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Essendo questa una Highschool Au (o per gli ignorantoni e le capre poco english un fottuto incubo in cui vado ancora a scuola e della barba che mi caratterizza nemmeno l'ombra), la mia storia non può se non iniziare alle porte di un liceo omonimo della terra di Heidi, Trento.
Un liceo fantastico la cui struttura per mancanza di fondi non versa in ottime condizioni, anzi è pericolante, e quindi non è da escludere che da qualche parte ci siano gatti morti misti all’intonaco del soffitto.
Ma ehy, almeno non è Hogwarts, il cosiddetto posto più sicuro al mondo nel quale girano liberamente serpenti, assassini, cani a tre teste, lupi mannari, impostori e Signori Oscuri.
Non che qui non ci siano, solo girano travestiti da professori, alunni, bidelli, etcetera.

E come al solito sono in ritardo, perchè come ogni bravo adolescente ho la cattiva abitudine di, anzichè zittire la sveglia analogica pigiando tasti a caso, lanciarla direttamente dove capita. E per la sfortuna dell'oggetto malefico in questione la destinazione prescelta è quasi sempre il muro, per poi rovinare a terra e far compagnia alle sue sorelle e sventurate camerate della medesima e triste sorte.

Sì, insomma fate finta che non ho appena descritto in modo sublime il lancio olimpionico di una "povera" sveglia, di cui modestamente sono il migliore.
E dopo tutto ciò, torno a dormire, inabissandomi e avvolgendomi nelle coperte Tutankhamon style. O almeno ci provo.

Perchè come ogni santa mattina il rituale procede con mia madre che mi chiama per svegliarmi, rimproverandomi che a diciassette anni dovrei essere più responsabile, non dovrei ancora contare su di lei su cose che le persone normali fanno a occhi chiusi, e bla bla bla.

E tutta la tiritera me la devo sorbire per l'intera routine mattutina, visto che ho già sperimentato la ritorsione nel caso in cui le chiudo la chiamata in faccia. E già, se non lo avete notato lei non mi sveglia mica di persona, ma con il cellulare.
Perché viviamo insieme solo sulla carta, la realtà è che i miei per la maggior parte del tempo sono all'estero, per qualche viaggio di lavoro o per aiutare i poveri pachiri in Africa per quanto ne so.
Così la casa è mia praticamente.
Ma non mettetevi a fare quella faccia, ormai sono abituato a non vedere i miei genitori, ok? Non importa se al mio compleanno mi hanno inviato dei soldi e una cartolina di auguri, perché non c'era campo ovunque fossero.
...Cazzo, ora ricordo perché non l'ho mai detto a nessuno ed è meglio che resti così per l'incolumità dell'autrice.

Famiglia "affiatata" a parte, quindi sì, sto camminando a passo veloce e non perché me ne freghi qualcosa della puntualità, ma perché il cielo non promette nulla di buono e non voglio rovinarmi la mia maglietta firmata.
Se accellero il passo anche tra i corridoi della scuola è solo casualità.

E poi toh, mi accorgo di star scivolando quando è troppo tardi. A quanto pare sono inciampato sul nulla cosmico, ma che per riempire il buco di trama diverrà un pavimento bagnato.

Mi preparo alla mia inevitabile e dolorosa caduta.
Ma l'impatto non avviene, perché prima che sbatta il mio bel visino a terra, afferro instintivamente la prima cosa che trovo con le mani, il che è una persona che per sua sfortuna ha svoltato l'angolo in quell'esatto momento come da cliché. Solo che devo aver avuto troppo slancio così cade pure lui come un sacco di patate, in un groviglio di arti e imprecazioni colorate e molto fantasiose. Non si sa come o perchè, e per qualche assurda legge della fisica che ignoro, è il tizio a cadere su di me, non il contrario. Sarà che sono magro quanto un grissino.

Così, con un gemito di dolore, apro gli occhi che avevo chiuso instintivamente, e chi mi ritrovo davanti di tutte le persone che oggi non mi va di vedere? Lui!

"Ouch... Porcaputtana, guarda dove vai! Sei cieco oltre che scemo per caso, Leveghi?" Mi domanda quel bastardo, quando realizza anche lui chi sono.

Ora, gli autori di anime e manga potranno anche far sembrare la cosa della caduta sexy. Ma credetemi quando vi dico che non lo è essere schiacciati da settanta chili di peso, ancora peggio se il tipo puzza di colonia a basso prezzo e sudore da qui a un kilometro.

"Levati dalle palle, idiota. Pesi Grassi" Ribatto scalciandolo malamente.

"Perché mai? Questa posizione ti si addice." Replica con un sorrisetto divertito sulla sua faccia di cazzo.

Al che io rispondo con la mia solita nonchalance "Ah, ora capisco perché quella figa di Erica ti ha lasciato. Poverina, deve essere stato un duro colpo per lei scoprire che al suo fidanzato piaceva il..."

Il pugno che si infrange sul mio zigomo era abbastanza atteso, anche se non fa meno male, il dolore che si irradia sulla pelle, forse ci sono andato giù pesante considerando che era il grande amore della sua vita.
(Ho detto di non conoscerlo in precedenza, ma i muri parlono e gli alunni anche. Se fai qualcosa sta tranquillo che entro due ore tutti sapranno cosa e come è successo.)
Ma comunque tutto questo me lo aspettavo.

Il bacio che lo segue un pò meno.

WTF!?

Quando mi allontano- e non perché ho paura di continuare la nostra diatriba verbale o perchè sono imbarazzato e rosso come l'inferno, come potrebbero pensare certe menti pervertite di mia conoscenza (Giorgio sto guardando te), ma semplicemente perché quello non merita il mio tempo e sono ancora in ritardo!- è con un bel dito medio solo per lui.

Come iniziare bene la giornata.

Ma cazzo, non aveva detto l'autrice che non avremmo limonato dopo manco cinque minuti come in tutte le storie yaoi?!




Note conclusive (e inconcludenti) dell'autrice

Salve a tutti.
Eccomi tornata con un nuovo capitolo anche per questa storia.
Appena potrò pubblicherò anche l'ottavo episodio di My little toy, che è ancora in fase di scrittura.
Ma informazioni (e spam) inutili a parte, spero che questa storia vi stia piacendo e sia riuscita almeno a strapparvi un sorriso, nonostante si allontani un pò dal mio solito stile e tono utilizzato nelle storie.
Giovanni in questa, da come avrete potuto notare, è proprio stronzo. Che è un pò anche come io immagino sia in realtà, poi magari sto facendo acqua da tutte le parti, chissà.
Alla prossima~


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