Two Roses

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Un mese era passato e mai Harry avrebbe pensato che un solo mese avrebbe potuto fargli provare così tanta esasperazione. Trenta giorni prima, aveva osservato dalla finestra il castano uscire di casa e guardarsi intorno, non trovando, ovviamente, nessuno nei paraggi, prendere la rosa in mano con sguardo confuso ma sorridendo timidamente ed arrossendo intensamente, mordendosi il labbro inferiore, ed in quel momento Harry si chiese se magari anche lui sapeva il linguaggio dei fiori.

Un mese era passato ed Harry non ce la faceva davvero più a non vederlo. Perché sembrava che il ragazzo carino e dagli occhi blu non uscisse quasi mai di casa, fatta eccezione a quella volta che era andato a fare la spesa per poi chiudersi in casa per... giorni!

Così, preso da un momento di completa follia, il riccio si era raccolto i lunghi capelli in una cipolla, aveva indossato semplicemente una maglia nera a maniche corte, dei jeans scuri ed una felpa grigia e si era fiondato fuori casa e si era diretto verso quella del suo nuovo e bellissimo vicino di casa. Bussò una volta per poi aspettare pazientemente, una mano in tasca e l'altra che torturava l'orlo della sua felpa.

Nessuna risposta.

Stava quasi per andarsene, triste e leggermente imbarazzato del fatto che il castano non gli avesse aperto, quando sentì la serratura scattare e la porta aprirsi lentamente, rivelando il suo vicino di casa in tutta la sua bellezza. Non si erano mai parlati, non sapeva il suo nome e non sapeva niente di lui ma, diavolo se gli era mancato.

Da quella poca distanza che c'era tra loro poteva vedere i profondi occhi blu che aveva, il viso completamente liscio e senza nemmeno un leggero strato di barba, come se non gli fosse mai cresciuta. Poteva vedere le occhiaie sotto i suoi occhi, le sue labbra rosse e sottili e bagnate ed i suoi capelli sparati in tutte le direzioni, come un pulcino. Notò anche il modo in cui si stropicciò gli occhi che, al contatto improvviso con la luce del sole, si strizzarono, provando leggerlo dolore.

“Ciao” disse semplicemente Harry con un sorriso tutto fossette, facendo aggrottate le sopracciglia al ragazzo di fronte a lui.

“Ciao?” disse l'altro a mo' di domanda, non capendo cosa volesse il riccio.

Riccio molto carino, doveva ammettere.

“S-sono, uhm... io-” Harry si morse il labbro inferiore abbassando lo sguardo, ricordandosi solo in quel momento del suo leggero problema nel parlare.

“Sei?” chiese il castano, non riuscendo a trattenere una risatina quando notò la difficoltà del ragazzo.

“Harry” disse, “V-vicino d-di casa” sussurrò molto lentamente, alzando lo sguardo sul ragazzo divertito di fronte a lui.

“Oh” disse sorpreso il castano, “Beh, io sono Louis”

“Louis” sussurrò sorridendo.

Anche il suo nome era bellissimo.

Harry e Louis rabbrividirino quando un'improvvisa tromba d'aria si fece viva, il secondo stringendosi nel suo un-po'-troppo-grande maglione di lana viola che indossava, sorridendo leggermente.

“Beh, Harry” sottolineò il suo nome, “Resterai qui fuori al freddo o entri dentro?”

Harry quel giorno aveva scoperto varie cose su Louis. Aveva scoperto che aveva diciotto anni, che era leggermente logorroico, che a volte finiva per straparlare di una cosa anche inutile, ma se il riccio aveva qualcosa da dire si fermava di colpo e ascoltava volentieri quel che aveva da dire, perché gli piaceva la sua voce, gli piaceva il modo in cui parlava, nonostante il leggero problema nell'esprimersi in parole di Harry, gli piaceva sentire la sua. Al contrario di Harry che, beh, di Louis gli piaceva tutto.

Quella notte prima di andare a dormire, Harry, era andato in giardino, aveva preso due rose ed era corso fuori casa, lasciandole come un mese prima sugli scalini di casa di Louis e poi corse dentro la sua abitazione, sospirando e dormendo finalmente con un sorriso stampato sulle labbra.

Due Rose, l’inizio
dell’innamoramento.

Thirty Six Roses || Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora