Capitolo 3

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Non trovo più soddisfacente giocare con il pene di gomma. Desidero il suo pene, e ora. Sono in giro per la città, di fronte al mio sex shop preferito. Uno sguardo alla vetrina e niente, si torna a casa a mani vuote.

Non vedo il ragazzo della sex room da ormai una settimana. Ho continuato a lavorare si ma senza più la stessa voglia. Mi spogliavo, un balletto sexy, gli orgasmi dello sfigato sulla poltrona mentre si segava, prendi i soldi e via.

Sono fuori la porta di casa. Cerco le chiavi nella borsetta e quando le trovo le infilo nella serratura. Mentre sto per girare la chiave sento una mano cingermi la vita e mi pietrifico.

Non riesco a reagire e quindi lascio che a quella mano se ne aggiunga un'altra, che lentamente scendono lugo i fianchi fino ad arrivare al sedere. Mi stanno palpando ma io non faccio nulla.

Poi le mani mi lasciano per un istante e subito dopo mi circondano gli occhi. Sento un erezione sfiorarmi il sedere e decido di aprire la porta.

Il pene possente che sento sul mio culo continua a spingere, come se volesse incitarmi a proseguire.

Quando finalmente queste mani mi lasciano il mio primo istinto è quello di girarmi ma l'unica cosa che vedo è un uomo in maschera, una maschera che avevo già visto su internet. Un volto inquietante bianco.

Stranamente non ho paura, non mi spaventa l'idea che uno sconosciuto mascherato stia abusando sessualmente di me. Mi provoca piacere e non ho intenzione di rinunciare.

Mi lancia con forza sul divano ma io continuo a guardarlo negli occhi con aria di sfida, per quanto possibile.

Vedo lui tirarsi giù la zip dei jeans e aspetto che cacci fuori la sua potente erezione.

Invece non succede niente. Rimaniamo in silenzio. Poi si siede sul divano, come se niente fosse e indica un punto davanti a se.

Titubante mi alzo e vado dove lui ha indicato. All'inzio non so cosa fare, poi faccio quello che mi viene piú naturale, spogliarmi.

Inizio da sopra levandomi prima la maglia e poi sbottonandomi lentamente il reggiseno.

Poi passo ai pantaloni e alle mutandine. Sono nuda di fronte ad uno sconosciuto in maschera.

Stranamente lui non si abbassa i jeans. Si alza, si avvicina a me con andatura minacciosa. Un passo. Adesso inizio ad avere paura, non so cosa vuole farmi. Due passi.

Siamo a 30 cm di distanza. Respiro a fatica. Sono immobile.

Lui mi gira a torno e studia attentamente ogni curva del mio corpo. È dietro di me.

Mi cinge i fianchi e avvicina il suo volto come per baciarmi sul collo, ma poi sembra essersi ricordato di avere una maschera e si ritrae.

Questa scena probabilmente mi avrebbe fatto ridere ma avevo troppa paura per accennare anche solo un sorriso.

Non potendomi baciare iniziò a palparmi il seno e lo fece per un bel po' finché non si stancò e scese con le mani piú giú.

Inizialmente opposi resistenza ma poi lasciai che due dita si infilassero nella mia vagina.

Oh come godevo.

Il suo pene mi stava sfiorando il culo ma non si decideva ad abbassarsi quei cazzo di jeans.

Godevo, Dio se godevo.

Poi si fermò e venni nel salone, sporcando tutto il parquet.

Fece per andarsene ma lo afferrati per un braccio. Lui oppose resistenza ma volevo saperne di più. Volevo sapere chi fosse.

Dopo avermi guardata negli occhi si voltò di nuovo ma a quel punto feci qualcosa di totalmente irrazionale.

Allungai il braccio e gli strappai la maschera dal volto. Lui si girò di scatto. Riuscii a vedere solo una folta barba scura e una lunga cicatrice che attraversava tutto il collo fino ad arrivare al labbro inferiore.

Poi lo sconosciuto se ne andò e lasciandomi nuda nel salone.

Ero appena stata violentata da un sconosciuto.

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