Capitolo 6.

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||💔Scusate per gli errori che troverete nel corso della lettura💔||

"Calmati Shady" dice Riccardo alzandosi e avvicinandosi a me.

"Calmati un cazzo, parla Riccà" dico quasi sul punto di prenderlo a schiaffi.

"Shady non è successo nulla" dice.

"Semplicemente ieri eri ubriaca fradicia e non me la sentivo di portarti nella tua stanza. Ma apparte il bacio in pista non è successo nulla" dice quasi rattristo.

"Ah okay" dico lanciando un sospiro di sollievo.

"Si, ah" dice girandosi dall'altra parte sempre più giù di morale.

"Che c'è?" chiedo al ragazzo degli occhi azzurri e lui si gira.

"Nulla tranquilla ora sarebbe meglio che te ne andassi" dice e io obbedisco prendendo le mie cose, non che ce ne fossero molte ma...

"Grazie" dico semplicemente per poi raggiungere la porta ed andarmene.

Raggiungo la mia camera e appena entro non c'è nessuno, guardo l'orario sul telefonino e noto che sono ormai le 10:30, saranno andate a far colazione, in effetti anche in camera di Riccardo non c'era nessuno.

Decido di darmi una doccia, devo rilassarmi un po', in questi giorni stanno succedendo un po' troppe cose. Ripenso a ciò che è successo ieri, il bacio dato a Riccardo che non mi ha trasmesso praticamente nulla, la sbronza, il ballare in quel modo e poi buio totale, non ricordo più nulla.

Esco dalla doccia e dopo essermi messa l'intimo e lavata i denti esco dal bagno per cambiarmi, decido di indossare qualcosa di comodo, quindi opto per un leggins nero e un top della Calvin Klein non troppo corto, indosso le mie converse nere basse e sono pronta, sistemi i capelli e poi scendo nella hall, come immaginavo sono tutti lì, hanno già finito di mangiare però, io decido di uscire a prendere una boccata d'aria e fare colazione al bar, quindi risalgo su, prendo la borsa con il portafoglio e mi metto addosso una felpa dell'Adidas, fa un po' freddo fuori e non posso permettermi di prendere un raffreddore.

Scendo le scale per arrivare alla hall e sento dei passi dietro di me, mi giro e ci sono il Moro e un'altra ragazza, lei appiccicata a lui e lui che con uno sguardo impassibile la cinge alla vita. Faccio finta di nulla e aumento il passo, senza guardare dove vado e mi scontro contro Riccardo.

"Scusa" dico alzando lo sguardo verso i suoi bellissimi occhi.

"Tranquilla, dove vai?" mi chiede.

"A prendere una boccata d'aria, vuoi venire?" chiedo, perché glielo avrò mai chiesto...

"Okay" risponde e ci incamminiamo fuori dall'albergo.

"Cazzo le sigarette" urlo non a troppa voce alta quando abbiamo percorso più o meno 10 metri dall'albergo, praticamente siamo fuori.

"Vado a prenderle in fretta" dico a Riccardo prima di incamminarmi verso l'entrata dove mi ritrovo Michele che fa salire una ragazza sopra un taxi dopo averla salutata con un veloce bacio a stampo, non pensavo fosse fidanzato...

Faccio finta di nulla e continuo per la mia strada, corro in camera che trovo occupata da Fede e Vale, prendo le sigarette e le saluto in fretta.

Poi corro per le scale di nuovo e mi scontro contro un ragazzo, alzo lo sguardo ed è il moro, eh perfetto figura di merda pt.2...

"Scusa" dico alzando lo sguardo e lui mi sorride leggermente prima di continuare per la sua strada senza proferire parola.

Un passo in più però, mi ha sorriso.
E io che pensavo mi mandasse a fanculo.

Continuo a correre, questa volta guardando anche dove andavo e raggiungo Riccardo.

"Una vita ci hai messo" dice ridendo il ragazzo dei capelli chiari.

"Scusa" dico semplicemente, oggi è già la terza volta che mi scuso con qualcuno.

Ci incamminiamo e durante il tragitto parliamo semplicemente di noi stessi, per conoscerci un po' meglio.

Dopo una decina di minuti raggiungiamo il bar, ci sediamo in un tavolino e dopo pochi minuti arriva una cameriera per prendere le ordinazioni, ordiniamo due cappuccini e due croissant alla nutella.
Dopo aver mangiato Riccardo, nonostante il abbia insistito tanto per pagare io, paga il conto e rientriamo, poi saliamo in terrazza perché devo fumarmi una sigaretta e lui mi accompagna.

Ci sediamo nel mio solito muretto, accendo la sigaretta e aspiro il primo tiro, e poi butto fuori il fumo, in tutto questo sento il suo sguardo pesante su di me che mi acruta in ogni mio movimento, ed ecco che divento rossa per l'imbarazzo.

"Che c'è?" chiedo a Riccardo girandomi verso di lui.

"Nulla" dice semplicemente.

"Sei stupenda anche mentre fumi" continua poi abbassando improvvisamente lo sguardo come se quello che ha detto le fosse scappato dalla bocca per sbaglio.

Io avvampo di nuovo, divento rossissima e abbasso lo sguardo, lui se ne accorge e me lo rialza con due dita, continua a fissarmi negli occhi e poi si avvicina sempre di più a me, quegli occhi stupendi adesso sono a una ridicola distanza dai miei...

Golden Days ||Mikady||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora