Capitolo 6

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Apro gli occhi, e la prima cosa che noto è la tenue luce dei lampioni che proviene da fuori. Mi alzo lentamente e mi guardo intorno, ancora frastornata e disorientata da ciò che vedo... la sola cosa che mi è familiare è la mia valigia, che occhieggia dall'angolo in cui l'ho lasciata. Non voglio ancora iniziare a disfarla, perchè ciò significherebbe rendersi conto che tutto ciò è reale e permanente, che non ritornerò mai più a casa mia. Dentro di me ci sono ancora opinioni contrastanti in merito, sono terrorizzata da questo nuovo cambiamento e da tutto ciò che non conosco, ma non riesco a capire se effettivamente ciò di cui ho paura sia solo la paura stessa. Un'altra parte di me invece vede questo trasferimento come una opportunità, che possa saziare la mia fame di avventura e far schiudere davanti a me nuove porte. La possibilità di avere un futuro che non avrei mai potuto avere nella mia vecchia città.
Una radiosveglia azzurra sul comodino mi informa che sono le 09.22 pm, e proprio mentre mi chiedo cosa stiano facendo i miei coinquilini, il suono delle loro risate mi giunge dal piano di sotto, rispondendo inequivocabilmente alla mia domanda. Recupero dalla tasca del mio giubbetto in pelle blu il cellulare, notando subito alcuni sms preoccupati di Ellen. Da quando l'aereo è atterrato non ho avuto modo di pensare a lei, troppo impegnata a registrare tutte queste nuove informazioni. Li scorro brevemente e provo a ricercare un segnale wifi per risponderle, una notifica mi avvisa di rilevare la rete Mason123... ma non mi posso collegare senza la password. Sospiro, mai e poi mai mi sarei avventurata al piano di sotto questa sera, non volevo ancora rovinare l'illusione di essere in una bolla isolata dal resto del mondo. Il riflesso argentato del laptop attira la mia attenzione, dandomi un'idea. Perchè no?  dico a me stessa, fare una prova non nuoce. Mi siedo sulla poltroncina girevole e premo il pulsante di accensione, annusando un'odore pungente di legno che sembra impregnare quell'angolo, segno che la scrivania è stata acquistata di recente. Chissà chi si è occupato di arredare questa stanza? Per quanto ne so, avrebbe potuto benissimo essere stata la stanza della cameriera di Steven. Non che sapessi alcunchè su di lui, se era mai stato sposato, se aveva figli... Per me era un completo estraneo.
Quando ero più piccola, pensavo che il fatto di non avere un padre su cui fare affidamento mi privasse di molte cose; non mi avrebbe mai portato allo zoo e non avrei mai giocato con una stupida palla con lui. Alle recite scolastiche vedevo ogni altro bambino correre dai suoi genitori alla fine dello spettacolo, mentre io tornavo a casa con i genitori di Ellen. Si offrivano gentilmente ogni anno di riaccompagnarmi, siccome mia madre era troppo occupata con il lavoro. Vedere quei bambini sorridere felici, mentre i loro padri li lanciavano in aria per poi riacchiapparli al volo... mentre io mi fissavo le punte delle scarpe da ginnastica, sperando che nessuno mi notasse, che nessuno mi additasse come la bambina di cui i genitori si disinteressavano. Forse avere un padre avrebbe davvero cambiato le cose, forse mia madre non sarebbe sempre stata così fredda e non si sarebbe seppellita sotto tonnellate di fogli e documenti. Percepiva mensilmente un cospicuo assegno di mantenimento, non aveva perciò nessuna ragione economica per fare tutte quelle ore di straordinari, forse ne aveva una sentimentale. Non sapevo davvero cosa aspettarmi  da parte di Steven, ora che vivevamo tutti assieme, se però sperava che avrei giocato assieme a loro alla famigliola felice... si sbagliava di grosso. Fortunatamente il portatile si è già connesso alla rete, probabilmente era già stato usato in precedenza, cosa che mi fece sentire leggermente meno in colpa sapendo che non era stato acquistato nuovo per me. Scrivo quindi una breve email a Ellen per rassicurarla:

Ciao,
 sì, il viaggio è andato bene, ma il jetlag mi ha un po' scombussolata... Mi sono addormentata appena arrivata nella casa nuova, dimenticando completamente il cellulare. Il posto è incredibile, sembra uscito da uno di quei classici telefilm, dal giardino impeccabilmente curato alla vernice uniforme dello steccato. Non so davvero cosa aspettarmi, la parte dura arriva ora, dovrò trascorrere una settimana intera assieme a loro... almeno poi sarò impegnata fuori casa con la scuola. Spero che tu ti diverta alla festa di compleanno di Angela, salutala da parte mia.
A presto

Like a storm in the sunriseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora