CAPITOLO 4

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La mia routine come tutte le mattine, ma per fortuna oggi non avrei fatto tardi, perché me ne sono andata a dormire presto.
"Tesoro, cosa vuoi per colazione?" mi chiese mamma. "Pane e nutella, poi un cappuccino." spalmò la nutella sul pane e poi azionò la macchinetta per il cappuccino. "Ecco a te." "Grazie mamma." "Ma papà?" "È andato a fare un servizio." "Ok." finì tutto, presi lo zaino ed andai verso il pullman.
Strano, Lore non c'è.
Gli mandai un messaggio che mi ha risposto in fretta e ha detto che aveva la febbre. Oggi la vado a trovare.
Il pullman arrivò, misi il cellulare in tasca e cercai qualche posto a sedere.
"Aspetti!" un ragazzo che urlò fuori dalle porte corse in fretta e furia. "La prego, apra." disse al guidatore che lo fece entrare. "Grazie" disse. Aveva una felpa larga nera, una cappello della vans nero, un jeans largo e le Jordan nere. Si girò per vedere se c'era un posto e sono sicura di averlo già visto. Provai a guardarlo meglio e... Non posso crederci! Andrea!
"Hey,Layla." si ricorda di me? Ci siamo visti solo due volte. "Hey." ci salutammo con un bacio sulla guancia. "Come stai? È da tempo che non ti vedo." disse. "Bene, tu?" "Bene." "Non ti avevo mai visto nel pullman." "Oggi devo andare al centro commerciale con un mio amico." "Al Company?" chiesi. "Si." il company era il centro commerciale più grande di Roma. "Come mai niente scuola?" chiesi. "Oggi non si andava perché si usciva prima e sinceramente non mi andava di fare solo 3 ore." "Capito." "Che scuola fai?" chiese. "Sommelli, scientifico. Tu?" "Ferrari, artistico." "Che anno?" chiesi. "Quarto, tu?" "Terzo." "Capito." concluse. Dopo quella conversazione non parlammo più fino a quando io non dovevo scendere. "Ciao Andrea." "Ciao Layla." lui mi fece l'occhiolino ed io quando mi girai sorrisi.
Andai verso il mio gruppo di amici e mi guardarono straniti dalla mia aria felice a prima mattina. Di solito ero "odio tutti" a quell'ora. "Layla, come mai cosi allegra a prima mattina?" mi chiese Luca. "Nulla di che." "Si, certo. Nel pullman avrà sicuramente incontrato qualche figo che le ha fatto l'occhiolino o qualcosa del genere." disse Vito.
E che figo.
Suonò la campanella ed entrammo.
"Posso sedermi vicino a te?" mi chiese Oscar. "Certo." "Traditore! Mi hai lasciato da solo!" disse Luca scherzando. "Pazienza." rispose Oscar e si misero a ridere. Adesso che guardo bene Oscar, oggi è davvero stupendo: capelli un po' scompigliati che gli danno un tocco sexy, felpa nera con un disegno di alieno bianco che stava alla parte destra del petto, jeans neri strappati e converse nere.
Davvero bello.
"Mi piace come ti sei vestito oggi, soprattutto la felpa. La amo." gli dissi. "Grazie, mi piace molto lo stile tumblr. Infatti, cerco sempre di essere uno di quei tumblr boy che si vedono sulle foto di instagram." "Anche a me piace molto lo stile tumblr. Ogni volta che vado a fare shopping ci metto ore perché devo scegliere cosa è più tumblr, altrimenti non mi compro nulla." dissi. "Io non lo faccio per moda, sinceramente. Perché la prima volta che vidi questo stile, mi piacque tantissimo e non è ho potuto più farne a meno." disse. "Anche io." "Di che parlate?" si intromise Mery. "Dello stile tumblr." risposi. Si girò anche Vito per entrare nella conversazione. "A me non piace lo stile tumblr, mi piacciono solo le frasi." disse Mery. "A me non piace niente di tumblr." disse Vito. Quest'ultimo non aveva uno stile ben preciso, ma amava i pantaloni strappati a cavallo basso e le magliette lunghe quasi alle ginocchia. Mery, invece, amava di più lo stile classico: jeans di un solo colore, camicia e stivaletti col tacco. Amava i tacchi di una maniera assurda e nel suo amardio si trovavano mille vestitini eleganti per una serata. Anche a me piacevano i vestitini, ma lei aveva proprio una fissazione.
"Buongiorno." il prof. di matematica entrò e noi ci alzammo per ricambiare il buongiorno.
"Ragazzi, oggi qualcuno andrà alla lavagna." disse il prof. Aprì il registro e fece l'appello. "Hai studiato?" sussurò Oscar. "Si." dissi. "Brava." "Tu?" "Anche."
"De Luca e Lanzari, alla lavagna." ci chiamò il prof. a me e Oscar.
Ci diede un problema e delle equazioni da risolvere e per fortuna andammo bene entrambi. "Lanzari 9, De Luca 8." evviva!
Io e Oscar una volta tornati al nostro posto ci diedimo il cinque e ci complimentammo. "Allora non sei cosi stupida." disse Vito. Io gli feci il dito medio e lui rise.
Alla seconda ora avevamo letteratura inglese. Bellissima.
"Buongiorno ragazzi." disse la prof. Lei era la professoressa più bella dell'Istituto: alta 1.75, occhi azzurri, capelli biondi, snella e un sorriso smagliamante. Aveva 35 anni e sembrava una 20enne. I professori e gli alunni s'incantavano a guardala. Io oltre la bellezza ero incantata dalla maniera in cui spiegava che mi ha fatto amare da subito la materia.
"Oggi che dovevamo fare?" chiese. "Oggi doveva spiegare Shakespeare professoressa." dissi. "Grazie De Luca." "Prendete il libro alla pagina 58." iniziò a spiegare tutta la vita di Shakespeare e poi disse una delle sue frasi più famose.
"Quando non sarai più parte di me ritaglierò dal tuo ricordo tante piccole stelle, allora il cielo sarà così bello
che tutto il mondo si innamorerà della notte." frase stupenda.
"Per la prossima volta imparate solo pag 58 e poi vi spieghierò le sue più grandi opere." scrivemmo tutti sul diario e l'assegno e dopo averci salutato se ne andò.
"Ragazzi, io vado un po' nei corridoi. Mery, vieni con me?" dissi. "Va bene." rispose. "Layla, prima che tu ritorna potresti comprarmi alla macchinetta un kinder." mi chiese Oscar. "Certo." mi porse i soldi e andammo.
"Come stai?" mi chiese Mery. "Bene, tu?" "Bene." Mery è stata la prima ragazza che ho conosciuto il primo anno, all'inizio stavamo sempre insieme, ma poi abbiamo avuto una discussione pesante lo scorso anno e da lì non abbiamo più parlato come prima. "Layla." mi girai nella sua direzione. "Mi manchi." non potevo crederci. Davvero l'aveva detto? Maria Grimaldi che diceva "Mi manchi." ad una persona? Lei era una tipa molto orgogliosa. "So che abbiamo avuto quella discussione, ma è passato ormai un anno e sinceramente mi manca la mia Cannella." mi iniziò a chiamare cosi dal primo liceo dato che iniziai a farmi le canne. "Sai, anche tu mi manchi Rossa. Ho sofferto molto quando vedevo che il nostro rapporto cambiato." ci abbracciammo. "Ti voglio bene." disse. "Anche io." "Allora, che mi racconti?" chiese. "Nulla di che." dissi. "Sicura nulla di che? C'è un ragazzo riccio che si sta avvicinando nella tua direzione." disse. Io mi girai ed effettivamente Gennaro stava venendo verso di me. "Hey Layla." "Hey." risposi un po' fredda. "Come stai?" continuò. "Bene, tu?" "Bene." restammo poi in silenzio. "Allora ci vediamo dopo?" disse. "Ok." se ne tornò in classe sua. "Mi spieghi chi è? E perché ti sei rivolta in quel modo? Era un figo della Madonna!" disse Mery. Mentre andammo a prendere il kinder di Oscar le spiegai tutto. "Ah, capito. Vabbè però a me sembrava gentile e penso che ci sia rimasto male per come l'hai risposto." "Non voglio avere a che fare con tipi come lui." "Mica te lo devi sposare, vorrebbe solo esserti amico." "Mmm... Forse hai ragione. Ho esagerato. Oggi fuori scuola gli chiedo scusa."
Tornammo al piano superiore ed io consegnai al Tedesco quello che mi aveva chiesto. "Grazie bellissima." "Prego tedesco." "Ragazzi, stasera rifugio?" chiese Luca. "Certo!" dissi. "Perfetto." disse Vito.
Le altre ore scolastiche passarono e quando uscì da scuola vidi Gennaro in lontananza che stava per prendere la moto. "Hey Gennaro!" dissi. "Layla, dimmi." "Senti, mi dispiace per come ti ho risposto." "Tranquilla." mi sorrise e poi mi abbracciò. "Mi dai il tuo numero?" mi chiese. "Si, certo." "Grazie, ti contatto oggi." disse. "Ok." gli sorrisi e lui se ne andò.

"Casa dolce casa." dissi entrando. "Hey tesoro." disse papà dandomi un bacio sulla nuca. "È pronto." disse mia mamma. Oggi la carbonara e per secondo pollo. Gnam. "Oggi ho avuto 8 all'interrogazione di mate." dissi. "Brava tesoro." dissero.
Finito di mangiare, aiutai a sparecchiare e salì in camera.
Presi il telefono e trovai un messaggio da un numero sconosciuto.
"Hey, sono Gennaro."
"Hey." risposi e da lì iniziammo a parlare un po' di tutto.
"Adesso vado." dissi.
"A dopo bellissima." sorrisi a quel messaggio e iniziai a fare i compiti.
Finì verso le 6, sistemai i libri nella borsa e poi scesi perché dovevo andare da Lore.

Una volta arrivata a casa sua, bussai e mi aprì la madre. "Hey Layla." mi sorrise. "Carla, ciao. Lore?" "Sta in camera sua." Salì al piano di sopra e la vidi sotto alle coperte con il pigiama e una camomilla sul comodino alla sua sinistra. "Layla." "Hey, come stai?" mi misi accanto a lei su una sedia. "Ho la tosse e febbre a 39. Benissimo!" disse sarcastica e poi tossì. "Non preoccuparti, passerà." la rassicurai. "Come è andata oggi?" mi chiese. Le raccontai tutto. "Sono contenta che hai risolto sia con Mery e con Gennaro." "Anche io." ci mettemmo un'altro po' a parlare e poi io me ne dovetgi andare dato che dovevo prepararmi.

Quella sera mi misi una felpa a vistitino, calze trasparenti, stivali col tacco fino alle ginocchia e mi legai i capelli in una coda alta.
"Stasera sto proprio bene." dissi davanti allo specchio.
Presi la borsa con cellulare e chiavi e uscì.
I miei amici stavano già tutti lì. "E la Madonna!" disse Vito facendomi un complimento. "Hahahaha! Grazie." "Sei bellissima." mi disse Luca sorridendomi. "Già, sei stupenda." disse Oscar dandomi un bacio sulla guancia. "Concordo con gli altri Cannella." disse Mery. "Grazie Rossa." ci dirigemmo al muretto dove c'erano anche altri ragazzi e molti di essi mi iniziarono a fissare. "Certo che stasera ti stanno scopando con gli occhi." disse Mery. "Hahahaha!" risi.
Si avvicinò Gennaro e dietro di lui c'era... Andrea?!
"Hey Bellissima." mi disse il riccio. "Hey." "Hey Layla." disse Andrea. "Vi conoscete?" chiese Gennaro. "Si." risposi. "E voi due da quanto siete amici?" chiesi. "Da 10 anni. È il mio migliore amico." disse Andrea.
Non me lo aspettavo.
"Sei davvero bellissima stasera." disse il riccio. "Concordo con lui." disse Andrea. Ed il mio cuore iniziò a battere velocemente.

Bang on the wall and kiss meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora