26. INFESTATO

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IL PERCORSO tra il terreno nevoso ed i pini ricoperti di ghiaccio fu breve.

Prima di raggiungere il territorio dell'Hydra ci dividemmo in truppe designate. Tony e Sam coprirono l'area sovrastante mente Natasha e Clint si diressero verso il versante sud dell'edificio.

Io, Steve e Bucky ci appostammo dietro gli alberi ed analizzammo l'entrata della base e le numerose guardie armate.

Cercai di ritornare mentalmente all'ultima volta in cui mi trovavo lì per cercare di ricordarmi i punti deboli della struttura, ma quest'ultima non sembrava come me la ricordavo. Il cemento decadente della struttura era bagnato e ricoperto da nevischio, ed anche la neve che circondava la base era tinta di grigio. E mentre il cielo prometteva tempesta, io ero più preoccupata di quella che si svolgeva al di là delle porte blindate.

Ecco dove tutto è iniziato, e rieccomi qui.

Cercai di stabilizzare le mie mani tremanti e di espellere la paura che si faceva spazio nel mio corpo come se avesse sempre avuto effetto su di me, come se mi avrebbe sempre trattenuta, non importa quando impegno ci mettessi a scappare da essa.

Questo non è un posto per i vivi.

È per i fantasmi come me.

La mano di metallo di Bucky che strizzo la mia in modo confortante mi fece riprendere un momento.

Questa non è la mia vita. Non sono io.

È solamente un posto in cui ho vissuto.

Ricambiai il gesto e mi voltai a guardarlo.

"Una volta oltrepassate le guardie c'è un bottone nella cabina di controllo che apre i cancelli. Sfortunatamente per noi hanno sorveglianza continua che copre ogni centimetro di questo inferno di cemento, quindi sarà quasi una missione impossibile" spiegai.

Steve portò il dito indice sull'auricolare. "Hai sentito, Stark?"

"Capito, Rogers. Oh, ed ho rilevato un qualche tipo di scudo di energia a protezione dell'edificio. La loro tecnologia è abbastanza avanzata per una base Hydra"

"Sarà un problema?" chiese Steve un po' preoccupato.

"Non lo sarà approssimativamente tra un minuto e cinquantatre secondi, tenete duro"

"Almeno i piccioncini useranno questo tempo extra per lavorare sulla loro tensione sessuale, dico bene Alaska?" sentimmo la voce sarcastica di Natasha nell'auricolare.

Bucky si irrigidì e sospirò, abbastanza imbarazzato. "D'accordo, chi l'ha detto a Romanoff? Sam?"

"Non sono stato io" rispose Sam, si sentiva il sorriso nel suo tono.

"Scusa" confessò Steve. Io e Bucky lo guardammo nello stesso momento. "Mi è sfuggito".

"Okay gente, la barriera e le telecamere sono state disattivate. Non c'è di che" ci interruppe Tony.

Io analizzai velocemente il perimetro. "Okay, ci sono sei uomini armati che controllano il cancello, ed uno nella cabina. Non sono certa di quanti ce ne siano sull'altro versante"

Steve annuì. "Lo scopriremo tra presto" commentò prima di attivare l'auricolare e dare ordini agli altri compagni di squadra. "D'accordo gente, eliminare le linee nemiche, penetrare nel perimetro, trovare Karpov e Zemo. Andiamo"

Senza esitazione avanzai mantenendo gli occhi fissi sui miei obbiettivi che indossavano colbacchi mentre Steve e Bucky mi coprivano le spalle.

Corsi e mi nascosi dietro un truck parcheggiato che offriva solamente la minima copertura. Ero così vicina da riuscire a sentire il loro sangue scorrere nelle loro vene, ed ora dovevo solamente far muovere i miei piei.

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