26. Jacob

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Dalle nuvole scure che si rincorrono in cielo deduco che oggi ci sarà ben poco lavoro da fare in spiaggia e la cosa capita proprio a pennello.
Lizzie è davanti a me, il cellulare ancora all'orecchio, che fissa il mare.
«Lizzie, davvero, sono dietro di te» le dico piano, facendo un piccolo passo avanti con la speranza che si volti.
Infila il telefono nella tasca dei pantaloncini e lentamente, come se avesse paura di ritrovarsi davanti un mostro, si gira. Quando i nostri sguardi si incontrano, un sorriso si fa largo sul suo viso. È molto più bella così che arrabbiata.
«Jack!» quasi urla. Mi corre incontro e mi stritola in un abbraccio, con la testa poggiata al mio petto continua a parlare. «Mi hai medicato tu.»
«Non volevo rovinare la sorpresa» cerco di scusarmi. Le accarezzo piano i capelli e ascolto il suo cuore martellare sul mio petto, è davvero così emozionata?
«Lo avrei fatto anche io» risponde alzando il viso. Il sorriso che mi rivolge è timido e non ha nulla a che fare con l'idea che mi ero fatto di lei, i suoi occhi - di cui non sono riuscito a comprendere il colore - mi scrutano attenti cercando chissà cosa.
«Jacob Dawsan, comunque.»
Questa volta, Lizzie scioglie l'abbraccio e mi porge una mano. Già mi manca il suo calore.
«Lizzie Sayers.»
«Umh, insomma, cosa abbiamo intenzione di fare?» domando incerto, probabilmente è una delle rare volte in cui non so cosa dire o fare.
«Hai davvero pochi addominali» dice aggrottando le sopracciglia e passando lo sguardo dal mio viso al petto.
«Non sono necessari, sirenetta. La mia domanda era diversa, però.»
Arrossisce appena e alza gli occhi al cielo, penso sia colpa del nomignolo che ha detto di non sopportare.
«Direi che tu vai a lavorare ed io vado al bar per un caffè» dice facendo cenno con la testa alla torretta centrale. Però non intendevo questo: ora che ci siamo incontrati, cosa abbiamo intenzione di fare? Ci allontaneremo progressivamente o rimarremo in contatto?
«Te ne andrai?» mormoro confuso, non riuscendo ad articolare meglio ciò che penso. Mi è difficile fare lo spiritoso con lei adesso che a dividerci c'è soltanto l'aria fresca di Bondi Beach.
«Certo che no, Jack. Rimarrò finché tu non mi dirai di andarmene, pensavo fosse sottinteso» risponde con un sorrisino. Le prendo una mano, quasi volessi legarla a me, e gliela stringo appena.
«Quindi continueremo a sentirci? A vederci?»
Lei annuisce e in impeto d'affetto la abbraccio ancora. Mi perdo a sentire il suo respiro infrangersi sulla mia pelle mentre una sua mano, minuscola in confronto alle mie, mi accarezza i capelli.
Ho sempre avuto tutto dalla vita, ma forse è di una persona come Lizzie che ho davvero bisogno.



Ed ecco l'ultimo capitolo! Devo dire che sono abbastanza soddisfatta della storia e spero sia piaciuta pure alle buone anime che l'hanno seguita. Ho in mente un sequel quindi aspettate a togliere questa storia dalla biblioteca!

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