Capitolo 1

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-Jessie-

Indosso il mio solito vestitino sexy e la minigonna e aspetto le 23:00 giocando con un pene di gomma.

A quell'ora scendo di casa e, dopo qualche minuto sono al Night club dove lavoro ormai da anni.

Guardo di sfuggita l'Empire State Building alle  mie spalle e finalmente decido di entrare, non dalla porta principale ma passando per il retro.

Il locale non è molto grande ma accoglie ugualmente tante persone, forse troppe. Tutti maschi arrapati di ogni età che vengo qui per una scopatina tattica o solamente per guardare. La maggior parte di questi è sposata ma a me non importa più di tanto. Cerco solo di attirare il maggior numero di clienti in modo da portare qualche soldino in più a casa.

Ho una figlia, non sono sposata e lo stronzo del padre è scappato in Europa non appena ha saputo che ero incinta. Gli sputerei in faccia.

La piccola è a casa di mia sorella quando lavoro. Lei sa cosa faccio, l'ha fatto prima di me. Ora però ha smesso, ha trovato un compagno e vive con lui ormai da due anni in un appartamento del mio stesso palazzo.

Percorro un corridoio buio, sposto leggermente una tenda rossa con la mano e mi ritrovo sul palco.

Agli angoli ci sono due pali per la lap dance, e al centro alcune ballerine mostrano il proprio corpo agli spettatori assumendo posizioni sensuali.

Sono negata per la lap dance per questo decido di unirmi a loro.
Alzo leggermente la minigonna dando le spalle al pubblico, mi piego in avanti e inizio a twerkare mostrando parte del mio culo a tutti quei maschioni arrapati.

Sento urla di eccitazione e intravedono banconote svolazzare alle mie spalle.

Mi giro di scatto e mi accasciò per terra camminando a 4 zampe e muovendo il mio culo a destra e a sinistra.

Poi vado verso il pubblico e ringhio come una tigre, muovendo il braccio come se fosse una zampa ricoperta di artigli pronta a tagliuzzare qualunque cosa.

Raccolgo i bigliettoni da terra nel modo più sensuale possibile e li infilò tutti nel reggiseno.

Mentre mi rialzo un ragazzo biondo, sulla ventina, mi guarda con i suoi occhi azzurri e poi mi fa l'occhiolino, indicando alle sue spalle il bancone del bar.

Scendo allora dal palco nello stesso modo in cui sono salita e raggiungo il ragazzo che è seduto al bancone con davanti a se un bicchiere di vodka.

«Hei dolcezza» la sua voce roca mi fa impazzire ma non sono qui per innamorarmi, bensì per scopare quindi resto concentrata.

«Ciao orsetto» dico nel modo più sensuale possibile.

«Vuoi qualcosa da bere?» chiede e colgo l'occasione per introdurre l'argomento sesso.

«Si, un po' del tuo sperma potrebbe andare bene» rispondo in modo sensuale mentre lui mi fissa con sguardo malizioso.

«Tieni pure il resto» appoggia i soldi sul bancone ma non stacca gli occhi da me.

Si alza dallo sgabello e caccia dalla tasca una banconota da 50 dollari, sventolandola di fronte ai miei occhi.

Allungo la mano per prendere la banconota ma lui me la scosta, riduce lo spazio tra di noi e, palpandomi il seno, la inserisce tra le mie tette.

Poi mi prende per mano e mi conduce nella sex room, lascia che la porta si chiuda alle nostre spalle e poi gira la chiave.

Sex roomDove le storie prendono vita. Scoprilo ora