Atto III: una scelta difficile

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- Hai qualcosa per me? - Chiese Saeräl con la fronte aggrottata.
- Sì, purtroppo. Ho una brutta notizia...-
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La ragazza rilassò la fronte per dare spazio sul suo volto a un'espressione confusa e curiosa, ma anche un pò spaventata.
- Allora dimmi, qual'è la brutta notizia? -
Gur la guardava con il terrore negli occhi, sia perché temeva la reazione di Saeräl, sia perchè era intimorito dalla notizia stessa.
- Ho scoperto una cosa... - iniziò cercando di farsi coraggio.
- Il re vuole tornare in Inghilterra fra due mesi ' disse tutto d'un fiato, come per liberarsi di un peso immane.
- Cosa? - Chiese incredula.
- Lo so. È una follia. Ma chi può fermarlo? È pazzo quell'uomo, te lo dico io! -
Nella stanza si riusciva a sentire il rumore delle fitte nei cuori di tutti.
L'amazzone abbassò gli occhi al pavimento. I suoni erano ovattati e le voci sembravano tanto lontane da essere irriconoscibili.
- Saeräl! Ci sei?! - Chiese il messaggero.
- Ehm... si. Ero distratta. Puoi ripetere?-
- Abrës vuole fare una riunione domani per dare la notizia, ma dopo ciò che è successo cinque anni fa non penso che qualcuno vorrà partecipare. O almeno non di sua volontà. -
- E questo vorrebbe dire che Abrës si arrabbierà molto... e date le sue condizioni in questo momento, le sue azioni saranno imprevedibili. Potrebbe mettere tutto il villaggio al "palo" per quel che ne sappiamo. - Lo anticipò la ragazza.
- Esatto - rispose lui.

Il "palo" era un massiccio palo di legno dove, chi aveva fatto una malefatta, veniva legato per un tempo variabile, in base a ciò che si era commesso. Nel loro villaggio ce ne erano due: uno era situato nel posto più soleggiato, per rendere la punizione insopportabile nelle stagioni calde, e l'altro era in quello più all'ombra, per le stagioni fredde.

- Ma non possono tornare in Inghilterra! Nel villaggio sono rimasti in pochi i combattenti in buone condizioni dopo la scorsa battaglia. È un suicidio! - Si intromise Meran, preoccupata per la figlia.
- Ha perfettamente ragione, ma se vogliamo fermare questa pazzia dovremo inventarci qualcosa, e in fretta. - Aggiunse Gur.
Tutti rimasero in silenzio per qualche attimo.
- Ci parlerò io. - Disse poi Saeräl.
- Vuoi parlargli?! Hai già fallito se pensi che delle semplici parole possano convincerlo. - Disse Isal.
- Se non mi darà ascolto lo convincerò con la forza. -
- Non puoi essere seria. Hai per caso mangiato dei funghi strani? - Ironizzò Tara.
- Figliola, Tara ha ragione. Non puoi sfidare il re. Non che io non creda nelle tue capacità, ma sai benissimo che lui non combatterà con onore ma giocando sporco. -
- Ci proverò lo stesso. Se non facciamo qualcosa moriremo tutti nel villaggio. Prima o poi finiranno i guerrieri e le amazzoni, e Abrës porterà in battaglia i contadini, che cadranno come mosche sotto le spade nemiche. E così non ci saranno più delle case e dei terreni fertili qui, ma solo un cupo cimitero. -
Fagor non voleva darlo a vedere, ma era orgoglioso del discorso della figlia. Un giorno, sperava, sarebbe diventata un capo degno del suo nome.
Tuttavia anche sua moglie aveva ragione. "L'orgoglioso" avrebbe giocato sporco e sapeva bene che Saeräl non si sarebbe mai abbassata ai suoi livelli, finendo per essere sconfitta. E la sconfitta voleva dire la morte.
Al solo pensiero, sentiva il cuore seccarsi come una foglia in autunno. Non avrebbe sopportato un dolore tanto grande come la perdita di sua figlia. Teneva molto alla sua famiglia, ed era per questo che si era ritirato dalla guerra, oltre al fatto che non tollerava più le battaglie inutili del re.
- Hai ragione - ci ripensò poi Fagor.
Tutti lo guardavano incredulo, Saeräl compresa.
- Davvero? - Chiese.
- Sì. E se succederà qualcosa noi saremo lì per proteggerti. -
La ragazza era felice di ascoltare le parole del padre.
- Noi saremo al tuo fianco. - Dissero i gemelli.
- Ci sarò anch'io. - Aggiunse Gur.
La madre la guardava spaventata, ma poi sorrise e annuì.
- Verró anche io. -
Il cuore della ragazza era ricolmo di gioia. Si sentiva al sicuro, protetta da tutta la sua famiglia.
- Ok. Allora dobbiamo solo aspettare domani. -

La notte sembrava non passare mai per Saeräl. Era rimasta sdraiata sul suo letto a guardare il soffitto e a pensare all'indomani. Quella sera aveva preso una delle decisioni più grandi della sua vita: sfiderà un re.

Tra Sangue E Ossa             - L'Esercito Norreno -Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora