I giorni seguenti furono abbastanza complicati. Non potevo abituarmi all'idea di essere innamorata di Camila e ricevere il rifiuto della società, ma mi sentivo sempre meno inquieta a pensarci.
Lei non cercava di mettermi pressione. Sapeva che avevo bisogno di tempo e spazio. Non mi chiedeva risposte. Sapeva che mi ero innamorata, quindi ne era felice.
-Ho scritto una poesia per te. -Mi confessò timidamente mentre, sul tavolo, cercava di fare delle figure coi tovaglioli. Contai tre suoi battiti di ciglia. -Non è la migliore, ma i passeri mi hanno detto che ti sarebbe piaciuta se veniva dal mio cuore.
Sorrisi per la sua timidezza e le presi la mano, facendola arrossire all'istante. Camila era pazza, questo è vero, ma la pazzia non le aveva tolto la sua capacità di provare qualcosa.
Sentii un'imprecazione a nostro nome non molto lontano. Era Dinah, che era diventata ancora più irritabile dal momento in cui ricominciai a parlare con Camila.
-Puoi leggerla per me?
-No.
-Perché no?
-Non lo so. Perché no e basta. -Mi rispose con una risata giocando con le mie dita e baciando ognuna di esse sei volte. -Mi piaci, Lauren.
Me lo diceva sempre, e il mio cuore accelerava con quelle parole. Lo diceva senza alcun preavviso, prendendomi sempre alla sprovvista, rendendo tutto più reale.
-Anche tu mi piaci... piaci... piaci... -Glielo dissi nove volte, dato che era il suo numero preferito del giorno.
Ultimamente i suoi numeri preferiti del giorno erano molto alti, e arrivai a pensare che lo erano solo perché le piaceva sentirmi dire quanto mi piaceva tante volte di fila.
-Mi piace sognarla, signora Luna. -Disse all'improvviso, e mi chiesi tre volte che tipo di sogni faceva. Sperai che fossero belli. -Mi piace tutto ciò che ha a che fare con te, in realtà. -Le sue guance erano accese, ma non potevo trovarla più adorabile. -... A volte qualcuno mi chiama Camz, ma non sei tu. A volte qualcuno dice che gli piaccio, ma non sei tu. A volte qualcuno appare nei miei sogni, ma non sei tu. -Mentre lo diceva la sua voce sembrava terrorizzata, e mi chiesi sei volte nella testa perché. -Mi piace sognarti perché quando ci sei tu lui non c'è mai.
Ma non capivo chi era lui.
-Di chi parli, Camz?
Ma nemmeno lei sembrava saperlo.
-Hai degli occhi molto belli. -Mi disse lei, e non cercai di farla parlare dei sogni dove io non c'ero. Sapevo che non avrei ottenuto niente. -... Sono verdi, come l'erba che cresce in Norvegia.
-Tutta l'erba del mondo è verde, Camz...
-Sì, ma i tuoi occhi sono come l'erba della Norvegia, non come l'erba di tutto il mondo.
E preferii non contraddirla, dato che non ero mai stata in Norvegia.
-Tra poco devo andare... -Lo diceva con tristezza mentre tratteneva un sospiro, il che non mi dava un buon presentimento. -Lauren, il figlio di Normani ha bisogno di un biberon. E poi, i fantasmi non possono pagare il mio viaggio in Russia perché loro non usano i soldi.
Si alzò dal tavolo nervosamente, e fu tanta la sua rapidità quando uscì che non notò che aveva lasciato lì le sue scarpe. Sorrisi solo un po' quando le vidi, dato che una era da tennis e l'altra era una scarpa spaventosa.
Fu allora quando capii le sue parole.
Uscii di lì correndo a tutta velocità, ma quando la stavo per raggiungere la mia mente mi disse che avevo dimenticato di portare con me le sue scarpe. Le cercai perché ormai non ero più io a controllarmi, ma la mia ossessione di vivere in mezzo alla perfezione.
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Seguirti o Perderti ||TRADUZIONE ITALIANA|| Camren
FanfictionLauren amava la routine. Camila amava l'ignoto. Lauren amava la perfezione. Camila era completamente imperfetta. Lauren non aveva grandi sogni. Camila ne stava vivendo uno. Lauren odiava gli addii. Camila viveva di essi. Lauren non voleva seguirla...