Capitolo 4

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Sono confusa. Non penso che tutto ciò sia normale per una ragazza di 25 anni. Le altre ragazze della mia età staranno studiando all'estero, a casa con i familiari a festeggiare o magari con il fidanzato.

Ma alla fine  cosa pretendo? Sono una puttana non una ragazza normale. La do a chiunque in cambio di soldi, mi faccio scopare da uno sconosciuto mascherato che entra in casa mia e mi lamento?

Ho scelto io questa strada e ne affronterò le conseguenze. Certo che da piccola immaginavo il mio futuro completamente diverso.

Immaginavo di diventare una dottoressa, sí una dottoressa. Volevo accudire le persone in difficoltà, aiutarle e permettere loro di vivere una vita migliore.

Un'illusione, ecco cos'era. Alla fine ecco cos'è l'infanzia: un'illusione che, per quanto bella e reale possa sembrare, prima o poi svanisce, proprio come un illusione. E quando svanisce vediamo il mondo per com'è realmente. Vediamo tutto il male che ci circonda, le persone false, gli amori non corrisposti e tutto ciò che di brutto c'è nel mondo.

Tutto questo schifo ci viene sbattuto in faccia come se niente fosse e non possiamo fare altro che accettarlo.

Ma la parte peggiore non è questa, no... La parte peggiore arriva più avanti, quando anzicchè combattere tutto questo schifo lo accetti e basta, accetti che ci sia tutto questo male nel mondo e non fai più niente, per te diventa tutto normale, anche se normale non è.

Poi mi abbandono sul letto, i capelli lunghi e castani si adagiano perfettamente sul cuscino, quei capelli che mia madre amava accarezzare durante la notte, quando dormivo e non potevo accorgermene, mia madre, che ora non c'è e non ci sarà mai piú, ma questa è un'altra storia...

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