CAPITOLO 2

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1 luglio ore 10:45
Sto correndo dal campo da circa mezz'ora. Sono in ritardo...come mio solito. Corro. Impreco. Corro. Impreco. Ma perché non riesco mai a distinguere la sveglia?
Dopo poco arrivo all'aeroporto, con grande fiato faccio tutti i controlli e corro verso l'imbarco.
Sono arrivata in tempo.

'Certo, se per tempo intendi che le hostess stavano chiudendo l'aereo e sei entrata per un pelo...'

Zitta tu, almeno sono arrivata e non sono costretta ad aspettare il prossimo volo.
L'aereo è accogliente e le hostess sono tutte così carine e gentili. Sembrano bambole di porcellana! Ma come fanno? E quando fanno tutti quei gesti? Robot!
Stiamo decollando. Okay do inizio al mio sonnellino di bellezza ( dico di bellezza per non dire come un uomo, il quale sarebbe anche più bello di me che dormo)
Dopo circa 12 ore arrivo a Miami.
Oh Miami! Bentornata nella mia vita!

Sono stanchissima. Ho solo bisogno di entrare su un taxi, arrivare nella mia bellissima casa, o almeno per me lo è,
mangiare e fare una bella dormita, una di quelle nelle quali sembri un animale in fase di letargo. Si credo proprio che sarà così...
Prendo il bagaglio e mi avvio verso il taxi. Dopo aver detto il mio indirizzo al conducente, mi volto verso il finestrino e ammiro la bellissima città che scorre velocemente davanti ai miei occhi. Questa città è stata per me una svolta, un nuovo capitolo, il quale avrebbe dovuto farmi dimenticare qualcosa del mio passato. Avrebbe dovuto farmi dimenticare ciò che purtroppo ricordo ogni qualvolta che chiudo gli occhi: il rumore, il fumo, la puzza, le urla, le lacrime, il dolore, prima fortissimo e poi quasi assente, che iniziava ad insediarsi nel petto e ancora oggi, vive in me.
Purtroppo rivivo quel momento ogni volta che opero, ogni volta che vedo un bambino biondo, oppure quando semplicemente penso a me e alla persona che sono diventata oggi. La vita mi ha fortificata e continua a farlo ancora. Non sono più quella bambina che al suo risveglio è stata assalita da medici, non sono più quella bambina rimasta sola.
Oggi sono una donna in carriera che ha saputo badare a se stessa. E di questo, ne vado fiera. Forse non vado fiera del fatto che preferisco tenere questa parte della mia vita fuori da quella delle altre persone.
A me non piace la compassione, e se una persona dovesse restarmi vicina solo perché sono sola, allora preferirei che questa cosa non si sappia.
È troppo persino per me.

Dopo poco arrivo dinanzi casa, pago l'autista e mentre lui sfreccia in questa giornata calda, io mi prendo un minuto per ammirare la mia nuova vita dall'esterno.
Rientrata in casa, sistemo alcune cose e finalmente, entro nel mio bellissimo e comodissimo letto. Cavolo quanto mi era mancato!
'Domani è un'altra giornata' penso e nel frattempo crollo immersa nei tanti pensieri.

Driin.

Driin.

Avete presente quel momento in cui arrivate stanchi la sera e la mattina dopo siete carichissimi?
Bene. Beati voi!
Io non riesco neanche a capire dove sia il cellulare.

Driin.

Forse è in cucina, si credo proprio di sì.

Dopo una breve pausa di 20 minuti a guardare ininterrottamente la parete della cucina (io lo uso come rituale sveglia per dire "sono sveglia ma sto dormendo,quindi lasciatemi svegliare lentamente")faccio colazione e mi preparo per una corsetta mattutina.
Forse dovrei sistemare la valigia...ma a quella posso pensarci dopo.
Leggins nero, canotta rosa, scarpe nere e cuffiette . Pronta!
Inizio a camminare verso la spiaggia e appena mi sento pronta, inizio a correre. Corro tantissimo, come a svuotare tutto ciò accumulato. Corro contro tutto e tutti. Contro i problemi e verso la libertà che spero un giorno di avere.
Dopo aver fatto una piccola sosta ad un piccolo parco nelle vicinanze, rientro in casa e mi preparo per il turno in ospedale,.
Già...ho deciso di iniziare subito.
Arrivo in ospedale alle 14, in perfetta puntualità., dato che il turno inizia alle 14:30.
Vengo accolta subito da tutti i miei colleghi. Wow non credevo di essere accolta con così tanto calore.
"Bentornata dottoressa Torres"
"Siamo contenti di averla di nuovo nel nostro staff"
"Siamo felici di rivederla"
"Spero che abbia avuto una bella esperienza"
"Bentornata"
"Grazie a tutti ragazzi. Sono contenta di riessere di nuovo qui" rispondo con un sorriso a 32 denti
"Sorellonaaaaaa"
3
Corre
2
Sorpassa le persone
1
Mi ritrovo un grissino attaccato al corpo
"Leila, mi schiacci"
"Zitta acida vecchia senza cuore, mi sei mancata" esclama dandomi un piccolo schiaffo sulla schiena
"Oh beh grazie" rido "anche tu mi sei mancata grissino"
"Come stai naufraga?"
"1 non sono una naufraga e 2 bene. Tu invece" domando guardandola negli occhi
"Ora che sei qui meglio" dice dandomi un bacio sulla guancia.
"Devi raccontarmi tante cose. Lo sai vero?"
"Certo che lo so"

Poco dopo mi reco dal capo, il quale dopo avermi accolto molto bene, mi spiega i vari cambiamenti che sono stati fatti in ospedale riguardo i turni e qualche aggiornamento su qualche particolare caso chirurgico. Wow! Sembra di essere stata via un'eternità
"Bene Torres, corsia o qualche scartoffia?"
"Corsia capo, come sempre"
"Ecco perché mi piaci"
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Da lontano vedo Mark, e faccio la mia solita entrata in scena
"Maaaarkkk" gli corro contro e lui è costretto a prendermi al volo cercando di non far cadere entrambi
"Stellina, attenta! Sei già arrivata? Mi sei mancata tantissimo"
"Mark anche tuuu! Devo raccontarti tante cose"
"Ovvio amore! Hai conosciuto qualche bel militarino?!" Chiede speranzoso.
Io scoppio a ridere e tra poco non cado.
Mark è gay ed è la seconda persona più importante qui a Miami. Quando sono giù, con il suo modo di fare, mi risolleva tantissimo. E poi è un'ottima tomba e soprattutto un buon amico.
Lo adoro!
"No Mark hahaha ma potrei vedere cosa posso fare eh!"
"Amore voglio sapere tutto stasera a cena. Invita anche Leila"
" certo. Alle 22 qui fuori?"
"Yes baby" e va via.
Scuoto la testa ridendo e sento chiamarmi da Josh, un altro medico.
"Torres bentornata! c'è un ragazzo al letto 9, 33 anni, infezione alla spalla. Vai tu per favore? Sono impegnato con un consulto"
"Certo!"
"Bentornata nella mia vita, Miami" sussurro prima di avviarmi verso la mia quotidianità.
Cammino fino al letto 9 e trovo un ragazzo girato di spalle. Dalla posizione, posso dire che è ben messo. Spalle larghe, capelli ramati e ben curati. Sguardo dritto al muro difronte.
"Salve, sono la dottoressa torres, mi faccia vedere un po' la spalla"
Il ragazzo gira la faccia così velocemente che pensavo si stesse per rompere il collo. Calma Schumacher!
"Dottoressa..."
"Torres"
"Dottoressa..."
Ehi ma che gioco è?
Lentamente mi avvicino, quasi come stessi andando incontro ad un cucciolo di cane. Un cucciolo più grosso certo...
Nel momento in cui scopre la spalla e guardo la ferita mi sembra di riconoscere questa ferita, cerco di capire dove l'abbia vista, penso e...o cavolo! Il campo...
"Ma lei è..?"
"Si dottoressa, sono proprio io"
Rimango per un attimo, che a me sembra infinito, lì a guardarlo ed in quel momento lo riconosco. Non ha il casco, né la divisa, né la faccia sporca di fango e terreno e ne la divisa sporca di sangue.
Ha il volto pulito, i capelli curati, vestito diversi, ma gli occhi non sono per niente cambiati.
Ricordo perfettamente quel nocciola infinito...o cavolo Olivia!
Solo ora noto che sta tremando e sta sudando. Questo è l'effetto dell'infezione.
"Cosa le è successo?"
"Non so. Lei mi aveva detto di venire a controllo una volta rientrato e proprio ieri mi sono svegliato così"
"Ha preso infezione la spalla. Le somministro subito dell'antibiotico e le rifaccio la fasciatura"
Faccio tutto di corsa per non far peggiorare e inizio a scrivere la sua cartella
"Signor..."
"Collins"
"Signor Collins le ho prescritto dei medicinali che dovrà prendere a orari predefiniti. La prego di prestare attenzione e fare tutto, altrimenti la ferita potrebbe infettarsi di nuovo"
Detto ciò mi dedico alla pulizia e alla chiusura della ferita. Mentre ripulisco il tutto lo sento sospirare e a dirla tutta, mette tanta soggezione.
"Non lo trova strano?"
"Cosa?"
"Lei è qui, di nuovo, a medicarmi. Dalla Libia a Miami"
"Già coincidenze"
"Lei non è di Miami giusto?"
Alzo lo sguardo e lo trovo lì, sempre la stessa distanza quasi inesistente che fa domande
"Non proprio"
"E cosa ci fa qui?"
"Lunga storia" sussurro prima di ritornare a ciò che stavo facendo
"Io credo che il destino abbia voluto giocarci uno scherzo"
"Lei crede al destino?" Gli chiedo alzando un sopracciglio
"Perché? Lei no?"
"Non so, non lo so proprio"
"Beh io si, io credo..." dice avvicinandosi
"Io credo di aver finito" lo interrompo subito scostandomi. Non mi piaceva la piega che stava prendendo la situazione. Mi allontano il più possibile. Lasciandolo li, con un sorriso malizioso.
Ma cosa...?

Maledetti occhi color nocciola!
Maledette labbra carnose!
Maledetti capelli perfetti!

"Va bene così, passi in accettazione a firmare i documenti di dimessa e tra una settimana vada a controllo dal suo medico, signor Collins" dico tutto d'un fiato
"Oh si" dice grattandosi dietro la nuca. Nervoso?
Ah.
"La prego non mi chiami signor Collins, non sono poi così vecchio"
"Come mi scusi?"
"Mi chiami David" e dopo avermi fatto un occhiolino, allontanandosi esclama "ci rivedremo presto Olivia" e detto ciò scompare tra la grande folla dell'ospedale
"Ciao David" sussurro

Maledetti occhi!
Maledetto lui!

Ahhhhhhhhhhhh.
Aiuto.
Perché sono rossa?

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Ecco a voi il secondo capitolo
Cosa ne pensate?
Olivia vede il militare misterioso fuori divisa e reagisce in modo in cui lei non si aspettava.
Proverà forse qualcosa per lui? Per il militare affascinante? O è solo l'effetto della divisa?
Aspetto vostre opinioni
Bedri ❤️

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⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 10, 2017 ⏰

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