14 luglio 2013

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Le  sue compagne di classe delle medie dicevano che la prima volta ti  lascia sempre qualcosa dentro, che sia rimpianto o felicità la cosa non  importa. Le più coraggiose, quelle che lo avevano già fatto, parlavano  del sesso come una boccata di erba. Ci sono volte in cui va bene e altre  in cui fa abbastanza schifo, momenti in cui ne senti la necessità  alternati ad altri in cui metterti in ginocchio ti sembra l'ultima cosa  interessante.
Frida il sesso lo è venuto a scoprire attraverso i racconti di  Rosie, tra un tiro di sigaretta e un'imprecazione. E fino a quel momento  non le aveva mai fatto né caldo né freddo, non si sbilanciava mai  troppo.
Semplicemente, non ci pensava.
Il quattordici luglio Wilma aveva dato la festa per i suoi diciotto  anni che comprendeva gran parte di tutti i licei della città. Frida  c'era andata con le sue compagne di fisica, perché Rosie era in Francia  con i suoi e non aveva voglia di restare sola con Harry, percependo  quell'attrazione calda che le faceva sempre tremare la voce un po' più  del dovuto.
Lo aveva visto prima di bere tutti quei bicchieri di birra e lo  aveva visto dopo, tra la folla in movimento della casa, mentre fumava  una sigaretta insieme a qualche altro ragazzo che lei non aveva saputo  riconoscere.
Si era fatta avanti, Frida, perché l'alcool era abbastanza da  renderla sicura anche ai suoi occhi verdi. Gli ci era finita contro,  rubandogli dalle dita la sigaretta e tenendo il ritmo della musica con  il corpo, sorridendo sghemba nel vederlo sorpreso e appena imbarazzato.
Avevano ballato insieme, poi, e Harry era stato impacciato e goffo,  ma l'aveva toccata quanto bastava e per lei la cosa non era stata un  problema.
Si ricorda di essere scoppiata a ridere contro la pelle del suo  collo, ed essersi stretta a lui con maggiore intensità. Gli aveva  sfiorato le labbra con le proprie, a quel punto, e le guance di Harry si  erano fatte più rosse quando il contatto si era approfondito.
Da lì in poi, Frida non sa bene come siano arrivati né al piano di  sopra né nella stanza dei genitori di Wilma. Però sa che i capelli di  Harry erano leggermente umidi per via della temperatura del salotto, e  che i suoi movimenti, le sue mani e i suoi respiri, erano affrettati e  inesperti.
Lei aveva sorriso, nel fermargli i polsi e vederlo con gli occhi  spalancati, e aveva fatto un passo indietro, sedendosi sul materasso di  quella camera chiusa a chiave.
"Mi vuoi?" gli aveva chiesto, e si era morsa un labbro per fermare il respiro eccitato.
Harry aveva annuito velocemente, stringendo forte i pugni lungo i fianchi e guardandola con gli occhi arrossati, avidi.
Frida aveva iniziato a togliere dalle asole i bottoni della camicia  che indossava e che le faceva da vestito, senza smettere di fissargli  le pupille, per non perdersi quel momento così importante, e vederlo  finalmente privo di muri.
Le mani di Harry sono ancora su di lei, in certi istanti, perché  erano così pesanti da farla singhiozzare per l'intensità delle sue  azioni. Le stringevano i seni mentre lui continuava a baciarla senza  sosta, lasciandole piccoli segni sul collo niveo ogni volta che Frida  gli graffiava i fianchi.
Quelle dita si erano poi infilate tra le sue gambe con una prudenza  improvvisa, a scoprire un territorio inesplorato, senza smettere di  guardarla negli occhi con la strada fuori a fare loro da luce, e  comprendere dove osare di più e se fermarsi appena.
Quando Frida gli aveva arpionato l'avambraccio, nel buio di quella  stanza, Harry si era chinato sulle sue labbra ansanti, "Qui? - le aveva  chiesto, piano – Così? Ti faccio male?"
Lei avrebbe voluto rispondere, si ricorda, ma il piacere era così  intenso da farle spalancare la bocca e mozzarle il fiato. Lui non  l'aveva baciata, ma aveva continuato a toccarla con più intraprendenza,  facendosi guidare dai piccoli tremiti del corpo sotto il suo.
Frida aveva sentito dire da molte che avrebbe provato vergogna  davanti a occhi nuovi, che i suoi difetti si sarebbero triplicati, e che  senza vestiti si è nudi per davvero. Sa di essersi  imbarazzata, sì, ma per la forza con cui stava vivendo quegli istanti.  Non era la mano fra le sue gambe a crearle disagio, e nemmeno gli occhi  dilatati che la scrutavano con attenzione, ma ciò che le vibrava dentro,  e quell'emozione così grande e intima da impedirle di non ansimare.
"Ti prego – Harry aveva intensificato il movimento delle  sue dita lunghe, e la sua voce era uscita frammentata – Ti prego. Dimmi  che sono il primo. Dimmi che non c'è stato nessuno prima di me"
Frida non era riuscita a rispondere, perché la sua bocca era  talmente secca che l'unico modo per tornare a respirare era stato quello  di baciarlo, accarezzandogli il collo e spingendo da un lato il tessuto  della sua maglietta.
Harry si era spogliato piano, lasciando che lei lo toccasse e lo  esplorasse come un regalo nuovo, mai aperto. Si era lasciato sfiorare le  spalle ereditate dalla pubertà e i fianchi morbidi, la vita stretta e  quella pelle da bambino coperta di una rara peluria bionda.
Quando le mani di Frida si erano posate sul tessuto della sua  biancheria scura, Harry si era morso il labbro fino a farlo sbiancare e  si era rifugiato col volto contro la pelle del suo collo, facendole  venire la pelle d'oca un'altra volta.
"Qui? – aveva riso appena lei, in un ansito al suo orecchio – Così?"
Lo aveva toccato lentamente, come una persona a occhi chiusi che  cerca di capire che cosa ha tra le mani. Si era fatta coraggio grazie ai  gemiti leggeri infranti contro i suoi capelli, e aveva sorriso nel  sentirlo così fragile, con i muri sempre a dividerli improvvisamente  distrutti.
La scarica di adrenalina è ancora così viva che quando i ricordi la investono, quasi non riesce a respirare.
Non era stato irruento, e Frida sapeva che il dolore è piuttosto  normale le prime volte. Lo aveva accolto piano, cercando di non tremare  troppo per non farlo preoccupare, e si era lasciata scappare uno sguardo  commosso nel vedere che Harry era anche più ansioso di lei.
"Non ti fermare" gli aveva detto, accarezzandogli il volto, e lui  l'aveva guardata per trovarle qualche tipo di incertezza negli occhi.
Si era spinto senza mai andare oltre, cercando di controllare il  movimento del bacino e quello del petto, ed era strano perché ogni volta  il fastidio veniva sostituito a pezzi da qualcosa di più opprimente.
"È così bello" gli aveva confessato, in un sussurro.
Harry le aveva baciato la fronte e stretto un seno tra le dita  bollenti, facendola ansimare nel momento in cui lei aveva cercato di  venirgli incontro con i fianchi.
"Sei così bella" le aveva risposto, invece.
Frida ricorda anche il suo stupore, oltre al piacere e alla  possessività, perché si era ritrovata a osservargli la mascella tesa, e i  guizzi dei muscoli del collo alternati come un gioco. Gli aveva sentito  le mani sul corpo, l'aveva sentito contro il bacino e tra le gambe. Dentro.  E in quegli spiragli lucidi che la sua mente le concedeva, si era  ritrovata a pensarlo diverso dal solito ragazzo impostato per cui aveva  perso la testa, e che se era nuda lei, di conseguenza nemmeno lui  possedeva ancora la sua tipica corazza.
Harry era inesperto, frenetico e ansante, i movimenti dei fianchi  erano scoordinati e istintivi, e quando lei aveva sussultato più del  dovuto, lui si era chinato ancora, ricurvo su di lei, a baciarle il  mento e lo zigomo.
"Sei calda – aveva respirato, nel suo orecchio – Sei mia"
Frida non se lo ricorda l'orgasmo, quella notte, non è nemmeno  sicura di averlo raggiunto, tutt'altro. Non per questo non è stato  intenso, non per questo meno speciale.
È stato distruttivo, e duraturo. E se ci pensi l'orgasmo dura il  tempo di perdere il controllo e il tempo di un bacio un po' più  profondo. Le vertigini che Frida sente sono continue a distanza di mesi. 
E se può far credere agli altri che sia solo freddo o solo brividi, ciò non esclude il fatto non che si siano.
Puoi scopare, e fare sesso e fare l'amore, la questione è sempre quella. Lei e Harry hanno condiviso  qualcosa, qualcosa che è rimasto anche se entrambi lo ignorano. Anche  se scappare è la soluzione più facile, anche se i cambiamenti fanno  paura.
Frida è brava a fingere, o forse semplicemente è la gente che ha intorno a non vederla realmente per come è. Forse sono loro a non essere bravi a guardarla, come ha fatto Harry quella notte.
Chi fa sesso ha gli occhi lucidi da orgasmo, ma chi ama ha gli occhi diversi, stravolti. E fa tutto un altro effetto.
È ottobre e Rosie è pienamente convinta che nevicherà tra meno di un mese.








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ciao a tutte!
dopo un anno in america, eccomi di nuovo a pubblicare le mie storie anche qui.
per chi ancora non lo sapesse, qusto è una collezione di missing moments di una precedente fanfiction che potete trovare sempre qui nel mio profilo, dal titolo IFHY.
i protagonisti stavolta saranno harry e frida.
grazie di cuore per aver letto! lasciatemi un vostro parere, se vi va <3
un bacio e alla prossima!
caterina

Keep your mouth for lyingDove le storie prendono vita. Scoprilo ora