.Capitolo 1.

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Caro D,

sono ancora in camera ed è tardissimo, ma come ogni mattina sento l'esigenza costante di scriverti a causa dei soliti incubi che continuano ad intasarmi il cervello. Non posso farcela, ogni notte rifaccio lo stesso incubo e mi sembra di sprofondare in un buco nero. Cerco di andare avanti, di farmi forza ma a volte essere forte da sola non basta. Credo di aver bisogno di aiuto, ho cercato in più modi di uscirne ma senza successo. Sono rimasta marchiata per il resto dei miei giorni. La mia unica fortuna sono i miei fratelli, non so cosa farei senza di loro, nonostante non sappiano cosa mi tormenti fanno in modo di essere presenti. L'unica pecca però sono i miei genitori che non vedo spesso a causa del loro lavoro. Diciamo che possiamo sembrare la tipica famiglia unita.... ma come si dice l'apparenza inganna. A volte penso che siamo stati da sempre un peso per loro, degli intralci per i loro progetti futuri. Non posso lamentarmi per ciò che abbiamo perché fin da piccoli ci riempivano di beni materiali, ma non è questo quello che conta. Ciò di cui avevamo veramente bisogno era fin da subito l'amore che un genitore sa darti. Cosa che però a noi è sempre mancata. Ma fa 'niente', siamo riusciti a cavarcela sostenendoci l'un l'altro. Adesso devo proprio scappare, i miei fratelli non fanno altro che gridare il mio nome a causa del mega ritardo che stiamo facendo per andare a scuola. 

Ci sentiamo alla solita ora.

Tua M.

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Scendendo di corsa le scale grido ai miei fratelli che sono pronta e ad attendermi ci sono le solite facce incavolate.

-SEI LA SOLITA RITARDATARIA!!- mi gridano Oliver e Oscar prima di trascinarmi fuori di casa.

Che abbia inizio l'inferno.

Arrivata a scuola mi precipito al mio armadietto, ma come al solito rischio di far tardi in classe. Anche oggi ho storia alla prima ora e giusto adesso ricordo di avere un test sul fascismo, di cui non ricordo nulla. Perfetto sono nei guai! Cosa mi consola? Essere all'ultimo anno e liberarmi finalmente di questo inferno per ricominciare da capo, purtroppo non è facile dimenticare quando si è costretti a conviverci ogni giorno e subire tutto in silenzio... Ad interrompere i miei pensieri sono gli starnazzi di studenti intenti a precipitarsi in classe e questo mi fa ripensare immediatamente a quel dannato test, a quella dannata vecchia e al mio dannato ritardo. Entro di corsa in classe, ma come previsto nessuno fa caso a me, così approfitto anche della distrazione della prof intenta a scrivere il tempo che abbiamo a disposizione per il test. Sgattaiolo quindi verso l'ultima fila dirigendomi al mio banco, tutto fila liscio e per una volta posso dire di avere il fato dalla mia parte.

Terminate le lezioni mi dirigo al parcheggio ad aspettare i miei fratelli che non tardano ad arrivare. -Ehi piccola..- mi dice Oliver venendomi in contro e abbracciandomi. -Scimmiaa!!- mi deride invece Oscar scompigliandomi i capelli, e in tutto questo mia sorella Isabel protesta come una bambina di cinque anni perché ha fame. Decidiamo così, di incamminarci verso l'auto e di ritornare a casa per pranzare, con la speranza che Jonathan e Christian abbiano preparato qualcosa.


ANGOLO AUTRICI:

HOLAA!!!

 Pensavate che avremmo rinunciato scappando a gambe elevate? Bhe vi sbagliate di brutto perché noi continueremo a mantenere le nostre belle chiappette profumate qui a darvi il tormento. 

Se il capitolo è stato di vostro gradimento lasciate una stellina e commentate, perché è importante il vostro parere. 

Vi aspettiamo numerosi!.

Un bacio dalle nostre bellissime chiappette profumate!

Le vostre disagiate. 

                                                                                                                                                                         M&M 



.LA SOLITUDINE DELL'ANIMA.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora