Capitolo 1 - La decisione

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Capitolo 1 - La decisione

Chi non si prende la responsabilità di decidere, non sarà mai padrone della propria vita. - Cit.

Era appena scoccata la mezzanotte quando Kora sentì bussare alla finestra della piccola soffitta nella quale dormiva. Quella notte non era ancora riuscita a chiudere occhio e quell'improvviso rumore, nonostante avesse appena udito i dodici rintocchi del campanile, la fece sussultare.

Si mise a sedere e fissò la finestra non vedendo nessuno. Si domandò se se lo fosse immaginato, quel suono, o se semplicemente stesse sognando. Si stropicciò gli occhi e, troppo curiosa per concedersi il piacere del dubbio, si alzò e andò a controllare.

Afferrò la maniglia, aprì le ante della finestra con decisione e l'aria fresca della notte le colpì il viso, confermandole di non trovarsi in un sogno. Si sporse oltre al davanzale e fece per guardarsi attorno, ma nello stesso istante una figura piombò dal tetto all'interno della stanza, atterrando dietro di lei.

Kora si voltò in uno scatto col fiato mozzato e i suoi occhi verde smeraldo incontrarono l'espressione divertita di un ragazzo. Rimase stordita dalla visione e non ebbe nemmeno il tempo di riprendersi che lo sconosciuto la salutò.

«Ciao Rossa» due occhi color dell'oro, contornati da una pelle candida come la luna, la scrutavano attenti.

La mano destra del ragazzo si avvicinò al viso di lei, che indietreggiò leggermente impaurita, fermata però dal davanzale della finestra. Le sue dita le accarezzarono la pelle olivastra. Percorsero tutta la lunghezza della cicatrice che le attraversava il lato sinistro del volto, presente sin da quando riusciva a ricordare.

Le sfiorò il sopracciglio, la palpebra, che si chiuse a quel tocco, e la guancia fin dove quel segno scompariva, con le labbra incurvate e lo sguardo curioso. A quel contatto Kora venne scossa come da un ricordo: due occhi di quello stesso colore dorato avevano già scrutato i suoi, con quella stessa attenzione.

Era certa di non aver mai vissuto nulla del genere prima di allora, ma la convinzione di aver già incontrato quel ragazzo la pervase per alcuni istanti.

«Chi sei?» gli afferrò il polso allontanandolo dal viso.

«Io sono Xander, piacere» si presentò lui con nonchalance, inchinandosi e afferrandole la mano destra, pronto a baciarla. 

Lei però la ritirò in uno scatto. «Cosa ci fai nella mia stanza da letto?».

Lui si rialzò e fece una smorfia osservando la polverosa soffitta, per poi tornare a guardarla. «Avrei preferito ti fossi presentata anche tu a me Kora, ma non fa niente, mi accontento lo stesso» sul suo viso comparve un ghigno, di chi già sapeva tutto.

«Come conosci il mio nome?» Kora piombò in uno stato di confusione.

«Questo te lo dirò poi, ora dobbiamo partire».

Si allontanò e si passò una mano tra i capelli, che la ragazza notò essere del colore dell'argento. Un altro aspetto che non aveva mai visto prima, se non nelle persone anziane, ma mai così brillante. Il ragazzo dimostrava un paio di anni in più di lei ed era leggermente più alto.

«Dunque?» chiese Xander «Prendi tutto, ti aiuto. Il viaggio sarà lungo».

Lei però non capiva di cosa stesse parlando e rimase a fissarlo interdetta, da lui e dalla situazione in cui si trovava. Non si era ancora staccata dal davanzale della finestra. Lui nel frattempo si era avvicinato al suo armadio e lo aveva spalancato scrutandone l'interno.

La Principessa PerdutaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora