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"Ma che-" Yoongì sentì esclamare a Namjoon nell'oscurità. "Hoseok, ti sei di nuovo dimenticato di pagare le bollette?"

"Cosa?" Una voce gridò in risposta, e Yoongi, dallo stridulio acuto, capì fosse Hoseok. "Le ho pagate le bollette! Lo giuro!"

"Dev'essere un blackout," cinguettò Jin, con la voce riflessa nella preoccupazione. Alcuni rilasciarono dei brusii d'approvazione e Yoongi sollevò un sospiro inudibile - odiava i blackout, specialmente quelli a lungo termine. Sperava solo che quello non durasse più del dovuto, non sarebbe stato in grado di sopportarlo.

Yoongi avvertì uno strattone alla manica, che lo face sobbalzare sul posto facendogli sfuggire un forte lamento dalla bocca.

"Rilassati, hyung. Sono solo io." Yoongi udì la voce di Jimin appena accanto a lui, propenso a soffocare una risata.

Rimase raggelato per un momento, provando ad elaborare cosa fosse successo. Poi si derise, le sue guance tornarono di un lieve rosa. Yoongi poteva scorgere alcuni lineamenti di Jimin nell'oscurità - nonostante non fossero così chiari - e lo vide con un enorme ghigno sul viso. Tentò di impedire ad una risatina di fuoriuscire dalla sua bocca, costringendo così Yoongi a schiaffeggiargli dolorosamente la coscia; sulla sua faccia si dipinse uno sguardo truce.

"Mi hai fatto cagare addosso," disse lui e Jimin scoppiò in un attacco di ridarella. Yoongi sbuffò indignato.

"Avremmo davvero bisogno di alcune candele," disse Namjoon. "Dovrebbe essere Taehyung ad andarle a prendere."

Yoongi sentì Taehyung fare un rumore disumano. "Perché io? Che ne dite di Jungkook? È il più piccolo!"

"Ha fatto favori a tutti quanti, è arrivato il momento per il povero ragazzo di riposare," Jin soffocò una risata. "E dato che tu sei il secondo più piccolo, dovresti farlo tu."

"Chiederò a Yoongi hyung di farlo per me, in tal caso-"

"No."

"Ma, hyung!" Piagnucolò Taehyung. "Tu mi devi un favore!"

"Si, ma-"

"Hey, ragazzi! Sapete che Yoong-"

"Non ti azzardare," Yoongi urlò alzandosi in piedi, si sentiva improvvisamente accaldato. Poteva vedere i lineamenti facciali poco distinti del ragazzo malizioso, con un ovvio sorriso di vittoria inciso sul suo viso. Yoongi sapeva che Taehyung ce l'aveva in pugno; sapeva di non poter tornare indietro una volta entrato nella trappola del ragazzo.

"Che cosa?" Domandò subito Jimin. Immediatamente Yoongi gettò uno sguardo a Taehyung, come per avvertirlo di non aprire bocca.

"Bene," Yoongi borbottò. "Lo farò, solo non dirlo a nessuno."

"Aah. Volevo saperlo," Hoseok mise il broncio.

Taehyung sogghignò. "Grazie, hyung!"

"Giuro su dio, Taehyung..." Yoongi sospirò per l'esasperazione. Ancora si chiedeva perché si sorprendeva sempre dall'audacia di quel ragazzo, questa non era la prima volta che succedeva una cosa del genere. Taehyung era il maestro quando si trattava di dover ricattare qualcuno; avrebbe letteralmente usato qualsiasi cosa contro di te e quando Yoongi diceva qualsiasi cosa, intendeva qualsiasi cosa.

Yoongi si alzò sui suoi piedi. "Dove le hai messe le candele?"

Hoseok ci pensò un attimo su. "In cucina. O nel primo cassetto o nel secondo, non ne sono molto sicuro."

"Okay," pronunciò Yoongi inespressivo, voltandosi verso la direzione destinata. Sentì un piccolo sghignazzò provenire alle sue spalle. "Ti ho sentito, Jimin."

Jimin ridacchiò "Scusa, hyung."

Yoongi camminò attraverso l'oscurità, usando le mani per toccare il muro, aiutandosi così a trovare la via. Aveva visitato la casa di Hoseok numerose volte, così da essere in grado di individuare dove stesse andando all'interno della struttura. Camminò cautamente, facendo attenzione a non inciampare su nulla. Addentrandosi maggiormente nell'oscurità, le voci dei suoi amici iniziarono a farsi sentire più distanti.

Continuò a camminare, strisciando le dita. Sentì un brivido scendergli lungo la spina dorsale quando le voci dei ragazzi iniziarono a sentirsi più deboli e ancora più deboli, finché non sentì più nulla... neanche un respiro.

Yoongi sospirò di sollievo quando le sue dita sfiorarono la macchinetta del caffè che, per sua fortuna, Hoseok lasciava sempre sopra il ripiano d'appoggio; quello gli fece capire di trovarsi in cucina.

O nel primo cassetto o nel secondo. Pensò Yoongi, camminando rapidamente verso i cassetti. L'oscurità stava iniziando ad inquietarlo.

Tastò con la mano il primo cassetto, provando a capire dove fosse la maniglia e una volta individuata la tirò, lasciando che il legno provocasse un rumore teso e forzato. Yoongi era sul punto di porre la sua mano all'interno del cassetto, quando sentì qualcosa toccargli i piedi.

Il suo cuore pompò a mille.

Lentamente mosse il piede destro in cerchio, cercando di capire cosa fosse stato - ma non vi era nulla. Deglutì, le labbra incominciarono a tremargli. Intimorito si mordicchiò il labbro inferiore e scosse la testa, cercando di calmarsi. Probabilmente era solo la sua immaginazione.

Infilò la mano nel cassetto non lasciando neanche un singolo angolo inesplorato. E, dopo aver realizzato che all'interno non ci fosse nessuna traccia delle candele, ritirò la mano e istantaneamente chiuse il cassetto. Aprì velocemente il secondo, seguendo la stessa procedura - solo più velocemente e con l'ansia che cominciava a strisciargli sulla pelle. Calmati, probabilmente non era nulla.

Yoongi si gelò quando sentì un rumore strascicato.

Rimase in silenzio. Era molto debole, ma Yoongi riusciva a sentirlo perfettamente. Risuonava come se qualcosa venisse trascinato contro il pavimento. Sembrava lento, tranquillo - prudente. Era cauto, come se il trascinamento dovesse essere fatto con attenzione, in modo che nessuno l'avrebbe potuto sentire. Yoongi rimase congelato sul posto, non udiva nulla, ad eccezione del debole suono snervante.

Improvvisamente si fermò.

Quasi sembrava come se sapesse che Yoongi l'aveva sentito. Il suo respiro si strinse, e rapidamente posò la mano all'interno del secondo cassetto, facendo più rumore possibile. Il suo cuore palpitava all'impazzata e ormai non stava neanche più cercando le candele. Nonostante il forte chiasso che stava facendo di proposito, Yoongi provò ad ascoltare quel rumore il più possibile.

Per un momento, Yoongi sentì una corda stringersi, ma fu questioni di attimi.

Le luci improvvisamente cominciarono a lampeggiare. Yoongi deglutì, aveva bisogno di uscire da lì immediatamente prima che...

Ci fu un urlo.

Gli occhi di Yoongi si allargarono istantaneamente. Era Hoseok. Sbatté il cassetto chiudendolo, e corse ritornando dai suoi amici.

"Cos'è successo-" Le parole gli si mozzarono in gola, il viso palpitante a quella vista.

Lì, impiccato con un rigido cappio che gli stringeva il collo, c'era Jungkook. I suoi occhi erano iniettati di sangue, un chiaro terrore gli era stampato addosso. Un panno bianco era legato intorno alla sua bocca - anche se, non sembrava nemmeno più bianco a causa del sangue fresco che lo macchiava. Il resto del suo corpo era appeso, con la parte inferiore che si muoveva leggermente.

Ma quello che Yoongi notò di più fu quello che Jungkook teneva stretto nella mano.

Era una carta.

Una di quelle blu, per essere esatti.

killer killer | btsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora