Capitolo 5 - L'Incubo
Ci sono due cose durature che possiamo lasciare in eredità ai nostri figli: le radici e le ali. - Cit
Le urla disperate di una donna. Un uomo. Una lama affilata. Un grido assillante. Due grandi occhi d'oro.
Kora si svegliò di soprassalto. Respirò affannata, si mise a sedere e si portò una mano al cuore: batteva forte. Cercò di tranquillizzarsi e dimenticò ciò che aveva appena sognato.
Iniziò a riacquistare la calma appena la consapevolezza di aver avuto un incubo la pervase. Si rigettò a terra con la pancia all'aria, gli occhi fissi sul cielo di un azzurro quasi sovrannaturale, talmente era limpido. I rumori della natura attorno a lei pervasero le sue orecchie.
Si trovava a pochi metri dal confine della Foresta di Gargantac, dove Xander aveva fatto atterrare Wila. Lo Zancar le aveva assicurato essere un luogo privo di pericoli, aveva poi recuperato della legna e abilmente acceso un fuoco in poco tempo, dandosi poi alla cottura della lepre, impegnandosi nel frattempo a spiegare anche lei come fare. Vedere la povera bestiola allo spiedo le era dispiaciuto, ma dopo una breve esitazione, una volta dato il primo morso, aveva presto dimenticato la tristezza: era squisita.
Si voltò ed incontrò la figura di Wila, accanto alla quale si era addormentata finito il pasto. Xander le aveva detto di riposarsi un po', l'avrebbe svegliata lui e le avrebbe fatto provare a tirare con l'arco. Più tardi si sarebbero rimessi in volo e avrebbero raggiunto Samlubia, la città di cui le aveva parlato la notte precedente.
A quanto pareva però, Kora si era svegliata autonomamente. O forse non aveva proprio dormito, tormentata dall'incubo, perché non si sentiva per nulla riposata e anzi soltanto più stanca. Cercò di ricordarsi ciò che aveva sognato, ma non ne fu in grado. Si alzò pigramente, l'idea di tentare nuovamente di dormire non la sfiorò nemmeno.
Si guardò attorno alla ricerca del suo compagno, ma non vide nessuno. Lì dove si trovava, i giganteschi alberi della foresta di Gargantac si interrompevano bruscamente, dando spazio ad una vastissima e desolata steppa, della quale non riusciva a scorgere la fine, chiamata Nessamia. Il contrasto tra i due paesaggi, visti uno affianco all'altro, era abissale. Una parte era colma di colori sgargianti e vita ovunque, l'altra era vuota e spenta.
Wila pareva dormire e Kora decise di fare un piccolo giro alla ricerca dello Zancar. Per esclusione, si addentrò tra gli alberi della foresta e camminò per alcuni metri, stando attenta a non perdere di vista la steppa per non rischiare di perdersi.
«Già sveglia Rossa?» sussurrò la voce di Xander nel suo orecchio, facendola sussultare dallo spavento.
«Mi hai fatto prendere un colpo! Sei impazzito?» si voltò in uno scatto, arrabbiata.
«Sei davvero troppo carina quando ti arrabbi».
Decise di non rispondere, una breve sensazione di pericolo le attraersò la spina dorsale alla ista dei suoi ochhi, spazzata però via dalla loro bellezza.
«Quindi? Mi insegni a tirare?».
«Ma certo. Ti vedo impaziente, seguimi».
A pochi metri da dove si trovavano, Xander aveva posizionato un bersaglio per l'arco su un albero e su questo erano disegnati cerchi concentrici, di cui quello centrale carico di frecce.
«Prego Rossa» Xander recuperò da terra l'arco, porgendoglielo.
«Non puoi chiamarmi Kora, vecchio?» lo afferrò lei.
Non si sentì molto convinta di ciò che stava andando a fare, temeva di non esserne in grado. Voleva però davvero imparare l'arte del tiro con l'arco, vedere Xander maneggiarlo l'aveva affascinata e si sentiva entusiasta di poter provare, nonostante la leggera stanchezza.
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La Principessa Perduta
Adventure"La Principessa perduta" è una storia che ho deciso di scrivere prendendo come punto di partenza "Verso la Libertà", un racconto precedentemente pubblicato per un concorso. ~~~ Kora è una giovane ragazza cresciuta in un orfanotrofio e assetata di li...