Capitolo 18

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"Assolutamente si! Io dico che è un'idea fantastica!" Trilla tutta eccitata Rachel.
Premetto che non ho la minima idea di come io abbia fatto a ritrovarmi in una situazione del genere.
Esasperata chiudo gli occhi.
"Rachel io non penso che sia il caso, davvero." Sussurro quasi.
"Come non è il caso?!" Diventerò sorda se continua a gridare così. Mio padre annuisce con aria grave.
Osservo la mia amica. I lunghi capelli castani le incorniciano il bel viso e la sua figura aggraziata al momento è sull'attenti.
Un'ora. È una benedetta ora che discutiamo. Cioè che lei e mio padre discutono, io sono praticamente invisibile. Rachel vuole a tutti i costi che vada a dormire da lei. Ma io dico: guarda che ce l'ho anche io un letto eh.
Mio padre continua a ripetere che è fantastico e che dovrei volarci subito.
È impazzito per caso? Si è dimenticato dei miei incubi notturni? No, perché io me li ricordo eccome.
"Non me la sento." Sono esausta. Insomma bisogna capirmi; dopo una giornata di lavoro sfiancante all'ospedale, torno a casa e mi trovo sul divano la mia amica e mio padre che bevono amabilmente un tè. La a prima mi guardava della serie: 'ehi pasticcina sei mia'.
E il mio vecchio invece: 'sei tutta sua, pasticcina'.
Non so più dove sbattere la testa.
Mio padre sa perché non voglio andarci, lo vedo che è frustrato: dormire da una amica non dovrebbe causare degli attacchi di panico.
Guardo bene papà e nei suoi occhi vedo disperazione, ma anche speranza. E allora cedo. Non posso deluderlo, ha fatto così tanto per me.
Persa nei miei pensieri non mi ero accorta che erano rimasti entrambi a fissarmi in attesa di un verdetto.
"E va bene." Butto fuori l'aria dai polmoni piano piano e sento un peso sulla cassa toracica che se ne va.
"Si! Fantastico! Vedrai ci divertiremo tantissimo!" Rachel mi salta addosso e mi abbraccia fortissimo. Un sorriso mi nasce spontaneamente mentre guardo papà da sopra la spalla della mia amica.
Immediatamente mi sento tirare su di peso dal divano:
"Sususu non c'è tempo da perdere! Devi preparare le cose." Rachel mi strascina su in camera mia.
"Ehm.. cosa devo prendere?" Chiedo un po' in imbarazzo; il fatto di non aver mai dormito da qualcuno in 17 anni di vita mi vergogna, evidenzia una volta di più quanto io sia diversa dai miei coetanei.
Rachel mi sorride dolcemente.
"Hai un borsa spaziosa?" Annuisco.
"Bene, posala sul letto e lascia fare a me." Non so se sia più spaventante il tono col quale ha pronunciato queste parole o lo sguardo.
Le metto la borsa sul letto, e come il suo fondo in tela tocca il lenzuolo, Rachel sta già girando per tutta la mia stanza borbottando.
"Allora.. pigiama, -e alza il cuscino trovandolo- poooi caricatore per il telefono, -lo trova attaccato alla parete- intimo pulito -apre tutti i cassetti e fruga tra i miei slip, quando trova un semplice tanga bianco che abbina a una bralette dello stesso colore, annuisce soddisfatta, io divento viola- ti serve qualcosa di comodo da indossare in casa.. -la vedo in difficoltà, così apro l'armadio e prendo dei leggins grigi e una maglia bianca- ottimo! Prendi anche dei calzini." Vado al terzo cassetto e prendo dei fantasmini bianchi.
"Dovrebbe essere tutto! Ah no! Spazzolino, spazzola e.. pensi di truccarti domani mattina?" Sia chiaro che ho dei trucchi, ma non li ho mai usati.
"No, va bene così." Prendo la borsa fatta e vado in bagno. Raccatto la mia spazzola per i capelli e al manico ci metto due elastici, poi prendo dentifricio e lo spazzolino che copro con un tappino.
"Direi che sono okay." Annuncio raggiungendo la mia amica e mio padre in soggiorno.
"Perfetto, vedrai che ti piacerà un casino! Ora in marcia." Annuncia Rachel mentre va a mettersi le scarpe all'entrata.
"Bocciolo.." mio padre viene ad abbracciarmi.
"Per qualsiasi cosa, chiamami, okay?" Mi stringe come se stessi per andarmene per sempre e sento un pochino gli occhi pizzicare.
"Certo grande orso." Gli do un bacio sulla guancia e poi raggiungo Rachel.
"Divertitevi e fate le brave ragazze." Ci ammonisce poi con un sorriso felice.
***
La casa di Rachel è in fondo all'isolato, così lo raggiungiamo facilmente a piedi.
"Te l'ho detto vero, che abbiamo casa libera e che ci sono anche Drack e Matt?" Mi chiede a un certo punto, un po' in colpa, la mia unica amica.
"Rachel.." gemo. Sarà un disastro, catastrofico!
Sveglierò tutti con le mie urla e chissà cosa penserà di me Drack. Non che mi importi molto eh.
Dal nostro incontro sul treno non si è più nè fatto vedere, nè sentire.
"Scusami.. vedrai che non faranno i stupidi, davvero."
Le ultime famose parole.

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