I. Today is the (Gabba) day

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10 Agosto 2017

Carla quella mattina non dovette fare molta fatica ad aprire gli occhi per svegliarsi. Si girò verso il comodino dove il cellulare lampeggiava segnalando i nuovi messaggi e lesse l'ora: le 7:09.
La notte l'aveva passata praticamente insonne, ma era una cosa di cui aveva già tenuto conto e non se ne preoccupò più di tanto. Dopo 23 anni di vita, si conosceva abbastanza bene da sapere che, la notte prima di qualche evento importante, o che comportasse per lei qualcosa di eccitante da fare (come per esempio le gite scolastiche quando era bambina), l'adrenalina sarebbe stata tale da non farle chiudere occhio. Sì, Carla era decisamente un asso nel gestire l'ansia.
Rimase con lo sguardo fisso al soffitto, programmando mentalmente tutto quello che doveva fare in giornata, organizzando anche quello che avrebbero dovuto fare gli altri, inserendo qua e là i monologhi immaginari delle incazzature nel caso qualcosa non fosse andato secondo i piani. Le immagini le balenavano veloci nella mente: era come se stesse visualizzando uno slide show con tanto di didascalie descrittive e si sentiva estremamente appagata dalla sua pianificazione quasi maniacale. Al passaggio intrusivo dell'immagine di Francesco che sfoggiava uno dei suoi migliori sorrisi, mise un attimo in pausa lo scorrere della scaletta giornaliera e si concesse un momento per fantasticare su cosa gli avrebbe detto se l'avesse incontrato nel backstage. Senza accorgersene, gli angoli della bocca le si erano arricciati verso l'alto, formando una piacevole curva che lasciava poco spazio alle interpretazioni.

Carla si alzò, ancora immersa nella sua conversazione immaginaria con Francesco e, passando davanti allo specchio del bagno, fece anche la prova delle espressioni. Non cercò nemmeno di destarsi e rimproverarsi mentalmente dei suoi comportamenti, aveva dato per scontato questi momenti di idiozia nel suo essere e, l'unica cosa che sperava, era soltanto quella di non essere vista da altri. Persino sua madre l'avrebbe guardata storta, e lei si sarebbe trovata altamente in imbarazzo a condividere momenti così "intimi" di conversazione con qualcun'altro al di fuori di se stessa.

Già dalla colazione capì che quel giorno sarebbe stato psicologicamente faticoso. Come un mantra, la frase 'Francesco è una persona normale come me, perché mi agito così?' risuonava incessantemente dentro la testa di Carla, che stava al contempo combattendo una lotta contro il suo stomaco affinché si aprisse e lasciasse passare il biscotto che aveva appena ingerito.
Mentre con il pollice scorreva in giù la timeline di Twitter pigramente e con la mano sinistra alzava la tazza del tè per bere, dal televisore acceso su VH1 iniziò a fuoriuscire una melodia fin troppo nota e, come se non avesse mai visto il videoclip, girò di scatto la testa che per tre minuti rimase fissa e imbambolata sullo schermo a guardare il susseguirsi di colori, granite e magliette floreali. 'E anche oggi la giornata è benedetta' pensò mentalmente Carla, convincendosi del fatto che, grazie alla canzone, da quel momento la giornata avrebbe potuto finalmente iniziare.

Time will make fool of us againDove le storie prendono vita. Scoprilo ora