VIII. Sui propri passi

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Carla stava continuando a camminare veloce, come se questo potesse riuscire a lavare via tutti i pensieri assieme ai passi. Ma lei sapeva meglio di chiunque altro che questi metodi non funzionavano mai e che per districare la matassa di emozioni e idee confuse sarebbe stato necessario fermarsi e ragionare. Arrivò in Piazza d'Armi e scelse di sedersi sulla panchina di marmo che in quel momento era all'ombra, di fronte alla fontana. Si sciolsce i capelli paglierini dallo chignon e ripose l'elastico nella borsa. Si soffermò a guardare il suo IPhone senza segni di vita ed in quel momento gli ingranaggi nella sua testa tornarono energicamente a lavorare. Carla stava fissando la singolare fontana che le riportò alla mente tutti i suoi pomeriggi dopo scuola passati proprio lì, in quel parchetto, assieme a Giulia a sparare cazzate, ridere, confidarsi e scambiarsi pareri su qualsiasi cosa. Le scappò un sorrisetto al pensiero di quei giorni così spensierati, che università ed altri impegni si erano portati via. Carla sbuffò e distese le gambe in avanti incrociandole e mettendosi a braccia conserte. In un angolo della sua testa continuava a rimanere ben presente la speranza che tutto quello che stava vivendo, fosse frutto della sua fervida e ben strutturata immaginazione, ma all'ennesimo pizzicotto, cercò di ripigliarsi e capire come agire in quel tempo a cui lei non apparteneva. 'Cosa di meglio se non una to do list dei problemi da risolvere?' pensò tra sé con un atteggiamento che era un misto tra il "andiamo a fare una scampagnata" e il "vorrei mettermi a piangere dalla disperazione", e così tirò fuori dalla borsa un quadernino che si portava sempre dietro in caso di necessità e una fedelissima matita rubata all'Ikea.

1. Tornare nel 2017. 

'Capitan Ovvio Carla' pensò di rimando, ma il punto principale in questo caso sarebbe stato il come. Decise che sarebbe tornata di corsa allo Stregatto e, come prima cosa, per sicurezza, avrebbe acquistato la clessidra che, secondo Carla, era la causa primaria del suo viaggio nel tempo. Poi proseguì la lista, sicura che, fortunata com'era lei, i piani non sarebbero filati tutti lisici.

2. (Nel caso in cui il punto 1 non si dovesse risolvere in giornata) Trovare un posto dove stare.

'Questo è un problema non indifferente' disse quasi sottovoce grattandosi la testa con la matita, ma subito si rese conto che la sua situazione poteva essere addirituttra peggiore e allora, scrisse di getto il punto tre.

3. Trovare un posto dove stare in cui non debba pagare.

'Cazzo. I soldi.' Carla si sentì gelare internamente, nonostante fuori si sfiorassero i 30°. Rovistò velocemente nella borsa in cerca del suo portafoglio per vedere quanto avrebbe potuto sopravvivere esclusivamente con le liquidità in suo possesso, visto che, nel 2009, la sua carta di credito e il suo conto in banca ancora non esistevano ed erano quindi inutilizzabili. Constatò che sarebbe riuscita a pagarsi una notte in hotel, ma lì sopraggiunse il punto 4.

4. Non devo farmi riconoscere attraverso i documenti. Trovare un altro nome.

Carla stava iniziando a sentirsi mentalmente provata. 'Me lo posso scordare di andare a dormire in hotel con questa carta d'identità' piagnucolò rigirando il documento fra le mani. Carla era ben cosciente del fatto che in quel preciso istante, la lei quindicenne era la legittima detentrice della sua identità e che quindi lei, la Carla ventitrenne del 2017, nel 2009 non era nessuno e non poteva esistere. Allargò le braccia sullo schienale della panchina e lasciò andare fuori l'aria dai polmoni, fissando il cielo terso solcato soltanto dalla scia di un aereo che passava in quell'istante. Prese forma allora davanti ai suoi occhi, come se fosse in un cinema all'aperto, la scena di pochi minuti prima dello scontro con Francesco, perse un battito e quasi ne rise per l'assurdità, raccapezzandosi poi che il "problema" numero uno nella sua lista, che fino a quella mattina era il concerto a Forte dei Marmi, ora era improvvisamente precipitato all'ultimo posto delle priorità. Dischiuse gli occhi e tornò a sedersi con la schiena dritta sulla panchina, fissando le quattro frasi scarabocchiate in matita sul foglio. 'Ho bisogno dell'appoggio di qualcuno di cui possa fidarmi ciecamente... e che si fotta la roba dei film dove non bisogna interagire con le persone del passato' e al formulare quel pensiero, nella mente di Carla si materializzò immediatamente l'unico che secondo lei avrebbe potuto darle una mano se mai si fosse presentata un'occasione come quella e sorrise quasi compiaciuta per la sua idea. Buttò il quadernino e la matita in borsa, si alzò e a passo deciso iniziò a percorrere tutta la strada a ritroso finché non si trovò nuovamente davanti alla porta di quello che sarebbe un giorno diventato lo Stregatto. 

Time will make fool of us againDove le storie prendono vita. Scoprilo ora