guidare una barca e senza guardare il meteo>>
<<A Settembre dovevo guardà il meteo? Invece de blaterà prendi il telefono e avvisa Francesca! Devono mandare qualcuno a cercarci>> le dice l'uomo correndo a cercare sotto coperta dei salvagenti.
Si separano per un attimo, il tempo di assolvere i loro compiti e poi tornano vicini tenendosi per mano e tenendo stretto un salvagente per uno. Guardano le onde farsi impetuose e prepotenti, la loro barca si muove seguendo quel ritmo e l'uomo le circonda le spalle tenendola stretta al suo corpo con una mano e con l'altra si regge per non cadere.
<<Ti amo>> sussurra lei tra i singhiozzi mentre lui le bacia i capelli per rassicurarla come può.
Poi un boato più forte, i loro sguardi che si incrociano forse per l'ultima volta, la barca si rovescia e le loro mani vengono allontanate a forza. E il resto è solo acqua salata mista a pioggia battente.
"Mattia" urla la donna
"Emma!"
Sono grida disperate e nome urlati prima di finire sott'acqua, riemergere ancora ed essere sorpresi da un'altra onda.
Ormai lontani l'uno dall'altra muovono le mani come meglio possono per tentare di rimanere a galla e non affondare, ma è dura quando il cielo cupo viene spezzato dai lampi e i tuoni sembrano sempre più vicini.
E sono attimi che sembrano eterni, passati a nuotare nell'acqua gelida in balia di una tempesta. Ogni bracciata ripercorre un momento vissuto, ricordi di quando erano bambini, i genitori, gli amici, la prima cotta, il primo bacio, il loro incontro. Pensano di non avere speranza e rimpiangono il tempo perso e le cose mai fatte, come un bambino che era un desiderio di entrambi che ancora non si erano confessati e quando, ormai stanchi per lo sforzo, sono pronti ad arrendersi alla maestosità delle onde, ecco tornare vivo nella mente lo sguardo l'uno dell'altra.
"Ne vale la pena" pensano entrambi e incanalano tutto l'amore che sono capaci di provare in quelle ultime bracciate, perché non può essere tutto perso, deve pur esserci un modo.

La mattina dopo, quando la tempesta si è placata e il sole si alza nel cielo, due corpi infreddoliti si ritrovano stesi sulla spiaggia a pochi metri di distanza. 
Sono sani e salvi . . . . ma da soli su un'isola.... completamente deserta!

Cosa succederà al loro risveglio?

NDA.
Se tra di voi c'è qualcuno che ha immaginato di chiuderli in una stanza o in uno sgabbuzzino dello scope alzi la mano!!! .... dal prossimo capitolo li manderemo da soli su un'isola deserta... Siete pronti a vederli SELVAGGI? ;) 

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⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 06, 2017 ⏰

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