eight
Yoongi non riusciva a muoversi.
Gli occhi privi di vita di Hoseok lo stavano guardando, iniettati di sangue e velati da un forte senso di paura. Era morto... ma tutto ciò non aveva alcun senso, non ce l'aveva. Hoseok era l'assassino, Yoongi ne era certo! Tutte le prove conducevano a lui - il portachiavi, i filmati, tutto! Yoongi non osò muoversi di un centimetro, era nella confusione più totale; i suoi pensieri stavano iniziando a farsi sempre più indistinti. Se Hoseok non era il colpevole,
chi era?
"Signore!" Una mano gli strattonò più volte il braccio, risvegliandolo da quello stato di trance. Si ritrasse, incespicando all'indietro sui suoi stessi passi sentendo il suo cuore battere all'impazzata. L'infermiera lo fissò con gli angoli della bocca incurvati in un evidente cipiglio e, abbastanza confusa, distolse lo sguardo puntandolo al carrello. I suoi occhi si spalancarono quasi immediatamente, si coprì la bocca con le mani mentre davanti a lei il corpo senza vita non le era passato inosservato. Con mani tremanti, afferrò in fretta il suo ricetrasmettitore portatile, le sue azioni erano terribilmente frenetiche. "C'è... c'è un assassino all'interno dell'ospedale! Avvertite tutti i dipartimenti-"
Le luci tremolarono.
Yoongi voleva correre - e lo fece davvero. Ma rimase ancora completamente incredulo. Yoongi sentì l'infermiera abbandonare il ricetrasmettitore. Lei si voltò verso di lui, con l'ansia evidente su tutto il viso. "S-signore, deve uscire da qui il prima possibile."
Tre carte - l'ufficiale, l'assassino e il cittadino.
L'assassino stava per fare un ottimo strike oggi.
Yoongi si scusò e si alzò quasi immediatamente, l'accaldante sensazione di panico scorreva attraverso il suo corpo. Il costante tremolio delle luci gli faceva girare tremendamente la testa, e sembrava che queste scintillassero sempre più velocemente ad ogni secondo che passava. Corse fuori dal corridoio, fermandosi quando intravide una folla di persone correre verso l'uscita dell'ospedale, urlando e piangendo. Lo staff tentò di monitorare ciò che stava accadendo.
"Siamo in isolamento! Se non vi trovate vicino all'uscita, per favore, rimanete dove siete e chiudete tutti i possibili mezzi di accesso! Non permettete a nessuno di-"
Gli altoparlanti si spensero.
Le urla si fecero più forti.
Yoongi salì le scale verso il terzo piano di fretta, dove c'era la stanza di Seokjin. Sentiva come se il suo stesso sangue stesse andando a fuoco; non percepiva altro che il rapido battito nel suo petto. Arrivare al terzo piano era un caos completo. I pazienti si affrettavano a chiudere le porte, mentre alcuni addirittura insistevano nel correre al piano di sotto per uscire dall'ospedale.
Yoongi si morse il labbro inferiore e corse in fretta tra la folla di persone, l'adrenalina gli artigliava la pelle. Arrivò davanti la stanza di Seokjin e, prendendo una boccata d'aria, freneticamente aprì la porta, inciampando i suoi lacci verso l'interno. "Ragazzi, state bene-"
La stanza era vuota.
"No, no, no," disse Yoongi sottovoce, sgambettando verso il letto d'ospedale vacante. Yoongi vide il telefono di Jimin con la coda dell'occhio e istantaneamente lo afferrò. Strinse nervosamente le labbra e contattò Dojung. Suonò diverse volte prima di dirigere la chiamate verso la segreteria telefonica. Yoongi si passò frustrato le dita tra i suoi capelli-
Le luci si spensero.
Yoongi si congelò sul posto.
E poi sentì il trascinamento.
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killer killer | bts
FanfictionUn semplice gioco non doveva portare ad una serie di omicidi. ___ Translate by urladalbalcone