Capitolo 6

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La serata era stata un successo. Ora tutti avevano occhi solo per me. Ero eccitata all'idea di avere tutti quegli uomini disposti a pagare dollari e dollari pur di vedermi a gambe aperte ma allo stesso tempo avevo paura che non avrei retto molto a lungo. Era comunque il mio lavoro, non potevo tirarmi indietro proprio quando stavo avendo successo.

Sono seduta al bancone del bar e dietro di me una calca di uomini mi opprime nella speranza di portarmi a letto. Hanno tutti all'incirca 40 anni o almeno così si direbbe dall'aspetto ma nessuno sembra particolarmente attraente.

Ordino qualcosa da bere e nel frattempo un uomo, basso con lunghi capelli e una folta barba che forse non hanno mai conosciuto il significato della parola igiene,  si avvicina al bancone e si accomoda allo sgabello alla mia sinistra.

Mi fissa e mi mostra il suo sorriso sdentato prima di richiamare la cameriera dietro il bancone con quella voce tipica di chi si è appena scolato due cassette di birra.

«Hei tu, si... Pago io per la troietta alla mia destra. »

Poi rotea gli occhi e si accascia sul bancone.

Sorrido, anche se non può vedermi.
Spero non voglia portarmi a letto, solo l'idea di farmi penetrare da quell' "uomo" mi fa venire il voltastomaco.
Ho iniziato a fare la puttana per necessità e in tutto questo tempo non mi era mai capitato di ritrovarmi in una situazione del genere.

Tutti gli uomini con cui avevo fatto sesso non mi avevano mai dato problemi dal punto di vista dell'aspetto, certo non ho trovato nessun "dio greco" ma almeno ho avuta la fortuna di non dover scopare con dei barboni ubriachi. Per carità non ho niente contro di loro ma l'idea di farci sesso mi fa rabbrividire.

Nel frattempo la cameriera mi ha servito il drink e sta tentando di svegliare l'uomo dal suo profondo sonno per farsi pagare.

Dopo qualche tentativo il barbone seduto di fianco a me alza la testa dal bancone con aria frastornata e impiega qualche minuto per comprendere a pieno la situazione.

Poi inizia a tastarsi le tasche in cerca del portafoglio e a mia sorpresa lo trova nella tasca posteriore dei suoi jeans logori. Porge una banconota da 20 alla barista e la invita a tenere il resto.

Si avvicina a me e allunga la mano stretta a pugno contro il mio petto, scende giù nel reggiseno e lascia cadere due banconote da 100$.

Resto per un momento a bocca aperta e non mi accorgo che sono in piedi e mi sto dirigendo verso la sex room, dove quello che consideravo un incubo sta per diventare realtà.

Prima di spostare la tenda rossa che conduce alla stanza mi giro indietro, come se potessi trovare qualcuno disposto a salvarmi da quella cosa che non avrei mai dimenticato e che probabilmente mi avrebbe fatto schifare il sesso e tutto quello che gli ruota attorno.

Mi giro e tra la folla vedo due occhi di ghiaccio che mi fissano. I suoi occhi...

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