[Parte sei]
Un leggero ticchettio proveniente dal corridoio adiacente allo studio di Luke Hamilton. Nemmeno qualche istante dopo, la possente porta venne aperta con uno certo sforzo da piccole mani paffute.
-Papà...?- mormorò una vocina stridula, infilando la testa rossiccia attraverso lo spiraglio della porta. Vagò con lo sguardo attraverso l'enorme camera finché non si posò sul soggetto che stava cercando.
Non trovando un responso da parte di questo, aprì ancora un po' la porta ed entrò nel suo studio chiudendosi piano la porta alle spalle.
-Posso chiederti una cosa?- chiese Shazen avvicinandosi alla grande scrivania su cui stava lavorando Luke, in quel momento concentrato nel lavorare al suo computer. La scrivania era piena di plichi di documenti, impilati e sistemati in modo molto ordinato e quasi manicale.
-uh-hu...- annuì lui assorto: stava lavorando a un importante progetto che avrebbero lanciato nel mercato internazionale tra poche settimane. Quel progetto avrebbe fatto fortuna, più fortuna di quella che aveva.
Shazen si diresse verso la poltrona in pelle sistemata al lato destro della scrivania. Continuava fissare il padre, cercando di capire di che umore fosse. Cosa che le risultava impossibile dal momento che questi ancora non le aveva rivolto nessuna parola se non un misero cenno.
Con una mano si spostò un ricciolo ribelle dietro all'orecchio, mentre respirava nervosamente. Anche sedendosi solamente sul bordo della poltrona le sue gambe penzolavano nel vuoto senza riuscire a toccare a terra.
-Papa?- Cercò di attirare di nuovo la sua attenzione.
-Dimmi...- rispose lui distrattamente.
-Mi ascolti un attimo?-
-Sisi... parla pure, sono tutt'orecchi. Ti serve qualcosa? Sai che basta chiederlo...-
-Si papà, lo so. Ma voglio chiederti una cosa.- disse Shazen con una voce flebile fissandosi le punte dei piedi con un'aria che sembrava molto seria per appartenere ad una bambina di cinque anni.
-Cosa ti turba, tesoro mio?- chiese Luke alzando lo sguardo su di lei e guardandola in faccia per la prima volta da quando era entrata nella camera.
-Ecco... io...- cominciò lei tormentandosi le mani indecisa.
-Dai tesoro, non ho molto tempo- la esortò Luke.
La bambina tirò un ennesimo sospiro e cominciò: -Ogni giorno esco dalla mia scuola e vedo delle mamme, tante mamme. Una per ogni bambino. Ma sono lì tutte per aspettare gli altri bambini. Io...- prese una pausa mentre la voce cominciò a tremarle, -Mi chiedevo quando anch'io un giorno uscirò da scuola e troverò una mamma tutta mia ad aspettarmi. Tutti gli altri miei compagni sono così felici quando vedono la loro mamme. Mi chiedo quando troverò una mamma tutta per me...- una lacrima le rigò la guancia rosea.
Luke si alzò dalla scrivania con un'espressione indecifrabile in volto e si diresse verso la finestra con le mani in tasca.
-La mamma...- sussurrò, stava cercando tutte le parole adatte per consolare la bambina ma non ne trovò neanche una.
-Papa... dov'è la mia mamma?- chiese Shazen tirando su con il naso.
L'uomo si avvicinò alla poltrona dov'era seduta, la prese in braccio e si sedette su di essa prendendo la bambina sulle proprie ginocchia.
-Shazen, piccola mia. Devi sapere che una volta, quando eri piccolina un uomo cattivo venne nella nostra vita e si portò via la mamma, per sempre.- disse infine
-Dove?- chiese lei più triste che mai.
-Non lo so... credo molto lontano da qui-
-La andremo a cercare un giorno, per riportarla indietro?- chiese lei con gli occhi colmi di una speranza improvvisa.
-Sì. Forse sì, un giorno lo faremo- rispose Luke, congedandola con un bacio sulla fronte.

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Il prezzo della verità
Historia Corta"Fin dove può spingersi l'essere umano per arrivare ad ottenere qualcosa che agogna da tempo immemore?" È questa la domanda che vortica nella testa dell'uomo mentre sta offrendo il gelato ad una piccola bimba sorridente dai capelli rossastri. Una bi...