Capitolo 11

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Il giorno successivo, sono seduta in autobus e attendo con impazienza di arrivare a scuola... Un milione di pensieri mi frullano per la testa, chissà se oggi rivedrò Alexander  e JJ?  E se anche li incrociassi per i corridoi, mi rivolgerebbero la parola oppure fingerebbero di non conoscermi?
Mi affretto sul marciapiede, dirigendomi verso la rampa di accesso nella pallida luce mattutina, cercando gentilmente di aprirmi un varco in mezzo alla ressa. I palmi delle mani iniziano a sudarmi, mentre mi avvicino a quello che per me è diventato un luogo impossibile da ignorare. Finalmente posso vedere a pochi passi da me il muretto vicino alle gradinate, l'agitazione che mi attanaglia cresce alla vista del ragazzo lì appoggiato. In qualche modo, sembra distinguersi e svettare su tutti gli altri. O forse, sono semplicemente io ad avvertirlo diverso da chiunque altro. Alexander ha lo sguardo perso nel cielo, dandomi la possibilità di ammirare il suo bel profilo stagliarsi sull'azzurro chiaro, ragione per cui mi blocco all'istante. Non cerco di attirare la sua attenzione, eppure in pochi secondi si volta verso di me, percependo di essere osservato. Il nostro sguardo si incrocia all'istante, il suo volto è di granito, sempre privo di espressione. Eppure qualcosa sembra lentamente cambiare in lui, la sua maschera inizia a vacillare. Posso quasi vederla sgretolarsi e i suoi frammenti venire spazzati via dal vento, mentre le sue labbra si curvano in un sorriso diretto a me...
Con uno scatto mi raddrizzo sul letto, strappata al mondo dei sogni dalla vibrazione del cellulare, con il cuore martellante nel petto, scossa dal frutto della mia immaginazione. 
La coperta sopra di me è rovente, accolgo con sollievo l'aria fresca che investe la mia pelle sudata non appena la getto in un angolo, il più lontano da me. Cerco di calmare il respiro, ma la sensazione è quella di aver appena corso una maratona. È come se quegli occhi neri avessero ancorato qualcosa dentro di me, il loro ricordo sembra voler infestare persino i miei sogni.

Una volta scesa dall'autobus, sono sollevata dal fatto che il cielo sia così cupo da sembrare ancora notte fonda, non avrei potuto sopportare di trovarmi davanti un cielo azzurro limpido e luminoso come quello del mio sogno. Il tragitto verso l'entrata della scuola mi rende comunque nervosa, tanto da spingermi a cercare di confondermi il più possible in mezzo alla calca, per non essere visibile. Il rombo di un temporale in avvicinamento dirompe all'improvviso, la voce acuta di una ragazza poco distante per un attimo lo sovrasta <<Oh, non ci posso credere! ho stirato i capelli questa mattina...>> 
Osservandola bene, ricordo di averla vista il primo giorno, sempre assieme all'amica al suo fianco, mentre ancheggiava superandomi e attirando sguardi e apprezzamenti maschili. Le sue labbra coperte da uno strato di lucidalabbra sono corrucciate, mentre con una mano cerca di proteggere inutilmente i liscissimi capelli dalle varie tonalità di biondo contro l'invisibile umidità. Accanto a lei, in netto contrasto, vedo una ragazza di qualche centimetro più bassa, più formosa e con i capelli così neri da essere visibilmente opera di un parrucchiere. 
 <<Samantha, hai ancora la tua piastra portatile nell'armadietto? >> 
Il nome mi suona subito familiare e cattura la mia attenzione. Inclino il collo per riuscire a scorgere meglio oltre il ragazzo davanti a me. 
<<Sì certo, la tengo a scuola in caso di emergenza>> seguendo la voce dolce, identifico Samantha come la ragazza dai capelli neri. La scuola è piuttosto grande, quante probabilità ci sono che sia proprio lei la ragazza che ha invitato JJ alla famosa festa di cui parlava in biblioteca?
<<Bene, allora dobbiamo andare al tuo armadietto...>> prima di riuscire a finire la frase una voce maschile interrompe  la bionda, urlando da distante <<Buongiorno Addison!>>. L'essere interrotta la rende furiosa, si gira fulminea come un cobra verso la voce del ragazzo, pronta a divorarlo, ma riconoscendolo cambia atteggiamento all'istante. Stampandosi a tempo di record un sorriso totalmente finto sulle labbra rosa si precipita verso di lui con un' espressione mielosa
<<Hey Danny!>> , dimenticando completamente Samantha, rimasta indietro. 
Non riuscivo quasi a credere che ragazze come Addison esistessero davvero. La vicenda mi aveva distratto per un attimo, facendomi perdere l'occasione di sapere se JJ ed Alexander fossero nei paraggi, costringendomi ad aspettare fino ad arrivare in cima alle scale. Lancio una rapida occhiata verso il basso in direzione del muretto, alla ricerca di un giacca in pelle o di un giubbotto nero e verde, ma di entrambe non vidi nemmeno l'ombra. 

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⏰ Ultimo aggiornamento: May 11, 2018 ⏰

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